"Un contadino in mezzo al mare" - viaggio a piedi lungo le rive da Castelnuovo a Framura - un libro di Maurizio Maggiani (ed. il melangolo).
Maurizio Maggiani ha camminato a piedi piu' volte sugli stessi sentieri, in anni diversi, ma sempre nelle stesse stagioni: primavera e autunno (l'inverno e' per scrivere e l'estate per i vacanzieri) per poter poi offrire a noi, in questo libro fotografico, la possibilita' di guardare cio' che i suoi occhi (che cosi' poco vedono, dice lui) hanno visto e sentito.
Maggiani parte da Castelnuovo Magra, arriva a Framura e ci racconta quella terra a cui lui sa di appartenere e che appartiene a lui. Molti dei luoghi narrati dagli occhi di Maggiani i miei occhi (altrettanto miopi) li avevano gia' incontrati e spesso li rincontrano. Anch'io "sento" di appartenere a quella terra anche se lei non mi appartiene, o almeno non per diritto di nascita o per un qualsiasi altro diritto acquisito poi...
Non ci sono solo fotografie in bianco e nero in questo libro, ma la vita di Maggiani: un contadino che ha deciso di vivere al mare! Maggiani non ha molti piu' anni di me, ciononostante la realta' contadina di cui narra mi e' estranea. Eppure nemmeno io sono cresciuta in una citta', ma in un piccolo paese sulle rive di un lago, pero' nulla di cio' che narra Maggiani mi e' familiare; scopro cosi', leggendo queste pagine, un mondo quasi magico!
Dalla casa dove Maurizio Maggiani e' nato il mare dista si' e no in linea d'aria due chilometri, il loro vino aveva il profumo che aveva perche' alla vigna arrivava l'aria del mare. Se gli avessero permesso di salire sul tetto, Maurizio avrebbe potuto vedere il mare, invece lui e' cresciuto credendo che il mare fosse altrove; suo nonno (Gariba') che saliva sul tetto, per riordinare i coppi che il vento, che profumava il vino, scombinava, il mare sicuramente lo vedeva, ma del mare non ne faceva parola con alcuno, e al mare probabilmente mai c'era stato.
La nonna ('Nita) invece al mare ci andava con lui e le zie, o meglio loro andavano al mare e la nonna si fermava in una minuscola radura in mezzo al canneto, accendeva un fuoco basso e cuoceva il minestrone preparato con la verdura e il lardo o una crosta di formaggio che si era portata da casa. Quando il sole declinava la nonna arrivava fino alla spiaggia a chiamare gli altri, cenavano poi tutti insieme accanto alla pignatta fra le canne e piu' tardi tornavano a casa.
Molti anni dopo Maurizio Maggiani lascia la sua campagna e si trasferisce al mare, prima a Spezia citta' giovane ed orfana, poi a Monterosso, un luogo dove l'anima puo' confondersi con il paesaggio e dileguarsi in pace nell'orizzonte che lo delimita e lo separa da ogni altra parte della memoria; un luogo per riposarsi davanti a un tutto che nulla ricorda... Ma Maggiani "fuggira'" da Monterosso, un paese che si e' venduto ai turisti; e piangera' nel fuggire...
Questo "contadino", pero', scegliera' sempre il mare per vivere; sa da dove viene e sa che non e' sensato riempire l'oggi con lo ieri; e' uno spezzino oggi, raramente torna alla sua valle, alla sua campagna per non rimangiarsi una scelta che non e' stata certo facile; la carne e' debole e la nostalgia uccide, ma la saggezza sta forse nel capire e nell'accettare che la nostalgia non e' degli occhi, ma dell'anima...
La nostalgia di Maggiani pero', credo sia attutita e ben compensata dall'amore che egli nutre per il mare; questo amore traspare dalle foto in bianco e nero, foto semplici e "incredibilmente" belle; come semplici e "incredibilmente" profonde sono le parole in corsivo accanto ad ogni fotografia...
("Sono passato sul crinale fra Levanto e Bonassola che la brace del grande incendio del 99 era ancora tiepida. Com'e' possibile che sia ancora tutto cosi' incredibilmente bello?" M. Maggiani)
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