La confusione dei sensi di Carmen Consoli
artista: Carmen Consoli
album: Due parole
anno: 1996
“Sulla mia pelle” è una delle canzoni meno note di Carmen Consoli. Una di quelle che magari al primo ascolto può lasciare indifferenti. E se non si è abbastanza curiosi e desiderosi di scavare a fondo, si resterà indifferenti anche negli eventuali ascolti successivi. La sua semplice melodia e la delicatezza della voce non fanno di questa canzone un pezzo da hit parade. Ma “la bellezza delle cose ama nascondersi”, come sostiene la stessa Carmen, e se si rivolge l’attenzione al testo, si scoprirà una piccola perla poetica.
L’artista siciliana, attraverso le parole, mescola i sensi, facendo nascere altre sensazioni che non sono chiaramente definite. Descrive percezioni imperfette o semplici cambiamenti di prospettiva sensoriale, gioca con le vibrazioni indecifrabili da cui si può essere avvolti.
I sensi si confondono e, al tempo stesso, si acuiscono. Ma in modo diverso. A volte per necessità di comunicare, altre per puro gioco, altre ancora per una qualche scelta.
Si finisce per fare associazioni di sensazioni differenti... così, ad esempio...
... la vista si unisce al tatto... “io non spegnerei la luce di un brivido”...
... la vista all’udito... “perché non vedrei più questo sordo dipingere”...
... l’olfatto all’udito... “la notte respira profumi di pace”...
... la vista all’udito e al tatto... “soltanto colori muti sulla mia pelle”...
... l’udito al tatto e al gusto... “e il suono che vibra senza sapore”.
Ispirato alla situazione della protagonista del libro di Dacia Maraini, “La lunga vita di Marianna Ucria”, il brano rappresenta un voluto gioco di incantevole confusione dei sensi. E per capirlo a pieno, facendolo proprio, bisogna semplicemente lasciarsi andare alla propria sensibilità sensoriale...
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