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.: IN PRIMO PIANO :.
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Che la banda sia larga davvero
Per ora siamo lontani dai due megabyte che - come minimo - servono per trasmettere contenuti multimediali fruibili in tempo reale. Molti gli ostacoli: dal monopolio della rete ai costi troppo alti dei collegamenti.
FRANCO CARLINI
Il ministro dell'innovazione Lucio Stanca si è riunito a Viterbo con i ministri della comunicazione dell'Unione Europea e il tema era quello delle connessioni a banda larga. Con soddisfazione è stato rilevato che l'Italia è al terzo posto in Europa e che il numero delle connessioni attivate ha ormai raggiunto la cifra rispettabile di un milione e 700mila; se continuano gli attuali tassi di crescita, alla fine del
2003 potrebbero essere due milioni e mezzo. Questa tecnologia che permette connessioni veloci alla rete Internet da casa o da ufficio e viene ritenuta da Stanca «condizione essenziale per lo sviluppo del paese». In questo il ministro ha sicuramente ragione, ma la questione merita di essere esaminata più da vicino. Intanto non è affatto chiaro
nella pubblicistica che cosa si debba intendere per banda larga.
Di solito nelle statistiche ufficiali si trovano valutazioni
eccessivamente generose, accontentandosi di chiamare larga ogni velocità di trasmissione dei dati superiore ai 200 kbits (migliaia di bit al secondo), ovvero 4 volte superiore ai normali modem su linea telefonica commutata. Ma con 200 kbits si fa davvero poca strada e l'aggettivo «largo» sembra francamente eccessivo e fonte di equivoci, al massimo si
dovrebbe parlare di banda «allargata». Secondo chi scrive una dignitosa banda larga deve essere considerata soltanto quella che comincia con i 2 megabits e per un semplice motivo: è solo con questo valore che comincia a essere possibile una seria trasmissione di filmati «in diretta» (il cosiddetto streaming).
Se per esempio si considera l'offerta commerciale di Telecom Italia (Alice) si vede che vengono offerte essenzialmente tre velocità in scaricamento (download): 256, 640 e 1200 kbits, con tre diversi costi del servizio.
Sono utili per carità, ma sono tutte al di sotto della soglia significativa dei 2 mega. Lo stesso vale per molte statistiche americane e inglesi: in questi paesi infatti molte delle connessioni avvengono attraverso il cavo coassiale della televisione e anche in questo caso si viaggia a 250
kbits. Ovviamente ci si può accontentare e sostenere che si tratta comunque di un miglioramento rispetto alla lentezza dei modem, ma non è questo l'orizzonte interessante «per lo sviluppo del paese».
A queste basse velocità il vantaggio della connessione non è tanto quello della banda quanto quello di essere sempre in rete, senza dover accendere il computer, collegarsi all'Internet con tutti i sibili del caso e poi navigare.
Se la connessione è «sempre su», allora la rete diventa uno strumento della vita quotidiana perennemente a portata di mano, che si tratti di consultare l'orario dei treni o di fare una ricerca scolastica e questa mutata percezione
dello strumento cambia le abitudini e incentiva l'uso. Di fronte a banali osservazioni del genere Riccardo Perissich, presidente del consiglio di amministrazione di Telecom Italia, ritenne a suo tempo di risponderci malamente, lasciando intendere che erano sofisticherie inutili, ma la realtà
è ben diversa: se la società da lui guidata intende davvero buttarsi sul multimediale e vendere filmati in rete, allora con 200 k non farà nulla, gli serviranno i mega e a questo stanno appunto lavorando.
Bando agli equivoci dunque: quale che sia la tecnologia utilizzata - cavo coassiale, fibra ottica o doppino telefonico in rame - una banda larga davvero è quello che ci si aspetta e quello che serve sia per usi di affari sia per socialità e intrattenimento. Al di sotto dei 2 megabits siamo ancora
alla radio a galena.
La seconda condizione per lo sviluppo di massa della banda larga riguarda i costi: un collegamento minimo costa in Italia 37 euro al mese (arrivando ai 65 per la connessione da 1,2 mega); in Inghilterra circa 39 euro, ma ben 41 negli Stati Uniti, che su questo fronte sono in netto ritardo, e soli 23 euro (25 dollari) in Corea del sud. La Corea? Proprio così: il paese che conduce le classifiche è proprio lei, grazie a una politica di investimenti pubblici assunta consapevolmente negli anni più recenti.
