FreeDOS si risveglia dal letargo

La celebre implementazione open di MS-DOS si prepara a festeggiare il suo dodicesimo compleanno con il rilascio della prima release matura, la 1.0. Nel frattempo i suoi creatori hanno già gettato le basi per il DOS del futuro
6 luglio 2006
Punto Informatico

Roma - C'è chi lo dava ormai per defunto, e invece il progetto FreeDOS, che proprio pochi giorni fa ha compiuto 12 anni, si prepara a festeggiare il suo massimo traguardo: il rilascio della versione 1.0 del proprio MS-DOS open source.

Con questo annuncio Jim Hall, principale artefice di FreeDOS, ha voluto scacciare i nugoli di corvi che si erano recentemente addensati sopra al proprio progetto: del resto, le voci sulla morte di FreeDOS sono state alimentate da uno "scherzo" dello stesso Hall, che due settimane fa ha pubblicato nella vecchia home page del progetto il messaggio "FreeDOS è morto".

FreeDOS "A nulla è servito - ha raccontato Hall a NewsForge.com - che abbia eliminato il messaggio quasi subito. La cosa buona è che, paradossalmente, le voci sulla morte di FreeDOS hanno finito per ridestare l'interesse della comunità verso questo progetto".

Hall ammette che negli ultimi mesi il processo di sviluppo "è entrato in una fase di stallo", e questo per via di alcune divergenze d'opinione tra i membri del piccolo team di FreeDOS. Egli afferma che ora le difficoltà sono state superate e che il progetto è pronto a rilasciare, per la fine di luglio, FreeDOS 1.0.

Come si è detto, la versione 1.0 rappresenta un evento particolarmente importante per il progetto, e questo perché corona 12 anni di sviluppo quasi ininterrotto. L'idea di sviluppare un sistema operativo open source pienamente compatibile con MS-DOS venne infatti lanciata da Hall nel lontano 1994, lo stesso anno in cui Microsoft annunciò l'imminente abbandono del supporto a MS-DOS.

Se oggi pochi rinuncerebbero alle interfacce grafiche offerte dai moderni sistemi operativi, vi sono alcuni ambiti, come quello embedded o dell'emulazione, dove l'uso di una versione attualizzata del DOS può ancora risultare utile o vantaggioso. Dell, ad esempio, distribuisce FreeDOS insieme ad alcuni suoi PC desktop: benché minimale, questo sistema operativo permette agli utenti che non desiderano pagare una licenza di Windows o Linux di avviare e testare il PC, formattare il disco fisso, creare partizioni e far girare la miriade di utility disponibili per questo ambiente.

Stando ai suoi sviluppatori, FreeDOS rappresenta anche una preziosa base di codice per coloro che vogliono creare un proprio sistema operativo.

Se il primo obiettivo di FreeDOS è quello di raggiungere la piena compatibilità con MS-DOS, un altro team di sviluppo sta portando avanti un progetto parallelo, chiamato FreeDOS-32, il cui obiettivo principe è quello di sviluppare da zero un kernel DOS a 32 bit, con i relativi moduli e driver, capace di superare le limitazioni dell'architettura a 16 bit di FreeDOS.

Per essere morto, FreeDOS non è mai apparso così vivo.

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