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Quest'articolo è stato scritto nel 2005 (revisionato e corretto prima di essere pubblicato qui) nell'ambito dell'attività politica dell'Associazione Culturale L.E.D. Libera Espressione Democratica che presiedo

Microonde sulla Folla

Ora anche i grandi giornali stanno prendendo a cuore i temi delle cosiddette armi non letali (non-lethal weapons). Speriamo bene
28 gennaio 2007
Francesco Temporin

Pensate ad un film di fantascienza dove gli umani sono contro gli alieni.
Missione speciale. Il nostro eroe è in posizione nella sua navicella spaziale. Sta per atterrare sul pianeta K-208 della costellazione del sagittario blu. All’improvviso una schiera di 3000 alieni dotati di scudi si compattano di fronte alla sua navicella con cartelli e ologrammi di protesta contro la presenza sul loro pianeta di truppe terrestri.

Lui è un pacificatore, vuole spiegare a questi zotici primitivi che non devono manifestare contro di lui e contro il suo governo. Devono capire che la sua missione e quella del suo Presidente è una missione di pace, loro stanno esportando la democrazia in un paese arretrato e ignorante, democraticamente parlando. E, se non fosse abbastanza, in quel territorio nidificano pericolosi uccelli migratori che compiono sistematicamente attacchi terroristici che rischiano di minare l’equilibrio mondiale e, soprattutto il sistema capitalistico, giusto a detta di lui, della nazione terra. L’unica cosa che devono fare, questi alieni, è capire; capire che lui si sta sacrificando per loro; che lui e il suo governo stanno portando il bene; che lui e il suo governo sono il bene mentre loro, con le loro mire pacifiste, stanno alimentando il male. Questi poveracci non capiscono.

Come dar torto al povero eroe quando, di fronte ad una avanzata della folla, impaurito, schiaccia il bottone di azionamento della propria arma. Un microcannone esce dal tettuccio della navicella. Rumori metallici – biz-biz-biz – il cannone viene puntato sugli E.T.. Si aziona e dopo cinque secondi la massa di alieni invece di sfollare – come previsto durante il corso d’aggiornamento sulle nuove tecnologie a cui per ben due giorni il nostro patriota era stato sottoposto – la massa, dicevo, si accascia a terra, i loro corpi si gonfiano ed esplodono in un mix di plasma verde e brandelli di braccia e corpi.
Friggono in poche parole, come dei popcorn. La tecnologia utilizzata nella missione K-208DesertStorm è un cannone a microonde, ultimo ritrovato nell’hi-tech militare.

Ora, tenete il cannone. Mettete al posto del nostro paladino un marines o un poliziotto statunitense o italiano. Cambiate il governo terrestre con una qualsiasi grande potenza, magari US o italiana ma anche un qualsiasi governo dittatoriale africano o mediorientale. Niente fantascienza e niente alieni ma solo manifestanti per la pace che esternano le loro idee un sabato pomeriggio per una qualsiasi cittadina lombarda o toscana o campana. In dotazione alle forze dell’ordine nessun idrante, nessun fumogeno, nessun proiettile di gomma.
E nessun manganello. Immaginate cosa potrebbe succedere se il cannone smettesse di funzionare correttamente. Vi do una mano.

Solo una pattuglia, una semplice camionetta, il famoso ed invidiato HUMMER, dove sul tettuccio è posizionato un cannone a microonde. Solo il nome fa quasi ridere, demenziale direi, ma è assolutamente vero.

Il cannone agisce, invisibile. Il raggio parte sui manifestanti e questi, ignari di quello che hanno davanti, cominciano ad avvertire una sensazione di caldo diffusa per tutto il corpo. Il caldo aumenta ed è sempre più forte fi no a diventare insopportabile.

Tu, in mezzo alla manifestazione per caso, senti anche tu questo caldo, non capisci da dove arriva. Il meccanismo in acciaio del tuo swatch reagisce alle microonde facendo partire delle schegge, come quando hai provato a mettere una forchetta nel microonde, il forno a microonde.

Cerchi di allontanarti ma una sensazione di abrasione profonda ti immobilizza, ti guardi il polso, ha una ferita, una scottatura, una macchia rossa e blu proprio in corrispondenza del orologio. Corri via. Ti sei allontanato abbastanza, ma il caldo è ancora tanto. Ti volti con lo sguardo verso la folla di manifestanti.

Senti urla atroci provenire dalla massa.
Molte persone sono accasciate a terra, si dimenano. Riconosci da lontano il viso terrorizzato del militare che ha azionato l’arma.
Lui non sapeva che potesse succedere. Tutti i militari addestrati all’uso non sapevano che ci potesse essere un baco nel sistema di funzionamento di questa super arma.

Guarda anche lui come te, da lontano e al riparo, la scena disumana e feroce. Guardi ancora incredulo ed impietrito. I corpi si stanno dilatando all’invero simile. Come pustole della peste, sempre più grandi sui corpi in ebollizione, le vesciche si gonfi ano e continuano a crescere, le urla sono sempre più alte. I corpi dilaniati dai bubboni scoppiano, dita e pezzi di interiora umane si spappolano contro le vetrine e le saracinesche dei negozi del centro. Il sangue colora di rosso vivo le strade lastricate. Come una mozzarella nel forno a microonde.

Il giorno dopo sui giornali leggerai che ci sono stati trecento morti e decine di feriti. Un errore di logistica spiegheranno le alte cariche. L’unico ad essere processato per direttissima è stato il militare sulla camionetta.
Anche lui usato e buttato sul campo dalla pubblica militarizzazione. Sentirai ancora voci in sordina che parlano di quest’evento, ma il giorno dopo l’omicidio plurimo, le strade sono pulite e le coscienze dei molti lavate.
Proverai a pensare alle utilizzazioni di quel cannone.
La tortura è vietata. Ma Guantanamo e Abu Ghraib non sono solo eccezioni.
La pena di morte è vietata. Ma negli Stati Uniti e nel mondo è un fatto quotidiano.

La libertà di parola e di pensiero è sancita non solo dalla nostra Costituzione. Ma, di fatto, con meccanismi come questi ogni libera espressione può essere ridotta ai minimi termini fino alla sua cancellazione totale.
Per ora il cannone non sarà utilizzato. Solo nel 2006 sembra essere stato provato, ma nel 2007 si testerà sul campo, in Iraq.
“It’s a long, long war” dice Dabliu Bush riferendosi alla sua guerra al terrorismo.

Una lunga, lunga guerra che è però missione di pace per l'ex Consiglio dei Ministri italiano. Armata, ma di pace.
E in quello attuale l'Italia sembra essersi in parte separata dagli U.S.A.

“It’s a big, big crime” direi io riferendomi alle sue armi e ai suoi metodi di gestire i dissidenti politici.
Con armi come questa si minano le basi democratiche dello Stato.
Con armi come queste si minano tutte le libertà fondamentali del sistema internazionale.
Con armi come queste si creano pericolosi precedenti nel sistema giudiziario internazionale.
Non sono sistemi atti alla difesa della democrazia. Sono crimini contro l’umanità che cuociono al microonde la democrazia.

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