Un orizzonte serio di sviluppo deve dare per scontato che i prezzi scendano e che ci sia una molteplicità di operatori. In Italia peraltro l'80 per cento circa dei clienti a larga banda sono di Telecom Italia: l'azienda ex di stato ha saputo muoversi mettendo a frutto la sua rete telefonica fissa (che negli anni precedenti era stata modernizzata e che dunque è adatta alle nuove prestazioni velocistiche), ma anche con una capacità di proposte dinamiche al mercato che non era tipica della sua cultura monopolista. Ma qui sono scoppiati
i problemi regolamentari e anche in Inghilterra, se è per questo, dove Bt (ex British Telecom) ha fatto lo stesso: le autorità di regolazione chiedono infatti agli operatori «incombenti» di rivendere la connettività sulle loro
reti ai concorrenti a prezzi orientati ai costi del servizio. Solo un po' di concorrenza infatti fa gli interessi dei consumatori sia sul fronte dei prezzi
che sulla qualità del servizio. Proprio nei giorni scorsi, per esempio, l'autorità inglese (Oftel) ha imposto una riduzione dei costi della rivendita all'ingrosso della larga banda ai concorrenti, accogliendo un ricorso presentato anche dalla Tiscali inglese.
Su questo fronte la polemica italiana è tuttora accesa: in prezzi alla concorrenza sono scesi, ma non abbastanza secondo Wind - la quale peraltro continua a essere un'anomalia tutta italiana, quella di un'azienda che corre e investe nelle telecomunicazioni godendo della copertura del monopolista
elettrico di stato Enel, mai dismesso né privatizzato perché al centro di troppi interessi partitici. Telecom Italia risponde alle polemiche dicendo in sostanza: «di fronte all'innovazione siamo tutti uguali, se io investo e gli
altri no, devo poterne godere i frutti», ma certamente sarebbe più inattaccabile se le sue attività «Alice» fossero gestite da una società separata a cui Telecom Italia venda le connessioni agli stessi prezzi di Tiscali o di Mclink.
Ma su tutto aleggia una domanda: Larga Banda per cosa? E' il tema dei contenuti e dei servizi che le connessioni veloci rendono possibili e che sono certamente l'orizzonte degli anni a venire. «Tirando» un altro po' i cavi di rame, si possono raggiungere velocità ancora più sostenute e secondo
Maurizio Dècina, del politecnico di Milano, l'aDSL spinta, o ancora meglio la fibra ottica, possono essere la vera realtà multimediale italiana, ben più della fantasiosa televisione digitale terrestre, oltre a tutto a costi minori.
Si capisce allora meglio il tetto alle attività televisive di Telecom Italia contenuto nel disegno di legge Gasparri e sostanzialmente accettato, dopo alcune flebili proteste, da Tronchetti Provera: sul doppino telefonico è
possibile fare quella televisione via cavo che l'anomala Italia non ha mai avuto. E farne una davvero «on demand», con palinsesti personalizzati e conseguente rottura del modello industriale del broadcasting. Potenzialmente è una vera minaccia per il duopolio televisivo e per questo viene congelata.
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art69.html
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Settembre- 2003/art69.html
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.: TECNOLOGIA&INTERNET :.
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ALGORITMI, LEGGI E MONOPOLI
Brevetti software, un pericolo per lo sviluppo
di Marta Peirano Gsmbox
Diversi siti Web di imprese d'informatica, associazioni, giornali e fornitori di notizie, giuristi, amministrazioni in tutta l'Europa hanno esposto mercoledì scorso sulle proprie pagine informatiche una banda nera di protesta: Questa pagina è temporaneamente chiusa in segno di protesta contro i brevetti sul software. Molti siti Web potrebbero chiudere se questi venissero approvati in Europa.
I brevetti sui programmi possono aiutare coloro che vi vorrebbero perseguire per la pubblicazione di testi e programmi che voi stessi avete scritto!.
http://www.mytech.it/mytech/computer/art006010049155.jsp
Economia della scarsità o dell'abbondanza
di Marco Calamari
Il 22 settembre l'Europarlamento voterà su una direttiva sul diritto d'autore. In un documento spedito ai rappresentanti italiani dal Progetto Winston Smith il punto su quello che c'è in gioco
http://punto-informatico.it/p.asp?i=45134
Stanca Wow: l'Italia macina xDSL
Nei primi sei mesi di quest'anno il numero di accessi broad band è salito del 62 per cento, una velocità che è la terza in Europa. Tutti i numeri belli del ministero all'Innovazione.
