SGI-SCO, scontro frontale

SGI si difende dall'attacco di SCO sulla licenza di Unix ed effettua modifiche al codice. Ma SCO punta a qualcosa di più e vuole SGI nell'angolo. Lettera aperta alla comunità open source. La polemica infuria
6 ottobre 2003
Punto Informatico

Roma - Non ci sono più dubbi: SCO ha deciso di prendere di mira SGI per tentare di alzare nuova polvere nella guerra che ha lanciato per reclamare diritti su Linux.

Silicon Graphics (SGI) è dunque ufficialmente finita al secondo posto, dopo IBM, nella lista dei cattivi di SCO per aver contribuito allo sviluppo del kernel di Linux con alcune porzioni di codice e alcune tecnologie, prime fra tutte il file-system XFS, su cui quest'ultima rivendica a gran voce il copyright.

SGI ha rivelato proprio in questi giorni di aver ricevuto, lo scorso agosto, una diffida di SCO in cui questa minacciava di revocarle la licenza di Unix per il proprio sistema operativo Irix se non avesse provveduto immediatamente a modificare tutte le parti di codice open source che contengono codice e tecnologie copiate o derivate da Unix System V.

Lo scorso giugno SCO mise in atto simili minacce nei confronti di IBM, lo stesso colosso contro cui pochi mesi prima aveva intrapreso la prima causa legale relativa a Linux.

"Siamo convinti che le asserzioni di SCO Group siano prive di fondamento e che la nostra licenza, interamente pagata, non possa essere terminata", ha scritto SGI nel suo recente rapporto annuale per l'U.S. Securities and Exchange Commission. "Tuttavia, non ci sono garanzie circa il fatto che questa disputa con SCO Group non sfoci in una causa legale, che potrebbe avere dei sostanziali effetti negativi su SGI, o che i reclami di SCO Group non intacchino l'accettazione sul mercato del sistema operativo Linux".

Il primo ottobre SGI ha pubblicato una lettera indirizzata alla comunità di Linux in cui ha spiegato di aver attentamente ricontrollato tutte le linee di codice rilasciate sotto licenza open source alla ricerca di porzioni che potessero essere messe in relazione con Unix System V e, eventualmente, violare il copyright di SCO. In questo processo di revisione, attuato attraverso l'ausilio di un tool sviluppato dal guru dell'open source Eric Raymond, l'azienda sostiene di aver trovato "piccoli frammenti di codice" in comune con Unix System V relativi a "tre routine generiche".

"I tre frammenti di codice - ha spiegato SGI nella sua lettera - sono stati inclusi involontariamente, e infatti sono ridondanti dal principio. Abbiamo trovato dei rimpiazzi migliori che forniscono le stesse funzionalità già disponibili nel kernel di Linux". L'azienda sostiene di aver già rimosso le porzioni di codice incriminato dal proprio sito e di aver rilasciato delle patch per il kernel di Linux già a partire dalla fine dello scorso giugno.

"Il codice in questione - assicura SGI - è stato completamente rimosso dal kernel di Linux, sia dalla versione 2.4 che dalla 2.5 (e, di consenguenza, anche dalle attuali release di test del 2.6, N.d.R.)".

"Questi tre piccoli frammenti di codice - si legge ancora nella lettera - comprendono non più di 200 linee contro l'oltre un milione di linee a cui ammonta il nostro contributo complessivo a Linux. Da notare come la maggior parte dei frammenti di System V che abbiamo trovato sembrano essere già stati rilasciati in precedenza nel pubblico dominio". Questo, secondo l'azienda, significa che per SCO potrebbe essere assai difficile rivendicarne la proprietà.

In un ulteriore processo di revisione del codice donato alla comunità di Linux, SGI afferma di aver trovato "pochi altri segmenti di codice" di importanza "insignificante" che potrebbero essere messi in relazione con il codice di Unix. Anche queste linee, ha detto SGI, verranno presto rimosse e sostituite con altre.

SGI ha poi negato con forza che il proprio file-system XFS, lo stesso rilasciato anni fa sotto licenza open source e oggi integrato in Linux, infranga il copyright di SCO. La mamma di Irix afferma che XFS non può essere considerato un lavoro derivativo di System V "in alcun senso" e pertanto rivendica il diritto di darlo in licenza a chiunque e di rilasciarlo sul canale open source.

"SCO sembra pensare che siccome XFS viene anche distribuito con Irix allora anch'esso sia in qualche modo soggetto alla licenza di System V", ha scritto SGI. "Ma se è così, questa è una posizione assurda, con nessun fondamento né nella licenza né nel senso comune. Infatti la nostra licenza di Unix prevede espressamente che SGI conservi la proprietà e tutti i diritti del codice che non fa parte dell'AT&T Unix System V".

La risposta di SCO alla lettera di SGI non si è fatta attendere. La paladina del copyright di Unix ha infatti comunicato, attraverso alcuni suoi portavoce, che le modifiche introdotte da SGI nel codice di Linux e di XFS non sono sufficienti: di conseguenza, SCO ha confermato la volontà di revocare a SGI la licenza di Unix il 14 ottobre.

"Non crediamo che SGI abbia compiuto tutti i passi necessari per porre rimedio a tutte le violazioni, e infatti nella nostra precedente lettera specificavamo come fosse impossibile porre rimedio alle violazioni dei nostri accordi. Nonostante questo, abbiamo concesso a SGI due mesi di tempo per rimediare".

Articoli correlati

  • Ecologia della vita quotidiana e computer
    Ecodidattica
    Linux Lubuntu per resuscitare i vecchi computer

    Ecologia della vita quotidiana e computer

    Non volete gettare il computer su cui è istallato Windows XP? Ecco alcuni consigli per evitare l'obsolescenza tecnologica usando il software giusto.
    29 marzo 2019 - Alessandro Marescotti
  • Linux orientato alla didattica
    Ecodidattica
    So.Di.Linux

    Linux orientato alla didattica

    Un ottimo esempio anche di green economy perché consente - essendo un software "leggero" - di riutilizzare computer ancora funzionanti ma poco potenti. Computer che rischiano di andare in discarica ma che con Linux tornano a "nuova vita"
    5 dicembre 2016 - Alessandro Marescotti
  • Richard Stallman a Firenze: Software libero ed economia solidale per difendere democrazia e libertà
    CyberCultura
    Stallman, chi era costui? :-)

    Richard Stallman a Firenze: Software libero ed economia solidale per difendere democrazia e libertà

    Per chi non è avvezzo al sistema operativo del "pinguino", il nome di Stallman non dice nulla. E per chi non segue le vicende del "software libero", o non sa che la Rete può diventare un'arma a doppio taglio, difficilmente avrà partecipato all'importante e seguitissimo incontro che si è tenuto a Firenze lo scorso 14 settembre 2013; ospite illustre, appunto, Richard Stallman.
    25 settembre 2013 - Roberto Del Bianco
  • Dal pensiero strade per innovare
    CyberCultura
    Tesi del Master "Scienza Tecnologia e Innovazione"

    Dal pensiero strade per innovare

    Software e comunicazione digitale, circolazione della conoscenza ed esigenze di tutela della proprietà intellettuale
    28 gennaio 2010 - Lidia Giannotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)