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Una vita dietro la telecamera: a tu per tu con Marcella Mitaritonna

I sogni, le passioni e la visione del mondo attraverso gli occhi di una giovane e brillante regista pugliese
7 marzo 2016


Marcella Mitaritonna è una bellissima ragazza di 32 anni, originaria di Bitonto in provincia di Bari, con una carica vitale esplosiva e contagiosa e con la voglia di conquistare il mondo. Ti colpisce per il suo carattere solare e aperto, per il suo sorriso e per quegli occhi capaci di guardare lontano, verso un futuro carico di possibilità. Marcella Mitaritonna

Molti giovani guardano al mondo del cinema come ad un paese delle meraviglie, un mondo dove tutto è possibile ma, forse, ignorano tutti i sacrifici che ci sono dietro prima di arrivare ad impugnare una macchina da presa, al percorso di studi da fare, in modo da avere la preparazione adeguata. Qual è stato il tuo?
-Dopo il liceo classico mi sono laureata alla Sapienza di Roma in Arti e Scienze dello Spettacolo, indirizzo cinema digitale, con tesi sperimentale in cinema di animazione e approfondimento in animazione Pixar. Successivamente dopo un master in 3D ed effetti speciali e un master in Filmmaker approdo al cinema con il mio primo corto “ILVAlore di un dono”, vincitore di alcuni premi internazionali tra cui il primo premio assoluto al Festival Internazionale del Cinema “Mendicino Corto” e il primo premio dal Cinit (Cineforum Italiani) ritirato durante la 72esima Mostra del Cinema di Venezia. Il mio secondo cortometraggio è stato Oltre le Nubi, che ha ricevuto la menzione speciale durante la 72esima Mostra del Cinema di Venezia da parte della “Green Cross Italia”, la filiale italiana di Green Cross International, l’organizzazione non governativa ambientalista, fondata da Mikhail Gorbaciov e presente in oltre 30 Paesi nel mondo.

Hai sempre saputo di voler lavorare nel mondo del cinema? Quando è nata in te questa passione?
-Da quando ho memoria c’è sempre stata in me questa passione. Amavo e amo tuttora andare al cinema, a teatro, a guardare film, spettacoli, opere liriche. Tutto ciò che è arte mi affascina e mi fa sognare. Da piccola passavo ore davanti alla tv e sognavo un giorno di poter creare io stessa quelle immagini meravigliose. Ma la vera e propria scintilla è scattata con il film Jurassic Park. Ricordo che i miei compagni di classe organizzarono un pomeriggio al cinema per vederlo tutti insieme ma io, per varie vicissitudini, non riuscii ad andare con loro. Eppure era tanta la voglia di vederlo che un pomeriggio rimasi per ore dietro la porta del cinema di Bitonto, con l'orecchio teso per riuscire ad ascoltare anche solo il sonoro di quel film fantastico. Chiudevo gli occhi e provavo ad immaginare le scene create dal regista, gli effetti speciali, l'emozione che stavano provando gli spettatori e in quel momento promisi a me stessa che mai più nessuno mi avrebbe impedito di vedere un film.

Come sei venuta a conoscenza del progetto del cortometraggio Oltre le nubi?
-Me ne hanno parlato la prima volta Fabio Matacchiera (presidente del Fondo Antidiossina) e Annagrazia Angolano (giornalista e co-sceneggiatrice) entrambi ideatori del corto. Devo confessare che, pur essendo pugliese di nascita, conoscevo poco e in maniera superficiale la situazione ambientale e sanitaria di Taranto. Ascoltando i racconti di Fabio e di Annagrazia, le loro idee riguardo al progetto, mi sono appassionata, ho sentito che qualcosa mi stava scattando dentro, nel profondo del cuore. Ho capito che avrei potuto utilizzare il cinema come mezzo divulgativo per riuscire a dar voce a tutte quelle persone che avevano speso la propria vita per liberare Taranto dalla schiavitù dell'inquinamento. Grazie a loro ho potuto vivere in prima persona in quello che è l'inferno quotidiano in cui vivono e combattono i tarantini, e ho deciso di sposare questa causa. Durante la lavorazione del corto ho avuto la fortuna di conoscere persone meravigliose come Fabio Matacchiera, Annagrazia Angolano e Assunta Torsello, tra gli altri, persone coraggiose che lottano ogni giorno per una Taranto migliore.

