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Lettera aperta al ministro della Pubblica Istruzione

Due studenti dell'Università di Pisa hanno scritto una lettera aperta al ministro Gelmini. Ad oggi - come risposta - hanno ricevuto solo monologhi su YouTube: l'organo ufficiale del MIUR
Giacomo Alessandroni5 febbraio 2009


Riceviamo e - volentieri - pubblichiamo questa lettera aperta al ministro della Pubblica Istruzione on. Maria Stella Gelmini. Questa lettera è apparsa inizialmente su YouTube come "video di risposta" ad uno dei tanti monologhi del ministro.
È importante, non solo ascoltarla, ma anche leggerla e diffonderla: questi ragazzi credono nelle loro parole al punto di metterci la faccia. Io, di conseguenza, ci metto la firma.

Buonasera, ministro.
Inviamo questo video per porle alcune domande circa la legge del 6 agosto 2008 n. 133(1) di conversione del d.l. del 25 giugno 2008, n. 112(2) riguardante "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria".

La prego di non respingere queste domande alla luce del fatto che tale legge non dipende direttamente da lei, poiché a quanto mi risulta lei non si è mai espressa pubblicamente contro tale legge, che pure incide molto pesantemente sul settore dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Deve quindi rendere conto a noi cittadini di questa scelta.

L'art. 16 della legge 133 riguarda la facoltà degli atenei di trasformarsi in fondazioni di diritto privato, a seguito di una delibera approvata a maggioranza assoluta del senato accademico(3).

Ci vuole spiegare perché il governo ha ritenuto di varare questa norma che - di fatto - apre la strada alla privatizzazione delle università? A quanto ci risulta, la legge non prevede alcun vincolo sugli introiti che le neonate fondazioni potranno ottenere dalle tasse pagate dagli studenti, a differenza di quanto accade attualmente per l'università pubblica. Questo significa che assisteremo presto ad un aumento consistente delle tasse universitarie, sul modello di quanto avviene - ad esempio - negli Stati Uniti, dove i tuition fees che uno studente deve corrispondere annualmente all'ateneo si aggirano sui trentamila dollari. In questo modo solo chi è ricco potrà studiare, a meno di ricorrere ad un mutuo, penalizzando estremamente la mobilità sociale.

Beata ignoranza. Il santino più gettonato nelle manifestazioni sopo san Precario e santa Assunta d'Avvero.

Inoltre vorremmo che lei ci spiegasse quali contromisure sono state prese per evitare che, all'interno di tali fondazioni, si intrufoli il malaffare mafioso. In particolare notiamo che gli atenei dispongono solitamente di ingenti beni immobili, quali edifici situati in zone di pregio nelle maggiori città italiane. Le fondazioni subentrerebbero agli atenei nella proprietà di tali immobili. Lei ritiene che non vi sia il rischio che questo patrimonio immobiliare venga svenduto ai soliti noti con evidente danno per lo stato e la cittadinanza tutta? Ammesso che il governo voglia scongiurare questo rischio, perché non ci illustra quali contromisure intende prendere in merito?

Infine, sempre riguardo all'art. 16, dove ritiene che le neonate fondazioni potranno reperire i fondi necessari alla ricerca di base? Non crede che nella situazione italiana, caratterizzata dalla predominanza della piccola e media impresa, siano pochi i soggetti privati in grado di finanziare un impegno duraturo nell'ambito di ricerche non immediatamente monetizzabili? Ritiene che un'azienda a conduzione familiare abbia l'interesse o la possibilità di finanziare l'esplorazione spaziale o la ricerca nella fisica delle nanostrutture? E che ne sarà della ricerca nell'ambito umanistico, la cui libertà e indipendenza dal potere politico ed economico erano garantite proprio dalla natura pubblica delle istituzioni universitarie? Avremo studi di sociologia sponsorizzati da Mediaset?

