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Paradise Road

Durante la Seconda Guerra Mondiale alcune donne occidentali vengono fatte prigioniere dai giapponesi e rinchiuse in campi di concentramento: sarà la musica a salvarle dagli orrori della guerra. Tratto da una storia vera.
31 marzo 2003
Loris D'Emilio

Come appare scritto alla fine del film, la storia è basata su un fatto realmente accaduto, ed è stata possibile scriverne la sceneggiatura grazie al racconto di alcune superstiti ancora in vita all'uscita del film.

Siamo nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, a Singapore. Gli scontri appaiono essere lontani, gli inglesi - che si sentono sempre i padroni del mondo - assicurano che mai e poi mai i giapponesi riusciranno ad arrivare fin lì. Detto fatto, in pochi giorni Singapore cade in mano ai "figli del Sol Levante", e tutti gli occidentali sono in fuga.
Su una nave vengono evacuati donne e bambini, ma questa viene affondata dall'aviazione giapponese e le superstiti riescono a raggiungere a nuoto Sumatra. Qui vengono fatte prigioniere dai giapponesi e rinchiuse in un campo di concentramento in mezzo alla giungla.

La storia nasce praticamente da qui, è il racconto di cosa hanno passato queste donne in tre anni di prigionia, fino alla fine della guerra ed alla loro liberazione (passeranno, dicono sempre le scritte a fine film, circa due settimane prima che un gruppo di soldati alleati riesca ad arrivare al campo - che nel frattempo era stato spostato ancor più all'interno della giungla dopo che gli americani avevano cominciato il contrattacco - e a recuperare le superstiti).

Giorni e giorni di duro lavoro nei campi, sempre umiliate dai giapponesi che le costringono ad onorare la loro bandiera, ad inchinarsi davanti a loro, etc.
Cosa riesce dar loro la forza di sopravvivere, di andare avanti? La musica.
Tra loro infatti c'è Adrienne (Glenn Close), inglese, moglie di un commerciante di thé, laureata alla Royal Academy di Londra come violinista, che fa sua l'idea di un'altra prigioniera, una missionaria olandese catturata in Cina, di istituire un coro polifonico.
Il tutto, naturalmente, di nascosto dai giapponesi (che vietavano alle prigioniere di scrivere, di riunirsi in più di quattro, e via dicendo), ma alla fine, con un vero e proprio "colpo di mano", Adrienne metterà i giapponesi di fronte al fatto compiuto e terrà un concerto per tutte le prigioniere.

- Commento -

Come ho letto nel trailer di un giornale, è un film femminile, ma non femminista. Condivido questa impostazione. Le caratterizzazioni dei personaggi sono semplicemente fantastiche, dalla snob all'acida, dalla maldicente alla cinica, dall'innamorata che si lascia morire quando viene a sapere della morte del suo uomo all'innocente ed ingenua crocerossina ... tutte perfette, Glose sopratutte.

Ma la figura che, per me, spicca tra le altre è proprio quella della missionaria, la vera ideatrice del coro (anche se poi questo sarà diretto da Adrienne/Close), impersonata da Pauline Collins. Bravissima a "reggere la scena", strepitoso il suo ruolo (i momenti in cui tiene testa ai soldati giapponesi sono stupendi, è bellissima è la battuta che scambia con la Glose quando i giapponesi uccidono una prigioniera davanti ai loro occhi: "non riesci proprio ad odiarli?" "c'ho provato, ma non ci riesco. Più sono cattivi più provo dispiacere per loro". stupenda).

Da menzionare ancora Frances McDormand, nella parte della cinica dottoressa tedesco/ebrea, veramente molto brava nel suo ruolo (anche se non ho capito il senso del doppiaggio in italiano, mmah?).

Scenografia, fotografia e costumi, veramente ben fatti, regia eccellente, soprattutto nei giochi di primi piani (e con l'espressività di certi volti, meritavano veramente).

Una storia cruda, come crudi sono tutte le storie di guerra, e tra queste le storie dei prigionieri, soprattutto se civili inermi, quando - oltretutto - non vengono minimamente rispettate le convenzioni in proposito (indicativo il commento del capitano giapponese: "il Giappone non ha firmato nessuna convenzione, e comunque se è scoppiata la guerra vuol dire che è il momento di cambiare queste regole").
Ma una storia anche molto umana, emotivamente coinvolgente, e meravigliosamente portata sullo schermo grazie alla bravura di queste attrici, che hanno davvero saputo interpretare parti sicuramente non facili.

Note: Titolo originale: Paradise road
Nazione: Australia/Usa
Anno: 1997
Genere: Drammatico
Durata: 112'
Regia: Bruce Beresford
Sito ufficiale: http://www.foxsearchlight.com/paradise
Cast: Glenn Close, Frances McDormand, Pauline Collins, Cate Blanchett, Jennifer Ehle, Julianna Margulies
Produzione: Greg Coote, Sue Milliken
Distribuzione: 20th Fox
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