Durante le riprese del film hai avuto modo di passare dei giorni a Taranto e respirare la stessa aria che respirano gli abitanti del quartiere Tamburi, quello vicino al colosso siderurgico Ilva e di parlare con loro: che sensazioni hai provato?
-La sensazione che vivano in un vero e proprio inferno. Tutti, in un modo o nell’altro, hanno subito dei lutti in famiglia per via di patologie tumorali varie, legate all'inquinamento causato dalla fabbrica, che molti a Taranto chiamano “il Mostro”. Tutta la città vive questo dramma ambientale e sanitario, da anni ormai ed è una cosa devastante dal punto di vista umano.

In Oltre le nubi hai potuto lavorare con Blasco Giurato, un mostro sacro del cinema, premio Oscar per 'Nuovo Cinema Paradiso' di Giuseppe Tornatore. Com'è stato lavorare con lui? Cosa ti ha insegnato e cosa hai potuto rubargli per arricchire il tuo bagaglio come regista?
-Blasco è un uomo straordinario, umanamente e professionalmente. Oltre ad essere stato il mio padre cinematografico è un grande amico e mi ha insegnato tutto. Mi ha sempre detto: “ Marcella, qualunque cosa tu faccia nel cinema devi fare sempre poesia”... un insegnamento prezioso, che porterò sempre con me. Con il direttore della fotografia Blasco Giurato

Alla prima del film il teatro Orfeo era pieno in ogni ordine di posti, ti aspettavi tutto questo successo per il vostro cortometraggio? Cosa pensi sia piaciuto di più alle persone?
-La prima proiezione del 6 Novembre 2015 è stato qualcosa di indescrivibile, per certi versi più emozionante di Venezia. Lo considero il mio primo battesimo cinematografico e non lo scorderò mai. Non mi aspettavo tutto questo successo, questo calore e la partecipazione dell'intera città all'evento. Quando, alla fine della proiezione, il pubblico si è alzato in piedi ed è esploso in un fragoroso applauso io ero come intontita, frastornata, come se stessi vivendo in un sogno. Un'emozione fortissima che porterò per sempre con me, insieme al calore disarmante della gente di Taranto, alle persone che ho avuto la fortuna di conoscere durante tutta la lavorazione del cortometraggio. Per me è stata un’esperienza indimenticabile, sia umanamente che di crescita in ambito lavorativo, soprattutto per il fatto di essere riusciti a toccare il cuore delle persone. Credo che del corto sia piaciuta l’onestà dei sentimenti e la verità narrativa e che alla gente sia arrivato il nostro messaggio di speranza, per Taranto.

Alcuni pensano che i film, i libri o le canzoni servano a poco per risolvere la situazione ambientale e sanitaria in cui versa Taranto. Tu cosa ne pensi?
-Io penso che sarà l’arte, in qualsiasi forma, a salvare il mondo. Film, libri e canzoni sono solo alcuni dei tanti mezzi attraverso i quali Taranto potrà gridare la sua voglia di rinascere, puntando su quanto di più bello possiede: la forza della sua gente. Io ho iniziato la mia carriera a Taranto quindi questa città rimarrà per sempre nel mio cuore.

Oltre le nubi ha avuto la menzione d'onore al Festival del cinema di Venezia, ma non lo considerate un punto di arrivo. Quale sarà il prossimo passo per questo cortometraggio? La storia di Taranto verrà portata in altre città?
-Certamente! Stiamo organizzando proiezioni in altre città… piano piano stiamo raggiungendo ulteriori piccoli traguardi per questo corto low budget ma realizzato con grande cuore e anima.

E il prossimo progetto di Marcella Mitaritonna?
- C'è sempre un progetto da realizzare, un sogno da inseguire. È quello che mi fa sentire viva, piena di passione. Il mio più grande desiderio è quello di poter continuar a dar voce e visibilità ad altre storie meravigliose, storie di persone straordinarie che, troppo spesso, restano ai margini, inascoltate. Il cinema mi sta dando questa incredibile opportunità e un ulteriore motivo per continuare ad amarlo, come ho sempre fatto. Ad astra per aspera. Marcella Mitaritonna ciak

Beatrice Ruscio

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