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Il brivido della sicurezza

Psicopolitica del terrorismo, dello squilibrio ambientale e nucleare

Copertina libro "Il brivido della sicurezza"

“IL BRIVIDO DELLA SICUREZZA - Psicopolitica del terrorismo, dello squilibrio ambientale e nucleare”

(FrancoAngeli Editore, Collana “La Società”)

“Il brivido della sicurezza” è stato redatto per il Congresso mondiale dei Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare (IPPNW- International Physicians for the Prevention of Nuclear War, Helsinki 7-10 settembre 2006).

L’autore - partendo dall’attualissimo carteggio fra Einstein e Freud - collega il terrorismo al suo significato originario, cioè all’evocazione del terrore, esplorando l’intreccio della violenza con le istituzioni, con la minaccia nucleare e con la crisi ambientale.

La “sicurezza” va considerata in maniera multidimensionale, così come affermano anche la Nato e l’Unione Europea. Partendo da Einstein e Freud, l’autore collega il terrorismo al suo significato originario, cioè all’evocazione del terrore, e scopre come esso sia collegato alla minaccia nucleare e alla crisi ambientale.

Siamo coinvolti, in questa fase storica di instabilità, in una spirale perversa confermata dall’aumento dei fenomeni criminali e soprattutto dallo stato di allarme sociale, di confusione e disgregazione percepiti dalla popolazione.

Nel saggio viene evidenziato il nesso fra sicurezza umana ed economica e l’intreccio della violenza con le istituzioni. Le radici soggettive dell’aggressività, del senso di insicurezza e di paura, si ripercuotono sulle istituzioni e sulle loro scelte, che a loro volta alimentano un circolo vizioso.

Tullio analizza la personalità dei terroristi suicidi, di coloro che li approvano e delle masse occidentali benestanti. Egli indica come le reazioni bio-psichiche al pericolo e diverse emozioni umane (rabbia, avidità, brama di potere e controllo, produzione compulsiva, consumismo, dipendenza e conformismo, sia individuali che collettive) siano alla radice della vulnerabilità del sistema e della fragilità ecologica, socio-economica e psico-sociale.

La ex Jugoslavia è un esempio di relazione fra vertice e massa nelle situazioni di guerra e fra crisi politico-economica, crisi psichica ed attivazione distruttiva quando gli impulsi collettivi e la mente “viscerale” prevalgono su quella razionale.

Per uscire da questa spirale non esistono ricette preconfezionate né facilmente attuabili. La disponibilità ad un parziale ridimensionamento dell’attuale benessere materialistico ed un percorso condiviso, fatto di scelte politiche di ascolto, incontro e mediazione con “l’altro”, possono portare ad una inversione di tendenza.

Ampie parti della presente ricerca sono state pubblicate in inglese dalla rivista Medicine, Conflict and Survival (organo della IPPNW, International Physicians for the Prevention of Nuclear War, premio Nobel per la Pace), ed in serbo da Ljudska Bezbednost (Human Security rivista della Facoltà della Sicurezza, Università di Belgrado).

Note: Francesco Tullio, (www.francescotullio.it; tullio@unisi.it ), psichiatra, psicoterapeuta ed esperto di mediazioni, è stato responsabile medico contro i missili Cruise a Comiso e contro i bombardieri in Calabria, volontario in Iraq nel 1990, medico nella marcia dei 500 a Sarajevo nel 1992. Per il Ministero della Difesa ha curato: La difesa civile ed il progetto caschi bianchi; peacekeepers civili disarmati, ed. Franco Angeli, Milano 2001. Per il Ministero degli Esteri: Le ONG e la trasformazione dei conflitti. Le operazioni di pace nelle crisi internazionali. Analisi esperienze e prospettive, Ed. associate, Editrice Internazionale, Roma, 2002. Promotore dei Corpi civili di pace e cofondatore del Centro interuniversitario per la pace, l'analisi e la mediazione nei conflitti, presso l'Università di Siena/Arezzo. Attualmente è visiting professor su strategie comunicative e competenze relazionali nelle crisi alla Facoltà della Sicurezza della Università di Belgrado.
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