Qualche riflessione sul fenomeno delle stazioni radio su Internet

E' indubbio che le stazioni radio su Internet siano diventate un fenomeno di massa; iniziato quasi in sordina all'inizio del 2000 è via via dilagato, fino a diventare un uso diffusissimo.
13 aprile 2005
Massimo Mazza

Praticamente è piu facile ascoltare una radio Internet che una classica radio FM terrestre; oltre ovviamente a poter ascoltare utilizzando il PC di casa, oggi esistono anche apparati Hi-Fi di classe che includono, oltre al vecchio sintonizzatore FM, anche dispositivi per connettersi ad Internet ed ascoltare le radio sulla Rete; ovviamente è possibile farlo anche con i telefoni cellulari.

Ma cosa differenzia una radio Internet dalle classiche radio FM? Apparentemente niente: c'è la scaletta, ci sono i DJ, ci sono gli annunci pubblicitari, le trasmissioni in diretta, tutto. La grande differenza, è ovvio, sta nella raggiungibilità: mentre nella vostra città potete ascoltare qualche decina di radio FM classiche (per ovvi problemi di frequenze disponibili alle singole stazioni e per problemi di distanza da esse, se non hanno sufficienti ripetitori dislocati sul territorio), la visibilità di una stazione radio Internet è pressoché globale: ci si può connettere tranquillamente, ad esempio, ad una stazione radio dislocata negli USA, così come a una radio australiana o francese.

Ma è così difficile attivare una radio Internet? Assolutamente no: basta avere a disposizione un buon PC, una normale scheda audio, qualche centinaio di files MP3, scaricare e installare il poco software necessario gratuitamente reperibile, dotarsi di un microfono e una cuffietta. Il tutto in pochissimo tempo e praticamente senza nessuna spesa.

Mentre si è fatto un gran parlare finora dei problemi legali riguardo alla diffusione degli MP3 e dei software P2P per lo scambio di file, il problema delle stazioni radio Internet è rimasto quasi ignorato; cresciuto in sordina, il fenomeno delle radio Internet è dilagato a macchia d'olio, creando problemi di copyright. Perché? Perché è ovvio, ogni stazione radio terrestre FM paga (alla SIAE) i diritti d'autore sulle canzoni che manda in onda. Le radio Internet, quasi sempre, no.

Non dico che sia una cosa voluta, e che tutti coloro che mandano in onda uno stream radio su Internet siano pirati coscienti: semplicemente pochi sanno che, per trasmettere pubblicamente un brano musicale, qualunque sia il mezzo utilizzato (radio, tv, Internet, altoparlanti in locali pubblici...) occorre compilare l'elenco delle canzoni che si intende trasmettere e pagare i relativi diritti d'autore (alla SIAE in Italia, alla RIAA negli Stati Uniti, e così via).

Di fatto però, poiché anche un adolescente con un minimo di competenze informatiche può improvvisare la sua radio Internet, ecco che il problema rischia di diventare serio. Si aggiunga inoltre che, mentre per avviare una stazione radio FM terrestre classica occorre richiedere le relative autorizzazioni e attendere che venga assegnata la frequenza su cui trasmettere, per avviare una stazione radio su Internet bastano pochi minuti e qualche software, e nessuna autorizzazione da richiedere a chicchessia.

A questo punto è chiaro come questo rischi di diventare un problema serio. Tanto più che gli stream delle radio Internet, oltre a poter essere facilmente ascoltati utilizzando uno dei tanti programmi disponibili (Windows Media Player, Winamp, RealAudio, per citarne alcuni), possono altrettanto facilmente essere registrati (la qualità non sarà eccelsa, ma comunque sempre migliore delle vecchie gracchianti radio FM di tanti anni fa), aggiungendo così al danno, la beffa.

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