Cultura

Lista Cultura

Archivio pubblico

"La Ferocia" di Nicola Lagioia: un bestiario verosimile del 21° secolo

«I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce»
23 aprile 2015
Teresa Manuzzi

Nicola Lagioia

“La ferocia”, l’ultimo libro edito per Einaudi, narra la vita pubblica e privata dell'immaginaria famiglia di costruttori baresi: i “Salvemini”. Famiglia composta dal capofamiglia, Vittorio, dalla moglie, Annamaria e dai 4 figli, di cui uno, Michele, nato da un rapporto extraconiugale del padre. Una delle due figlie di Vittorio Salvemini, Clara, viene trovata morta ai piedi di un autosilo, ma sin dall’inizio il lettore si renderà conto che la vera causa della morte della ragazza è un incidente stradale che si cerca di mantenere nascosto. L’autore in particolare approfondisce il rapporto che in passato ha unito Clara al fratello Michele. Nicola Lagioia, che vive stabilmente a Roma, ha fatto tappa a Modugno per presentare la sua ultima fatica letteraria, che gli è costata 5 anni di lavoro, così ho provato a porgli alcuni interrogativi per capire meglio “La ferocia”. T.-Il titolo suggerisce qualcosa di “bestiale”, la narrazione infatti alle volte pare un “bestiario” all’interno del quale le “fiere” descritte sono le varie figure degli esseri umani. Ognuno è feroce a modo suo nei confronti di qualcun altro. Chi decide di “affrancarsi” da questa naturale bestialità è solo un eroe solitario?

N.- Nel 1989, dopo la caduta del Muro di Berlino, dicevano che sarebbe cominciata l’ “Era dell’acquario”, un’era di prosperità e di pace. Nel 1991 però lo spettro della guerra è ripiombato sull’Europa e ci siamo trovati con la guerra in Jugoslavia. Quella del XXI secolo è una “Ferocia Legale” perché l’allargamento della forbice tra i ricchi e i poveri dimostra che le previsioni erano sbagliate, qualcosa è andato per il verso sbagliato. Il clima si è incarognito. La Ferocia, di cui parlo nel libro, è un ritorno allo stato di natura, è la “Legge della Giungla” che ci ripiomba addosso. Pensiamo sempre che sia la fine, ma poi ci ripiomba addosso. Ho giocato con il nome stesso dei Salvemini, che storicamente è associato a Gaetano Salvemini un pilastro della tradizione democratica ed etica italiana. Io ho utilizzato lo stesso cognome per una famiglia di farabutti. I Salvemini sono dei “Cozzali arricchiti” e il capofamiglia, Vittorio, è perseguitato dalla paura della miseria, quindi accumula il più possibile. Sono talmente voraci che non si rendono conto che se la comunità di un territorio ti ha arricchito devi anche pensare a ridistribuire la ricchezza accumulata sullo stesso territorio.

T. - Emerge prepotentemente il rapporto, quasi ossessivo, che i due fratelli, Clara e Michele, vivono. In un certo momento della vita i due fratelli si riconoscono. Allo stesso modo il lettore si riconosce all’interno della società corrotta nella quale si muovono i personaggi. Michele e Clara sono le pecore nere, gli insani, gli errori di sistema, le anomalie.

N.- È impossibile, in Italia, parlare delle vita pubblica senza parlare di famiglia perché abbiamo  copertina "La ferocia"

ancora una visione del nucleo famigliare molto simile a quella di un clan. Il nostro mondo comincia e finisce una volta chiusa la porta di casa, allo stesso tempo è sempre nella famiglia che nascono dei malumori. Questo è endemico del nostro Paese. Persino il nostro mito fondativo parla di un dramma familiare. Mentre il Regno Unito fonda la sua esistenza sulla decapitazione dei re, in Italia tutto nasce dall’uccisione fratricida di Romolo e Remo. A volte, nelle famiglie nascono questi “Figli sbagliati”. Michele e Clara sono dei figli sbagliati che decidono di mettersi contro la loro stessa famiglia. Michele è un bambino ipersensibile, non amato, e come tutti i bambini non amati è problematico. Ha bisogno di una chiave per accedere a sé stesso. Allo stesso tempo, come tutti i bambini problematici, è anche portatore di una verità che la famiglia non vede. Clara è l’unica che capisce questa cosa e decide di non lasciare perdere e lo fa a fin di bene.

T.- Visti anche gli ultimi scandali che hanno portato all’attenzione della cronaca gli appalti delle Grandi Opere, l’Italia, almeno sotto il punto di vista della corruzione è unita. Più che di una “Questione meridionale” possiamo parlare di una questione di dignità? La consapevolezza che a pagare sono solo gli sprovveduti o coloro che non possono permettersi gli avvocati migliori ha creato un callo e per questo motivo la comunità ha innalzato il proprio grado di sopportazione e così facendo ha abbassato la propria dignità? Un esempio perfetto è la descrizione di Taranto presente all’interno del libro. Perché non ci sentiamo più così tanto offesi dai poteri forti che barattano, in tutta Italia, la nostra terra e la nostra salute per guadagni sempre più grandi?

N.- Il problema di noi Italiani è che crediamo che gli italiani sono sempre gli altri. Penso che è cambiato il nostro rapporto con la colpa, il rapporto che abbiamo con gli errori che commettiamo. Mentre i cattivi di Balzac erano cattivi coscienti di essere cattivi e potrebbero pentirsi o non pentirsi, oggi si vuole uscire puliti anche ai propri stessi occhi. Qui ritorniamo al concetto di famiglia. Siamo il Paese che vive la famiglia come un clan, ma che, allo stesso tempo percepisce tutto quello che c’è fuori dalla porta di casa come terreno di conquista. Ne è l’esempio l’incendio del Petruzzelli, per ricostruirlo ci sono voluti 10 anni perché la società civile non percepiva quel teatro come un valore e come un bisogno per la città. Se questi bisogni non sono espressi dalla società, dagli abitanti di un luogo, anche la politica non li considera prioritari.

T.- Francesco Rosi, all’interno de “Le mani sulla città scrisse «I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce» è senza dubbio una frase che potrebbe chiudere anche “ La ferocia”. Grazie mille per la disponibilità, Nicola.

Articoli correlati

  • Comitato pace, no a nuovo quartier generale NATO a Taranto
    Disarmo
    "Denaro più utile a tutela ambiente"

    Comitato pace, no a nuovo quartier generale NATO a Taranto

    "I 18,1 milioni di euro destinati a questo nuovo quartier generale della Nato avrebbero potuto sostenere progetti per migliorare la qualità della vita dei cittadini, investendo in infrastrutture civili, progetti di tutela ambientale e opportunità di lavoro".
    10 novembre 2024 - Adnkronos
  • ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
    PeaceLink
    Lettera ai sostenitori di PeaceLink

    ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica

    L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.
    29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink
  • Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
    PeaceLink
    Ottobre 2024

    Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink

    Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.
    29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • IT.A.CÀ e il turismo responsabile arrivano a Taranto e nella Terra delle Gravine
    Consumo Critico
    “Dove mai andiamo? Sempre a casa”

    IT.A.CÀ e il turismo responsabile arrivano a Taranto e nella Terra delle Gravine

    IT.A.CÀ è il primo e unico festival in Italia sul turismo responsabile ed è arrivato alla XVI^ edizione; invita ogni anno a scoprire luoghi e culture in maniera responsabile e inclusiva ed a riflettere, per lanciare un’idea di turismo più etico e rispettoso dell’ambiente e di chi ci vive.
    28 ottobre 2024
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)