Teledecibel
Avete mai notato quanto si urla in tv? E’ difficile trovare qualcuno che si regoli nella bolgia televisiva. Non si salvano neanche i programmi di cucina. Sembra che, se non ci si mette ad urlare, il telespettatore non capisca la ricetta. Un esempio? La prova del cuoco. La Clerici non c’è verso che usi toni più pacati. Lei deve urlare. Deve spaccarti i timpani. Quasi una missione la sua.
E che dire dei programmi in cui si chiede l’opinione del pubblico? Nel giro di un niente si rischia d’essere catapultati in un girone dantesco. Tizio sbraita contro Caio, a sua volta aggredito da Sempronio. Il resto del pubblico incita. A confronto, gli spettatori delle arene o i tifosi allo stadio sono persone silenziose.
Dai varietà, ai programmi di intrattenimento, passando per i programmi in cui c’è un dibattito politico, il filo conduttore è sempre lo stesso. Si urla, signori, si urla! Senza pietà. La fiera di chi urla di più. Dovrebbero mettere un nuovo premio televisivo. A chi urla di più. E’ una bella lotta. C’è l’imbarazzo della scelta. Autolesionista, intendiamoci.
Ma il top deve ancora arrivare. La pubblicità! Della serie, come passare dalla padella alla brace. Il livello del suono “stranamente” lievita. Ma non era vietato per legge? Non c’è speranza di rilassarsi un po’. Ma che male abbiamo fatto?
A riassumere tutta questa follia sonora ci è riuscita, anche se involontariamente, una pubblicità della 3 di qualche mese fa. C’erano Amendola e “Il baffone” che si domandavano a vicenda: “Perché urliiii?”. Me lo domando anch’io. Che bisogno c’è di strillare così tanto? Misteri televisivi...
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