RIAA sotto attacco per la propria "campagna di amnistia"

Un utente americano ha intentato causa contro l’associazione accusata...
13 settembre 2003
Raimondo Bellantoni

Un utente americano ha intentato causa contro l’associazione accusata di avere presentato un’offerta di amnistia "falsa e tendenziosa" rivolta agli utenti che ammettano pubblicamente di avere illegalmente scambiato file musicali e che promettano di evitare di agire in tal senso.
Eric Parke, questo il nome del promotore dell’azione legale, sostiene infatti che l’offerta RIAA è strutturata in modo da indurre le persone ad auto incriminarsi, fornendo all’associazione e "ad altri" ammissioni di colpa grazie alle quali è comunque possibile adire le vie legali a dispetto dell’accordo stipulato con RIAA.
Parke e il suo avvocato, Ira Rothken, sostengono che l’intento della proposta è fraudolento e a testimonianza di ciò affermano che l’accordo è stato promosso attraverso una ingannevole campagna di comunicazione e che lo stesso testo dell’accordo, denominato Clean Slate Program Affidavit, presenta numerosi punti oscuri. Addirittura l’Affidavit sarebbe strutturato modo da indurre fraudolentemente l’ammissione di colpa attraverso "vuote promesse di amnistia".
L’accordo, sostengono, non prevede infatti la distruzione delle prove fornite dagli utenti pentiti, lasciandoli esposti alle azioni della pubblica accusa o dei singoli titolari del copyright.

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