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Melodie georgiane

Due gruppi, trascinati dalla stessa passione per la polifonia georgiana, fanno da ponte tra il Caucaso e l'Europa, presentando ad un pubblico affascinato le melodie di una cultura millenaria
3 marzo 2007
Maddalena Parolin
Fonte: Osservatorio sui Balcani

Sintonia Tbilisi

Nella società georgiana il canto popolare ha sempre occupato una posizione di primo piano, grazie al suo ruolo centrale in tutte le varie occasioni di incontro e di celebrazione, ma anche nel lavoro e nella quotidianità. L'antichissima tradizione musicale del paese caucasico ha saputo resistere in un contesto nel quale lingua e cultura sono state per secoli minacciate e oppresse da numerosi popoli invasori.

In Georgia le origini della tradizione di canto polifonico risalgono infatti ad oltre 2000 anni fa: si tratta probabilmente di una tra le più antiche forme di polifonia del mondo. La prima testimonianza dell'uso di canti di lavoro, di guerra e di danza presso i georgiani è attestata da una fonte assira dell'VIII secolo a.C.

La peculiarità principale dei canti georgiani è appunto la polifonia, cioè l'intreccio melodico di più voci, a differenza degli stili monodici dei popoli vicini: armeni, azeri, arabi, turchi e persiani. Il valore prezioso della tradizione georgiana è testimoniato anche dal riconoscimento dall'UNESCO che nel 2001 l'ha inserita nell'elenco dei rari patrimoni universali della cultura immateriale.

In provincia di Vicenza esiste una corale femminile che si dedica alla tradizione musicale georgiana. La corale “Sintonia Tbilisi”, costituita nel gennaio 2002 e composta da dodici donne, si esibisce in un repertorio esclusivamente collegato alla tradizione georgiana: musiche sacre cristiano-ortodosse e canti di tradizione popolare in georgiano ma anche in russo. Il coro è diretto da Guliko Lomtatidze, musicista di lunga esperienza diplomata al conservatorio di Tbilisi, giunta in Italia a seguito della figlia Maia, violinista residente col marito italiano e tre figli sull'altopiano vicentino.

Merito dei successi della corale - che si esibisce ogni anno in numerosi concerti, ed ha cantato anche alla presenza del presidente georgiano Saakashvili in visita ufficiale in Italia - sono da un lato la passione trascinante della maestra per i canti del proprio popolo, dall'altro lato la profondità e suggestione dei canti stessi. Racconta Maia: “All’inizio non capivamo che, quando finiva il canto sacro Shen char venachi, la gente stava meditando e non si accorgeva che il brano era terminato. Poi iniziavano applausi a non finire…”

Nel nord dell'Europa, un altro gruppo raccoglie stupore e successi, agendo come ponte verso la cultura caucasica. I norvegesi Petter Simonsen, Svend Waage e Iver Waage si conobbero e cominciarono a cantare insieme nell'ensamble maschile “Gli scapoli”. Nel 1996 fondarono il “Trio Giorgi” con un repertorio tratto dalla tradizione popolare georgiana, che Svend studiava nella sua tesi di laurea. Racconta Svend: “La prima volta che ho sentito la musica popolare georgiana è stato in un negozio ad Oslo: sono rimasto subito affascinato da quelle melodie, ed ho deciso di scrivere la mia tesi sui canti popolari georgiani”.

L'attività del “Trio Giorgi”si interruppe però nel 2001, quando Svend si trasferì in Georgia.

Ensemble Giorgi

Nell'estate 2005, il gruppo si ritrovò assieme all'amico e maestro georgiano Beka Sebiskveradze, per una sessione di una settimana di studio, in una località sulla costa del Mar Nero, al confine con la Turchia. Da quell'esperienza venne fondato l'attuale gruppo, l'“Ensemble Georgi”. Come ricordano i componenti “in quei giorni, ospiti di una piccola pensione a Saarpi, uno dei più importanti centri di commercio del Mar Nero in epoca medievale, una combinazione di canto, studio, vacanze e i celebri vini georgiani, ci offrì una fortunata base per i successi del futuro.”

Ascoltando l'Ensemble Georgi ci si perde in un universo musicale antico e affascinante. Le melodie, gli eleganti costumi tradizionali (choxa) e le voci potenti ed espressive guidano in un viaggio nelle lontane montagne del Caucaso, verso il Mar Nero, tra monasteri e campagne, lasciando lo spettatore incredulo al termine di ogni esibizione.

Il gruppo, anche se di recente formazione, ha subito riscosso meritati successi e suscitato un sincero apprezzamento della critica, anche durante la tournée in Georgia nel novembre scorso. “I georgiani che ci ascoltano esprimono gratitudine per il nostro interesse verso la loro tradizione. Sono un popolo fiero della loro cultura ed ugualmente sono fieri quando vedono stranieri esibirsi nei loro canti”, afferma Svend.

Il gruppo segue prevalentemente la tradizione basata su tre voci e l'improvvisazione, lavorando senza ausilio di partiture e musica scritta, ma esclusivamente sulla base dell'ascolto di concerti e registrazioni: “Le trascrizioni sono un mezzo che non riesce a riflettere tutti i dettagli e le sfumature della tradizione”, spiegano. Accanto alle esibizioni e ai concerti infatti, portano avanti un lavoro di ricerca e studio prendendo parte a seminari e festival.

In Georgia, nonostante i rischi di contaminazione e omologazione ai gusti musicali moderni internazionali, l'interesse per la tradizione di canto nazionale è piuttosto radicato. Come spiega Beka Sebiskveradze: “Al giorno d'oggi c'è ancora un interesse molto forte per la tradizione canora, anche tra i giovani, con moltissimi gruppi e cori composti da adulti o da bambini. Ovviamente c'è sempre il rischio di una influenza negativa dovuta all'occidentalizzazione, ci sono ad esempio gruppi che mischiano il folklore con altri generi”.

Ogni regione del paese ha una propria tradizione, stile e repertorio, con una particolare differenziazione tra l'est e l'ovest, al tempo stesso però la musica è un elemento unificante. Per la maggior parte dei georgiani il canto costituisce un fattore identitario molto forte, proprio come la lingua (che sembra non avere parentele con altre famiglie linguistiche e possiede un proprio alfabeto, uno dei 14 al mondo). Uno degli ambiti nei quali la tradizione polifonica vocale georgiana rimane indubbiamente molto radicata nel contesto sociale, come genuina espressione personale e di gruppo, è all'interno del celebre e lungo rituale del brindisi.

L'esecuzione del canto tradizionale ha infatti un ruolo di rafforzamento dell'identità culturale non solo dei cantanti, ma anche di chi li ascolta, e riconosce le melodie e le storie della propria terra. Accanto al vino, alla cucina, alla poesia e alla leggendaria ospitalità, il canto popolare può essere considerato uno dei principali aspetti “promozionali” della Georgia all'estero.

Note: Per ascoltare alcuni brani dell'Ensemble Georgi:
http://www.ensemblegiorgi.no/eng/listen_to_us.htm
Per contattare il coro “Sintonia Tbilisi:
sintonia.tbilisi@hotmail.it

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