Non si parla di disagi degli utenti
http://punto-informatico.it/p.asp?i=45136
Gasparri: banda larga? Un diritto universale
Il ministro delle Comunicazioni intende sollecitare la discussione sulla diffusione di Internet con tutti i ministri UE che si riuniranno domani: in gioco lo sviluppo dell'economia, l'e-government e la conoscenza
http://punto-informatico.it/p.asp?i=45107
Una falla rende vulnerabile Office
News - Fra i nuovi problemi di sicurezza corretti da Microsoft, il maggiore interessa Visual Basic for Applications, componente utilizzato da un certo numero di applicativi, fra cui quelli di Office
http://punto-informatico.it/p.asp?i=45127
Italia, chi spamma rischia il carcere
Lo dice il Garante, che mette in guardia gli spammer professionisti: gli indirizzi email, ovunque si trovino, non sono pubblici ma privati. Per spedire email pubblicitarie occorre il consenso. Oltre alla galera anche pesanti multe
http://punto-informatico.it/p.asp?i=45120
La superiorità dell'Open Source
L'Open Source non è un'isola per idealisti, ma un sistema vincente. Un approccio evoluzionistico.
Michele Bottari
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=2331&numero=999
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.: TEMI&APPROFONDIMENTI :.
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Gli antichi scaffali messi on line
Nodi di una rete che travalica i confini nazionali, le biblioteche si stanno trasformando in banche dati destinate a un pubblico di soli ricercatori. Ma l'arrivo dei supporti digitali le costringerà a fare i conti con consolidate e autoreferenziali politiche di acquisizione, conservazione, diffusione di libri e pubblicazioni periodiche alla luce di perduranti abitudini di lettura e consultazione
del materiali stampato
DAVID BIDUSSA
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/04-Settembre- 2003/art14.html
All'arrembaggio dei pirati
Cresce la voglia di recinti al grido di «prevenire è meglio che curare»
EMANUELA DI PASQUA
«In risposta ad un reclamo ricevuto ai sensi del Digital Millennium Copyright Act, abbiamo rimosso 8 risultato/i dalla pagina. Se si desidera, è possibile leggere il reclamo DMCA che ha portato alla cancellazione dei risultati». Questa frase compare dopo aver digitato «Kazaa» sul motore di ricerca Google. Sharman Networks, sviluppatore del software del momento per quel che riguarda la musica (e vari altri file) da
scaricare dalla Rete, ha infatti inviato una lettera alla celebre search engine chiedendo la rimozione degli url di alcuni siti che offrono a pagamento, ma senza averne l'autorizzazione, delle versioni «leggere» del celebre Kazaa. Google procede immediatamente, espungendo dai risultati
della ricerca i siti incriminati e fornendo ai navigatori gli strumenti per approfondire il caso. Sul versante dell'editoria è da segnalare una importante novità. La cantante pop Madonna sta preparando un assalto globale alle librerie il 15 settembre, quando uscirà simultaneamente in 100 paesi e 30 lingue il suo primo libro per bambini, «English Roses».
Motivo: evitare un secondo Harry Potter, ovvero uno scarto temporale nell'uscita nelle librerie mondiali - che consentirebbe alla pirateria di arrivare prima di alcune versioni ufficiali. Il best seller della Rowling infatti, una volta uscito nel mondo anglosassone e in attesa di
traduzione ufficiale in altri mercati, è stato tradotto immediatamente da molti volontari che fornivano gratuitamente le loro versioni online.
Veronica Luisa Ciccone previene il fenomeno e, nel dubbio che le sue attese fiabe sfuggano alle maglie del copyright, pianifica una uscita mondiale simultanea.
Nella lotta globale al download e alla contraffazione non poteva non far sentire la propria voce la Cina, patria indiscussa del fenomeno.
