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Largo ai giovani nella satira

Disegnatori e umoristi ultracentenari monopolizzano giornali e tv
9 giugno 2007
Nicola Brusco
Nel nostro Paese è ben nota la gerontocrazia che imperversa in tutti i settori. Si tratta di una vera casta che non lascia spazi ai giovani per esprimersi: dalla politica, al giornalismo, alla difesa del Milan. Oggi vogliamo parlare di una gerontocrazia che ci tocca più da vicino: quella della satira.

In Italia esistono una serie di disegnatori istituzionali, da Forattini a Giannelli a Vauro, che più o meno politicamente schierati dispensano il loro genio umoristico all'intera nazione attraverso i giornali, grazie a un posto assicurato da laute prebende.

Dall'altra parte, ci sono una miriade di giovani disegnatori, da Mauro Biani a tanti altri, costretti a cercare un angolo di notorietà tra gli spazi del web o su giornali meno importanti. Alcuni di questi spesso sono tacciati di dilettantismo. Ricordo quella volta che Caviglia disse a noi della redazione di Giuda "le vostre vignette sono ridicole e si salva un articolo su trenta".

Allora andiamo a spulciare le vignette dei grandi maestri e le nostre. Cerchiamo di trovare quel tocco di genio, quella classe indiscutibile che giustifica la sua presenza sulla prima pagina di un quotidiano a vasta tiratura. Francamente, fatichiamo a trovarla; capita anzi che a volte una vignetta dl Corriere sia una brutta copia di una comparsa tre giorni prima su Internet:

Nulla di male, le battute si sa circolano, vengono inventate in più posti contemporaneamente, viaggiano alla velocità della luce, si riproducono libere e spesso tornano nella casella di posta del loro inventore. Questa poi non era neppure delle più originali, sarà venuta in mente a mezzo milione di italiani.

Ma allora ci chiediamo di nuovo: qual è la differenza qualitativa tra noi bravi dilettanti, che di mestiere facciamo ben altro, e i sacri guru della satira? Fatichiamo a trovare una risposta favorevole a questi ultimi.

Un giorno anche i nuovi vignettisti avranno fama e gloria: quando i vecchi, per sopraggiunti limiti di età, non saranno più in grado di tenere in mano una penna, e qualche politico regalerà loro qualche sedia in qualche redazione. Così, tutta la produzione artistica attuale sarà perduta. Forse, la produzione più interessante: perché sappiamo bene che l'energia giovanile spesso lascia il posto a una quieta senescenza che, pur producendo cose mirabili, manca della pazza incoscienza e a volte geniale spontaneità dei primi decenni di vita.

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