Il Vaudeville offre una lezione di musica alla Sony BMG

Qualche mese fa si è scoperto che la Sony vendeva dei CD in grado di spiare gli utenti e spedire le informazioni raccolte alla compagnia. Questo caso è emblematico del tentativo in corso di restringere le libertà digitali.
Cory Doctorow (L'autore è uno scrittore di romanzi, un blogger (boingboing.net) e un'attivista che lavora per la Electronic Frontier Foundation.)
Fonte: Financial Times - http://www.financialtimes.com - 31 dicembre 1969

Lo scorso Halloween si è scoperto che i compact disc della Sony BGM (NYSE: SNE) avevano una tecnologia DRM incorporata in un "rootkit", un modo illecito per riscrivere Windows sicché nasconda l'esistenza del software all'utente. Le tecnologie DRM sono dei sistemi per limitare il modo in cui le persone che acquistano legalmente delle opere possono usarle. Se non siete mai stati in grado di stampare un PDF, guardare un DVD che avete comprato all'estero o messo una canzone dallo iTunes Music Store su un player MP3 non-Apple (NASDQ: AAPL), è a causa dei DRM.

I rootkit sono maligni: listano i tuoi file, ma non si vedono. Controllano i programmi in esecuzione e non li noti. Però ci sono. Gli scrittori di virus potrebbero - e l'hanno fatto - sfruttare la capacità di nascondersi del rootkit per manomettere i personal computer. Per di più, è divenuto presto evidente che il rootkit della BMG stava spiando le azioni dei propri utenti e mandando un profilo degli stessi ai server dalla compagnia. La Sony BMG ha negato, per poi cambiare la storia e dire che riceveva i messaggi ma li ignorava, dunque non c'era un problema di privacy. Thomas Hesse, presidente di global digital business, ha semplicemente scrollato le spalle: "La maggior parte delle persone, penso, non sa neppure cosa sia un rootkit, quindi perché dovrebbero preoccuparsene?".

Poi le cose sono andate peggio. Due ricercatori di Princeton hanno riferito di un altro DRM sui CD della Sony BMG. Questo era chiamato MediaMax e mostrava tutti i classici segni di uno "spyware" - il subdolo software che infetta i PC, spia gli utenti e riferisce sulle loro azioni ai pubblicitari. MediaMax si installa da solo anche se rifiuti l' "accordo" da cliccare che salta fuori quando inserisci un CD. Registra le tue azioni e le riferisce alla Sony BMG e, come il rootkit, MediaMax è progettato per essere difficile da rimuovere dai propri PC.

Questo è solo l'inizio delle potenziali perdite finanziarie della Sony BMG. Se avranno successo, alcune class-action negli Stati Uniti e in Italia, allo stesso modo di una state action in Texas ottenuta grazie alle nuove leggi anti-spyware, potrebbe costare alla compagnia milioni di dollari (il mio datore di lavoro, la Electronic Frontier Foundation, un gruppo per le libertà civili, ha intentato una delle sette class action in corso).

Le sole persone attaccate da queste tecnologie sono quelle che hanno comprato i CD della Sony BMG. Sono gli onesti consumatori che hanno optato di comprare dei dischi mediante dei venditori al dettaglio autorizzati anziché scaricare la musica da un network peer-to-peer (P2P) o comprando un CD bootleg da qualche disonesto al pub. La Sony BMG ha premiato la loro lealtà introducendo delle falle nei loro PC che li lasciano esposti a ladri di identità, virus ed altri cyber-attacchi. I sistemi DRM non mantengono onesti gli utenti onesti. In primo luogo gli utenti onesti sono quelli che comprano legalmente. Se volete mantenere il vostro computer libero da infezioni, dovreste comprare quel bootleg o passare al P2P.

Chiunque nella catena di produzione è danneggiato dai DRM. I produttori come la Sony BMG devono pagare per delle tecnologie che non funzionano come pubblicizzato, poi pagano contro le conseguenze non previste quali il danno ai loro rimanenti venditori di PC. I musicisti non vengono ricordati come la band con cui hai perso la verginità, ma diventano la band con cui ha perso il tuo computer. I fan si ritrovano con dei computer compromessi e della musica che non possono caricare sui loro iPod o mixare per un party.

I DRM rispondono ad una necessità che non ha nessuno. Nessun fan si è alzato questa mattina sperando in un modo per fare meno cose e meno fantasiose con la musica. Se la Sony BMG vuole sopravvivere alla transizione verso la musica digitale, sarebbe meglio se trovasse dei modelli di business che abbracciano le forze di internet: costi bassi, riproduzione incontrollabile. Settant'anni fa, i musicisti si sono spostati da un controllo dell'audience del 100 per cento (vaudeville) allo zero per cento (radio) sono ricorsi ad una quota di licenza che le stazioni radio pagavano in base ad un ascolto stimato. La risposta al cambiamento introdotto dalla radio non era ideare radio che lavoravano solo se compravi un biglietto, ma delle radio che lavoravano come un teatro di vaudeville.

Un'offerta comparabile a coloro che condividono file - una quota fissa di licenza in cambio del diritto di condividere i file - renderebbe il copiare su internet una fonte di rinnovamento anziché una fonte di panico.

Qualunque sia la risposta, non può iniziare dichiarando guerra ai fan della musica.

Note: Traduzione di Carlo Martini per www.peacelink.it

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