Teatro per la pace per ricordare la prima guerra mondiale
Musiche, danza, immagini e filmati dell'epoca, narrazione con le parole di Mario Rigoni Stern ed Emilio Lussu. Con le le lettere dal fronte dei soldati alle loro famiglie. E con cenni significativi alle rivolte delle donne salentine nel 1917 contro la guerra.
Non poteva mancare - in uno spettacolo controcorrente - la canzone "Il disertore".
Il 31 marzo ad ospitare l'evento è stato il teatro Tatà, a Taranto, mentre il primo aprile è stata la volta dell'auditorium Cappelli di Martina Franca, che ha ospitato le scuole.
Lo spettacolo teatrale, con il patrocinio del Teatro Pubblico Pugliese, ha visto sul palco Gianni Penazzi (chitarra acustica), Miranda Cortes (fisarmonica) e Milko Merloni (contrabbasso).
Il nome del gruppo è Jamin-à ed è una formazione viene da Lugo di Romagna.
Sul palco ha danzato Virginie Lescouet, incarnando l'inquietudine della guerra, la tristezza e l'angoscia di chi ha aspettato invano il ritorno dei soldati. Davanti a lei gli scarponi dei giovani mandati al fronte. Alle sue spalle uno schermo gigante con le immagini della guerra.
Voci narranti: Marinella Marescotti e Gianni Penazzi.
L'iniziativa è stata organizzata dall'Archivio Luciano Marescotti.
La Pace, prima di tutto
"4-11-1918. Sull'altipiano"
Un sentito messaggio di Pace contro i vecchi odiatori bellici e i nuovi diffusori dell'odio, con la narrazione teatro-musicale liberamente tratta dall'opera di Emilio Lussu, curata brillantemente da Jamin-à all'Auditorium Cappelli, su iniziativa dell'Archivio Luciano Marescotti (Marinella Marescotti, Alessandro Marescotti) e di Gianni Svaldi.
"E' da oltre un anno che io faccio la guerra, un po' su tutti i fronti, e finora non ho visto in faccia un solo austriaco. Eppure ci uccidiamo a vicenda, tutti i giorni. Uccidersi senza conoscersi, senza neppure vedersi! E' orribile!" (Emilio Lussu, un anno sull'altipiano)
Antonio Scialpi, assessore alla Cultura del Comune di Martina Franca
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Colgo l'occasione per una sentita recensione allo spettacolo a cui ho partecipato su invito di Marinella. La storia con la "s" minuscola scrive denotazioni e connotazioni del nostro vivere umano. Quando sale sul palcoscenico con le sue pagine di letteratura, quelle dei soldati del Carso, di quei soldati eroi, veri, nostri caduti spesso in silenzio, senza lodi e senza terra, diventa Storia.Quella storia subìta, a cui hanno osato opporsi anche donne coraggiose dei nostri dintorni, brandendo solo la Rivoluzione della fame e della pace, ancora oggi canta e balla l'ostinata necessità ad opporsi, a rifiutare la guerra. Sempre per non dimenticare quanto è costata e che quella storia pagata col sangue siamo sempre noi. Davvero congratulazioni Marinella!
Anna Miola
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Grazie Alessandro. È stato molto emozionante lo spettacolo. Ho pensato a quanto dolore ingiusto ed inutile. A tutti quei ragazzi sottratti alla loro vita e ai loro affetti.
Poi ho pensato a tuo padre e a mia madre.
Spero tanto che la loro vita persista da qualche parte. Che la vita di tutti persista.
Annamaria Moschetti
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GRAZIE per L'UMANISSIMA serata! GRAZIE davvero cn tutto il cuore, non ho parole.
Clara Alessio
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Ieri sera spettacolo bellissimo, ricco di emozioni.
Loredana Flore
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