OpenOffice? Un formato è standard
Boston - Il formato dei documenti definito nella specifica Open Document Format for Office Applications (OpenDocument) 1.0, lo stesso implementato nell'imminente OpenOffice 2.0, è divenuto ieri uno standard ufficiale dell'OASIS.
Basato sul formato sviluppato da OpenOffice.org, noto come Open Office XML, il neo standard rappresenta un importante passo del mondo open source verso la promozione di un formato capace di opporsi a quello proprietario di MS Office. Entrambi i formati sono basati su XML, ma mentre quello sviluppato in seno all'OASIS non pone vincoli d'uso e d'implementazione, quello di Microsoft è regolato da licenze piuttosto restrittive. Dietro alle sollecitazioni dell'Unione Europea, di recente il colosso di Redmond ha tuttavia tagliato qualche laccio rendendo gli schemi XML dei formati di Office liberi da royalty.
Tra i promotori dello standard OpenDocument c'è proprio l'Unione Europea, che esattamente un anno fa emanò una serie di raccomandazioni sui formati aperti dei documenti in cui si suggeriva alle aziende di partecipare al processo di standardizzazione portato avanti dall'OASIS.
La specifica OpenDocument definisce un formato di file per la gestione dei documenti da ufficio più diffusi – testi, fogli elettronici, presentazioni e illustrazioni – ma non limitato a essi. Il formato è basato su puro XML ed è, insieme con gli schemi, completamente libero e aperto. Il principio con cui è stato creato permette a chiunque l'elaborazione delle informazioni contenute utizzando XSLT, oppure attraverso qualsiasi strumento in grado di manipolare XML.
Oltre a XML, OpenDocument si basa sugli standard aperti HTML, SVG, XSL, SMIL, XLink, XForms e MathML.
Chi ha progettato OpenDocument si è voluto assicurare che questo possa essere usato da qualsiasi applicazione, anche se questa supporta solo parte degli elementi e attributi definiti dalle specifiche. Per esempio, un software di visualizzazione potrebbe non supportare quelli legati alle modifiche, e altri programmi potrebbero supportare solo gli elementi e attributi legati al contenuto ma non quelli legati allo stile. Allo stesso modo, il formato OpenOffice consente a chiunque, liberamente, di estendere il formato stesso per contenere elementi e attributi non specificati dallo schema originale. Questi non vanno a far parte del namespace definito dalle specifiche, e vengono chiamati "elementi e attributi esterni".
Per la gestione degli oggetti binari – immagini, oggetti OLE o altri tipi di media – che non sono supportati in modo nativo da XML, il formato OpenOffice XML utilizza un "package file" (in formato ZIP standard) dove memorizza i contenuti XML insieme a tutti i dati binari associati. Le informazioni sui file contenuti nel package sono memorizzate nel documento XML manifest file: qui vi si trova una lista di tutti i file presenti nel package; il tipo di media di ciascuno dei file del package; e le informazioni necessarie per decrittare il file nel caso in cui questo sia cifrato.
Sun, che ha sottoposto la specifica Open Office XML all'OASIS nel 2002, utilizzerà il neo formato nell'imminente StarOffice 8, mentre IBM ha già espresso l'intenzione di servirsene all'interno di Workplace.
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