Nel corso dell'evento di presentazione delle Olimpiadi del 2008, Pechino ha proclamato solennemente la sua volontà di annientare la pirateria. Un evento di sei ore, discorsi, filmati di bambini sorridenti e di atleti e una promessa: combattere con tutte le armi a disposizione la galoppante industria della contraffazione dell'emblema olimpionico, che già sta facendo venire l'acquolina in bocca ai pirati. Le olimpiadi apriranno i cancelli al mercato mondiale più vasto del mondo e il programma di licenze autorizzerà le aziende a produrre e vendere prodotti con il simbolo dei giochi olimpici solo dopo aver pagato le royalties al comitato olimpico.
Infine le ultime dalla proprietà intellettuale riguardano la chimica. Nella corsa disperata verso la tutela e la protezione, a metà strada tra l'innovazione più spinta e la voglia di recinti, non potevano mancare le curiosità. L'ultima riguarda la molecola anti-amaro. Provata sul succo di pompelmo, la molecola in grado di togliere il gusto amarognolo è stata scoperta e quasi simultaneamente brevettata, con evidenti e bizzarre ripercussioni, dopo una lunga sequela di ricerche sugli inibitori del gusto e sui meccanismi attraverso i quali questo si propaga.
emanuela@totem.to
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art70.html
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Settembre- 2003/art70.html
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.: DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO :.
di Marco Trotta matro@bbs.olografix.org
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GNU consigli
L'estate degli incendi e del caldo record ha visto anche una sovraesposizione mediatica per i virus dei computer nei tg nazionali impegnati a far dimenticare agli italiani la sentenza Previti. Se anche i vostri sogni sono stati turbati da nomi come Welchia, Sobig, Blaster, ecco qualche consiglio utile. Tanto per cominciare non c'è nessuna emergenza. Il "mercato" dei virus è fiorente tutto l'anno grazie al fatto che la maggior parte dei computer al mondo montano i sistemi operativi di Microsoft notoriamente inadeguati sul lato sicurezza. Per questo chi produce antivirus fa affari d'oro (e nei TG, guarda caso, è sempre intervistato qualche esponente del settore). Quello che non si dice, però, è che solo chi ha un sistema operativo
diverso è sostanzialmente al sicuro, ma la maggior parte dei rischi di contaggio si potrebbero evitare usando un programma di posta elettronica diverso da Outlook (il più diffuso perché già installato). Alternative? Sylpheed (http://sylpheed- claws.sourceforge.net) disponibile anche per Windows, intuitivo e in italiano come Outlook, sviluppato sotto licenza GNU/GPL quindi liberamente utilizzabile e più sicuro. Per chi vuole, poi, esiste un intero cd di software libero per Windows da scaricare e masterizzare (www.gnuwin.org). Se poi volete fare il grande salto, due libri: "Da Windows a Linux" (www.attivissimo) di P. Attivissimo (ed. Apogeo) e "Come passare al software libero e vivere felici" (www.stefanobarale.org/Pinguino) di S. Barale (ed. Altreconomia) con CD allegato di Knoppix (Carta 28) entrambi scaricabili anche dal sito. Non risolveranno il problema Previti, ma forse i vostri col computer sì.
Links:
- http://www.portazero.info/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=13
Su queste pagine abbiamo spesso parlato di "software libero" anche se l'obiezione classica è: "ma Linux è una roba da smanettoni, troppo complicata per gli utenti normali". Invece i notevoli miglioramenti lo rendono ormai un prodotto competitivo anche per il mercato "domestico" dopo quello "professionale", tanto che ormai Microsoft è arrivata ad adottare politiche commerciali al limite del boicottaggio. Prima di tutto: se volete comprare un nuovo computer, potete chiedere che Windows non vi venga installato automaticamente in modo da risparmiare e avere la libertà di usare il software libero che volete. Infatti esiste un contratto di licenza del computer, che potete chiedere di visionare prima di comprarlo, nel quale vengono sanciti una serie di diritti. Molto spesso gli accordi commerciali di Microsoft con i rivenditori fanno in modo che a quest'ultimo sconvenga rendervi noto che potete chiedere un computer senza la preinstallazione di Windows, ma ad ogni modo è un vostro diritto sia chiedere questa opzione sia rivolgervi ad altri se non ne vuole sapere. Esiste anche la possibilità, più lunga e complicata, di farvi rimborsare i soldi se l'installazione viene fatta comunque (su www.attivissimo.net). L'altro consiglio, se volete andare sul sicuro, è di rivolgervi a rivenditori che hanno già esperienza nel campo della vendita di soluzioni hardware e software basate sul software libero GNU/Linux. Una ricerca attraverso gli elenchi casalinghi (pagine gialle, ecc.) potrà fornire sicuramente qualche nome. Per Bologna e provincia, si può, ad esempio, consultare l'ottima guida al consumo critico "Pagine Arcobaleno" che ha anche una sezione su questo: www.bfsf.it/paginearcobaleno