L'art. 17 della legge 133 prevede poi che venga soppressa, a partire dal 1° luglio 2008, la Fondazione IRI, le cui dotazioni patrimoniali vengono destinate, dal comma 2, alla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia di Genova che fu fondato per volontà dell'allora ministro Moratti durante il precedente governo Berlusconi e i primi tre membri del consiglio sono a nomina politica, nello specifico del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dell'Economia e delle Finanze, e del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Ci vuole spiegare il perché di questa scelta? In particolare, se si ritiene che tale struttura sia immune dagli sprechi e dalla malgestione che affliggerebbero il mondo universitario, le chiediamo di commentare in merito allo stipendio percepito dall'attuale presidente di tale ente, Vittorio Grilli(4).

Per quanto riguarda gli articoli 64 e 66, nel sorvolare sulla questione dei tagli che sono stati motivati dichiarandone l'indispensabilità nell'attuale situazione di crisi, non possiamo tuttavia non notare l'ipocrisia insita nell'affermazione per cui il blocco del turn over - per il personale - sarebbe stato da lei alzato al 50%, in quanto quest'azione ci sembra simile a quello che fanno gli abili commercianti in periodo di saldi quando prima alzano il prezzo e poi fanno lo sconto. Lei dichiara di aver alzato il turn over al 50% quando proprio la legge 133 lo aveva bloccato al 20%: si tratta di una scelta preventivata? E soprattutto, se è potuta intervenire in merito a questo articolo, perché non ha ritenuto opportuno intervenire anche in merito all'articolo 16?

Infine, venendo a questioni che esulano dalle specifiche disposizioni di legge, vuole per caso commentare circa le dichiarazioni rilasciate dal sen. Cossiga il 23 ottobre scorso, ormai tristemente note e presenti anche sulla rassegna stampa del governo?(5) Vuole commentare anche sulla posizione presa dal presidente del consiglio che aveva invocato l'intervento delle forze dell'ordine per porre fine alle occupazioni degli atenei?(6) Ritiene che l'ingresso della polizia nelle università sia auspicabile e faccia parte dell'avvicinamento del nostro sistema universitario al modello statunitense? Dovremo presto assistere ad episodi simili a quello avvenuto l'anno scorso presso la University of Florìda in cui uno studente che aveva posto una domanda scomoda al sen. Kerry è stato strappato via dal luogo del dibattito, ospitato sul campus universitario, dall'intervento delle forze dell'ordine, che non hanno esitato a colpirlo con l'arma elettromagnetica che va sotto il nome di Taser?

Per favore, nel risponderci, tenga conto che l'università in Europa ed in particolare in Italia ha una grande tradizione di indipendenza dal potere politico, quasi di extra-territorialità, che la rende luogo privilegiato della critica e dell'articolazione del dissenso. Non crede che una riforma che indebolisce questo ruolo, rappresenti un pericolo per la democrazia nel nostro paese?

Noi vogliamo un università pubblica, libera e che dia uguali opportunità di accesso indipendentemente dal reddito.
Grazie!

Alessandra e Mario (Università di Pisa)

Note: (1)Legge 6 agosto 2008, n. 133 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008 - Suppl. Ordinario n. 196
(2)Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 25 giugno 2008 - Suppl. Ordinario n.152/L
(3)Il senato accademico è l'organo collegiale di governo dell'ateneo, costituito dal rettore, con funzioni di presidente, dai prorettori o vicerettori, dai presidi di facoltà, dai rappresentanti dei dipartimenti, da una rappresentanza degli studenti e dal direttore amministrativo, quest'ultimo con voto solo consultivo e funzioni di segretario.
(4)"Vittorio Grilli dichiarava poco più di 550mila euro". Fonte: il Giornale, 25 maggio 2008.
(5) L'intervista al Presidente Emerito sen. Francesco Cossiga del 23 ottobre 2008 è disponibile nella rassegna stampa del Governo sia in formato testuale, sia come scannerizzazione del giornale in formato pdf.
(5) L'intervento del presidente del consiglio è riportato in questo articolo del Foglio del 23 ottobre 2008.

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