"La felicita' di lavarsi le mani" di Joseph Zoderer - Tascabili Bompiani
Non ci sono sentimenti, ma solo regole, e un forte senso del peccato, nel colleggio svizzero dove un ragazzino austriaco ha il "privilegio" di entrare grazie all'intercessione della Caritas.
Il ragazzino si sente diverso dagli altri; e' terribilmente povero, porta i capelli lunghi, parla un ridicolo tedesco letterario, diverso dallo svizzero tedesco degli altri ospiti, e presume di avere un odore diverso da quello degli altri...
Non e' propriamente austriaco il ragazzino; infatti, ha un passaporto lungo due pagine dove viene definito apolide minorenne; ma arriva comunque dal terzo Reich di Hitler, da quel paese a cui i nazisti hanno cambiato nome. E' un austriaco dunque, o meglio: figlio di "optanti" sudtirolesi.
Il suo sogno sembra essere quello di diventare svizzero; un giorno invece, si realizzera' il sogno del padre; riusciranno, infatti, a "tornar giu'" a tornare la', dove sono nati, nella loro Heimat; e Joseph si ritrovera' improvvisamente italiano, con un nome italiano: Giuseppe e un passaporto italiano; un passaporto verde, a lui pero' il verde non piace come colore di passaporto!
Non ci sono sentimenti in quel colleggio, ma solo regole! E freddo! E silenzio! E peccati da confessare! Regole che, quando qualcuno arriva, non gli si leggono, ne' gli si danno da imparare a memoria; ognuno scivola da se' dentro il meccanismo e ne diventa parte integrante. Ogni giorno e' uguale all'altro, in quella casa della regola; ma al ragazzino "austriaco" sembra di essere comunque contento. A casa sua e' peggio e lui lo sa! Si lascia contagiare dalla febbre dei voti, dal piacere delle virgole, dall'eccitazione, mescolata all'angoscia, di un esame improvviso. I voti sono importanti cosi' come le regole, e l'imparare a riconoscere i peccati.
E, in un'estate a Merano, vorra' tornarci, in quella casa della regola; percio', con il padre andra' ad elemosinare i soldi per poter tornare in Svizzera e ci tornera'! Confessera' i suoi peccati meranesi: il non aver onorato il padre e la madre, il non aver santificato le feste, l'aver commesso atti impuri, e poi orgoglio imprecazioni e ira; non ne confessera' altri, pero', non l'aver desiderato la donna di un altro, ad esempio..
Raccogliera' mele con Helene, e poi, un giorno, se n'andra', dalla casa della regola; e nel ripensarci non riuscira' piu' a ricordare se ha chiuso, alle spalle, il cancello di ferro laccato o se lo ha lasciato spalancato; ricordera' invece le pareti bianche e le bianche tovaglie sugli altari e sui tavoli dei dirigenti...
Articoli correlati
"Il dolore di cambiar pelle" di Joseph Zoderer - Bompiani
Jul e Mara: amore e dolore; malinconia e rabbia; identita' perduta e ritrovata. Diritto di nascita e diritto acquisito. Sud Tirolo e Sicilia. Passato e presente. Incubi e realta'. Morte e malattia.5 febbraio 2007 - Elisabetta Caravati- Il confine e' una scusa o esiste davvero?
"La citta' sul confine" di Paolo Valente - OGE Milano
Scrivere, scrive Paolo Valente, nel suo "Scrivere nel Sudtirolo plurilingue"
(http://italy.peacelink.org/nobrain/articles/art_19416.html)
non puo' significare solo descrivere.
Scrivere dovrebbe significare, prima di tutto, voler capire.
E dunque scrivere deve significare descrivere con l'anima; capire con l'anima.19 dicembre 2006 - Elisabetta Caravati "Ce n'andammo - Wir gingen" di Joseph Zoderer
In una libreria di Bolzano, la' dove i libri in italiano sono divisi da quelli in tedesco, ecco un libretto con il nome dell'autore: Joseph Zoderer, il titolo: "Ce n'andammo" e una valigia; girandolo e capovolgendolo, ancora il nome dell'autore, la stessa valigia, il titolo pero' e' scritto in tedesco: "Wir gingen".11 dicembre 2006 - Elisabetta CaravatiScrivere nel Sudtirolo plurilingue
Tensione e pace. Non sono questi gli elementi che mettono in moto l’uomo di ogni tempo e gli consentono di elaborare pensieri, sentimenti, pulsioni di vita?13 novembre 2006 - Paolo Valente
Sociale.network