E' la sua una vocazione all'urlo nel sociale, ma un urlo sommesso che passa attraverso matite e colori, spesso colori vivi che portano gli ultimi della Terra (e dell'Italia truffaldina e corrotta) ad essere protagonisti dei suoi lavori. Inni alla legalità e alla Costituzione, all'onestà e alla denuncia delle ingiustizie palesi che sempre più corrodono e avvelenano il nostro mondo.
Il 24 giugno scorso ha chiuso i battenti Mauro Biani Contastorie, la mostra antologica del vignettista satirico, allestita al Museo della Satira e della Caricatura di Forte dei Marmi.
Un ricco campionario, con 200 opere esposte e migliaia di visitatori nell'arco di tempo della sua apertura. Non solo vignette ma soprattutto, "Satira, sculture e racconti per restare umani".
E', la sua, una vocazione all'urlo nel sociale, ma un urlo sommesso che passa attraverso matite e colori, spesso colori vivi che portano gli ultimi della Terra (e dell'Italia truffaldina e corrotta) ad essere protagonisti dei suoi lavori. Inni alla legalità e alla Costituzione, all'onestà e alla denuncia delle ingiustizie palesi che sempre più corrodono e avvelenano il nostro mondo.
Se è vero che ciascuno di noi ha, nel suo piccolo, il dovere di espandere in apertura al mondo le proprie risorse, ecco che le risorse artistiche e umane di Mauro hanno trovato la loro strada. Già nel 2007 ricevette - sempre nella città versiliese - l'importante premio "Pino Zac" per la satira sul Web; e negli anni che seguirono egli è maturato ancora. Ma noi già da prima lo conoscevamo, quale illustratore attento delle vicende umane che rimbalzano quotidianamente nei giornali, nei siti e nei blog di chi non può tacere.
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