Le intercettazioni che scottano
29 giugno 2006
Nicola Brusco
È tempo di intercettazioni... tutti intercettano tutti, e
noi non possiamo certo essere da meno! Abbiamo messo una telecamera nascosta in
un consiglio dei ministri di un buffo, lontano Paese.
Sembra un dialogo surreale, eppure è quello che e' accaduto in Italia[1]. Grazie a una legge dell 1987, basta che due deputati dichiarino che un giornale è un organo politico ed ecco che esso riceve sovvenzioni dallo Stato. Nel 2001 la dicitura "giornale politico" è diventata "cooperativa", e si son trasformati tutti in cooperative.
Report di RaiTre ha effettuato un'inchiesta dove mostra dove e come vengono spesi [o sperperati] quei 700 milioni di Euro[2]
Si parla tanto di tirare la cinghia, di un sistema Italia al collasso perché non ci sono fondi, eppure esistono delle nicchie dove qualcuno ingrassa a nostre spese [e quanto ingrassa!], in barba a qualsiasi principio di equità. Ci sono direttori di giornali di 100 copie che percepiscono stipendi di decine di migliaia di euro - mi vien da pensare a quei blogger che hanno decine di migliaia di lettori e che son costretti a lavorare al Mc Donald per tirare a campare.
Ci son giornali che sparpagliano le copie lungo le strade, pur di poter dichiarare una certa tiratura e ottenere i finanziamenti.
Ma, per una volta, smettiamo di indignarci, facciamo lavorare la fantasia, e immaginiamo utopisticamente che qualcuno riesca a dimezzare questo spreco. Fingiamo di trovarci in un'Italia più pulita, in un Paese dotato di buon senso che non corre a precipizio verso il baratro.
Immaginiamo di risparmiare 350 milioni di Euro! Sono un'enormità. Come potremmo spenderli? Di certo non li daremmo in mano a Clemente Mastella!
L'Italia è tra le nazioni Europee più arretrate dal punto di vista tecnologico. L'accesso all'internet tramite banda larga è ancora inesistente in vaste zone d'Italia. L'analfabetizzazione informatica in Italia è tra le più alte del continente. Forse non ci rendiamo conto dell'importanza della rete delle reti per la diffusione dell'informazione e per l'economia di una nazione. Molti dei nostri politici alla domanda "cos'è un mouse?" di solito tirano fuori dalla giacca una copia ingiallita di Topolino[3].
Cosa succederebbe se spendessimo quei 350 milioni per allargare la banda larga alle zone non coperte, e per finanziare quelle famiglie che non possono permettersi l'accesso all'internet? Certo, potreste obiettare che il denaro può essere speso in mille altri modi. Si tenga conto però che:
Immaginare, d'altra parte, è ancora un'attività gratuita, almeno credo. Dovrei controllare gli ultimi decreti legge per esserne sicuro.
[1] Vedi qui il filmato completo dell'intercettazione: http://bruscotoons.andromedafree.it/movies/mccartone.asp?cartone=petizione.
[2] L'inchiesta è visibile qui: http://www.media.rai.it/mpmedia/0,,report%5E3821,00.html.
[3] E' sufficiente ricordare che il già onorevole Fiorello Cortiana, colui che più di tutti si è battuto per l'adozione del software libero nella Pubblica Amministrazione non è stato nemmeno ricandidato.
- Signori ministri,
quest'anno, grazie ai tagli alla ricerca, alla
sanità e al fatto che abbiamo trasformato la scuola pubblica
in un hard discount, abbiamo risparmiato la bellezza di 700 milioni di euro!
- E ora che ne facciamo?
- Bisogna pur intascarli in qualche modo.
- Signori miei, ho un'idea! Perché non finanziamo l'editoria?
- Che trovata balorda.
- Vedete, mio figlio ha un giornale. È un bel giornale, perfetto per incartare il pesce. Vende la bellezza di tre copie: una a me, una a mia sorella e una al pescivendolo. Ora, ci inventiamo una legge grazie alla quale una pubblicazione politica può chiedere sovvenzioni dallo Stato grazie agli euri risparmiati.
- Certo, ma così ci guadagna solo tuo figlio! Anch'io tengo famiglia!
- Non hai un nipote che scrive su di un giornalino di classe?
- Ehi, ma sai che hai ragione? La tua è proprio una bella idea!