Se volete sperimentare l'utilizzo di software libero sul vostro computer senza troppe complicazioni, oggi ci sono molte possibilità interessanti e tutte relativamente praticabili. Esistono infatti i cosiddetti sistemi operativi avviabili da CD, ovvero tutto quello che vi serve per avviare il vostro computer ed utilizzarlo con programmi per scrivere, navigare, mandare email, ecc. su un CD ovviamente rigorosamente GNU/Linux. Non c'è nulla da installare (o meglio, potete farlo in un secondo momento volendo), né verrà toccato alcunché dei contenuti del vostro computer che al successivo riavvio senza CD tornerà a mostrarvi la "rassicurante" videata di Windows, ma intanto potrete prendere confidenza con l'interfaccia grafica e alcuni concetti nuovi. I requisiti sono una connessione veloce per scaricarsi il pacchetto di programmi ed un masterizzatore per caricarli su un cd vergine, in più,
generalmente, almeno un PC con una buona quantità di memoria RAM (almeno 96 Mbyte). I siti a cui potete fare riferimento: Knoppix (http://never.knoppix.it), con oltre 2000 programmi, OpenOffice (omologo e compatibile con Office di Microsoft, per leggere i documetni di Word, ecc.) ed uan interfaccia intuitiva e molto simile a Windows. Se non avete il masterizzatore, si può chiedere un CD
con 15 Euro comprese spese postali (l'indirizzo è sul sito). Altro sito è Dynebolic (http://www.dynebolic.org) sviluppato da molte realtà italiane e contiene software soprattutto per audio, video, grafica e la condivisione peer-to-peer (tipo Napster). Un'altra reatà e DemoLinux (http://www.demolinux.org), che offre un pacchetto standard per le esigenze più diffuse anche se non è tutto software libero. Buon divertimento !
Links:
- MS' penalties for selling Linux - not punishment, as such
http://www.theregister.co.uk/content/4/31629.html
- Linux in tasca e 11 anti-spam
http://punto-informatico.it/p.asp?i=44759
- Il sistema operativo? Sta sul Cd
http://www.mytech.it/mytech/computer/art006010047047.jsp
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.: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE :.
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Metro Olografix Crypto Meeting
MOCM
Sala dei Marmi della Provincia di Pescara, Sabato 20 Settembre 2003
"E' veramente da porre in dubbio
che l'intelligenza umana possa creare
un enigma di questa specie
che poi l'ingegno umano con l'applicazione necessaria
non riesca a spiegare".
Edgar Allan Poe, "Lo scarabeo d'oro"
Cos'e' la crittografia? Come funziona? Perche' usarla? Quali sono i pro e i contro ? E' legale oppure no?
Questi e tanti altri argomenti saranno affrontati in un convegno organizzato dall'Associazione Culturale Telematica "Metro Olografix" il 20 settembre a Pescara, presso la sala consiliare della Provincia, in piazza Italia n.1.
Un incontro suddiviso in due precisi momenti, l'uno teorico (la crittografia nelle nostre vite, moderatore della discussione l'avv. Andrea Monti), l'altro pratico (Hands On, moderatore Igor "Kobaiashi" Falcomata' di sikurezza.org) per cercare di offrire un panorama quanto piu' ampio possibile.
Parallelamente al convegno si svolgera' un key-signing party per il cui regolamento e' possibile leggere qualche nota dopo il programma della manifestazione. Durante tutta la giornata sara' disponibile un banchetto dove partecipare al key-signing party e ottenere informazioni e software crittografico.
Per ulteriori informazioni o per inviare la chiave pubblica con cui partecipare al key-signign party scrivere a
cryptomeeting@olografix.org
Per il programma ed informazioni logistiche
http://www.olografix.org/isazi/cryptomeeting.html
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.: CREDITS :.
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a cura di Loris "snail" D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/
Hanno collaborato a questo numero:
Nicola "djbatman" Di Battista
http://www.olografix.org/djbatman
Alessio "isazi" Sclocco
http://www.olografix.org/isazi
Marco Trotta
matro@bbs.olografix.org
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