Il Papa contro Indymedia
Molti hanno fatto notare la coincidenza tra la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittimo l'articolo del Codice Penale che punisce con pene minori chi offende una religione diversa da quella cattolica e la notizia della richiesta di chiusura del sito di Indymedia a causa della pubblicazione di un fotomontaggio del Papa in divisa nazista.
Non è la prima volta che Indymedia si trova al centro dell'interesse della magistratura, anche se - di solito - per "reati" più sostanziosi di quello dell'offesa a capo di stato straniero (reato che non dovrebbe esistere più dal 1999) o di vilipendio alla religione, reato che non dovrebbe esistere proprio.
Fino a questo momento non sono arrivati ai gestori di Indymedia avvisi giudiziari o altro e non è detto che le veline delle agenzie si tramutino davvero in un oscuramento del sito. Anche se il sequestro operato dal FBI lo scorso anno e ancora avvolto nel più ridicolo dei misteri, non è certo un bel precedente.
La cosa più inquietante è che, fin dal giorno dopo l'elezione, è ampiamente circolata ed è stata pubblicata un po' dappertutto la foto del papa in divisa da giovane nazista e non si trattava di un fotomontaggio. Ma, più importante ancora delle pericolose idee politiche del capo della Chiesa o della sorte del sito di Indymedia, è la preoccupante tendenza della magistratura a perseguitare la satira, un bel salto indietro a tempi davvero tristi quando chi sfotteva un potente rischiava anche la vita.
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