- E ora che ne facciamo?
- Bisogna pur intascarli in qualche modo.
- Signori miei, ho un'idea! Perché non finanziamo l'editoria?
- Che trovata balorda.
- Vedete, mio figlio ha un giornale. È un bel giornale, perfetto per incartare il pesce. Vende la bellezza di tre copie: una a me, una a mia sorella e una al pescivendolo. Ora, ci inventiamo una legge grazie alla quale una pubblicazione politica può chiedere sovvenzioni dallo Stato grazie agli euri risparmiati.
- Certo, ma così ci guadagna solo tuo figlio! Anch'io tengo famiglia!
- Non hai un nipote che scrive su di un giornalino di classe?
- Ehi, ma sai che hai ragione? La tua è proprio una bella idea!
Sembra un dialogo surreale, eppure è quello che e' accaduto in Italia[1]. Grazie a una legge dell 1987, basta che due deputati dichiarino che un giornale è un organo politico ed ecco che esso riceve sovvenzioni dallo Stato. Nel 2001 la dicitura "giornale politico" è diventata "cooperativa", e si son trasformati tutti in cooperative.
Report di RaiTre ha effettuato un'inchiesta dove mostra dove e come vengono spesi [o sperperati] quei 700 milioni di Euro[2]
Si parla tanto di tirare la cinghia, di un sistema Italia al collasso perché non ci sono fondi, eppure esistono delle nicchie dove qualcuno ingrassa a nostre spese [e quanto ingrassa!], in barba a qualsiasi principio di equità. Ci sono direttori di giornali di 100 copie che percepiscono stipendi di decine di migliaia di euro - mi vien da pensare a quei blogger che hanno decine di migliaia di lettori e che son costretti a lavorare al Mc Donald per tirare a campare.
Ci son giornali che sparpagliano le copie lungo le strade, pur di poter dichiarare una certa tiratura e ottenere i finanziamenti.
Ma, per una volta, smettiamo di indignarci, facciamo lavorare la fantasia, e immaginiamo utopisticamente che qualcuno riesca a dimezzare questo spreco. Fingiamo di trovarci in un'Italia più pulita, in un Paese dotato di buon senso che non corre a precipizio verso il baratro.
Immaginiamo di risparmiare 350 milioni di Euro! Sono un'enormità. Come potremmo spenderli? Di certo non li daremmo in mano a Clemente Mastella!
L'Italia è tra le nazioni Europee più arretrate dal punto di vista tecnologico. L'accesso all'internet tramite banda larga è ancora inesistente in vaste zone d'Italia. L'analfabetizzazione informatica in Italia è tra le più alte del continente. Forse non ci rendiamo conto dell'importanza della rete delle reti per la diffusione dell'informazione e per l'economia di una nazione. Molti dei nostri politici alla domanda "cos'è un mouse?" di solito tirano fuori dalla giacca una copia ingiallita di Topolino[3].
Cosa succederebbe se spendessimo quei 350 milioni per allargare la banda larga alle zone non coperte, e per finanziare quelle famiglie che non possono permettersi l'accesso all'internet? Certo, potreste obiettare che il denaro può essere speso in mille altri modi. Si tenga conto però che:
- in questo momento quei soldi sono letteralmente buttati, quindi ogni altro utilizzo migliorerebbe la situazione. Volendo, potremmo decidere di regalarli al mio amico Sergio, che cerca fondi per aprire un club di collezionisti di battiscopa;
- l'informazione in italia è sempre meno libera. E l'informazione è il motore, intellettuale ed economico, di un Paese. Internet permette un'informazione libera dalle regole di partito. Inoltre, a nostro parere, è giusto finanziare sia il produttore che il consumatore delle notizie.
Immaginare, d'altra parte, è ancora un'attività gratuita, almeno credo. Dovrei controllare gli ultimi decreti legge per esserne sicuro.
Nicola Brusco
[1] Vedi qui il filmato completo dell'intercettazione: http://bruscotoons.andromedafree.it/movies/mccartone.asp?cartone=petizione.
[2] L'inchiesta è visibile qui: http://www.media.rai.it/mpmedia/0,,report%5E3821,00.html.
[3] E' sufficiente ricordare che il già onorevole Fiorello Cortiana, colui che più di tutti si è battuto per l'adozione del software libero nella Pubblica Amministrazione non è stato nemmeno ricandidato.
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