Microsoft denunciata per i virus
Roma - Microsoft detiene una posizione dominante nel mercato dei sistemi operativi e poiché molti worm e virus si sono diffusi sfruttando vulnerabilità di Windows allora Microsoft deve essere riconosciuta colpevole e pagare i danni. Questa, in sintesi, la tesi di una operatrice cinematografica di Los Angeles, che l'ha espressa in una denuncia formalizzata contro il big di Redmond.
Secondo l’avv. Dana B. Taschner, legale della signora Marcy Hamilton, "se si vive nella modernità allora si è obbligati ad usare Microsoft. Che non può lavarsene le mani e dire: non siamo responsabili". Come noto Microsoft, come peraltro tutte le maggiori softwarehouse, inserisce nei contratti di licenza del proprio software una clausola che la solleva da qualsiasi responsabilità riguardo ad accessi abusivi o malfunzionamenti del software stesso. La Hamilton ha dichiarato di essere stata vittima di un furto di identità che sarebbe stato causato da un accesso abusivo al sistema operativo.
Sean Sundwall, portavoce Microsoft, ha spiegato che l'azienda al momento sta valutando la questione ma ha già anticipato che "questa denuncia sbaglia obiettivo. I problemi causati da virus e altri attacchi di sicurezza sono il risultato di atti criminali da parte di chi scrive virus". "Microsoft - ha aggiunto - ha la sicurezza in cima alle proprie priorità e lavora per sviluppare il software più sicuro possibile".
Nella denuncia si accusa Microsoft, inoltre, di pubblicizzare in modo non sufficiente i problemi di sicurezza e di non fare abbastanza perché gli utenti dei propri software agiscano di conseguenza. Un'accusa che Microsoft respinge ricordando la quantità di documenti e pubblicazioni sulle vulnerabilità pubblicate sul proprio sito web nonché i sistemi di aggiornamento automatico dei sistemi operativi più recenti prodotti dall'azienda. Secondo la denuncia, "gli avvisi di sicurezza rilasciati da Microsoft sono troppo complessi per essere capiti da tutti e invece servono ai cracker più dinamici per sviluppare sistemi per entrare nei sistemi operativi".
La modalità di presentazione della denuncia rende possibile ad altri utenti di software Microsoft di unirsi al procedimento giudiziario, qualora lo ritenessero opportuno. In questo caso darebbero vita ad una class-action suit in cui, contro Microsoft, si scaglierebbero i legali dei singoli consumatori con una potenziale moltiplicazione dei danni qualora l'azienda venisse riconosciuta colpevole al termine del procedimento. Ma proprio contro l'ipotesi che la causa si trasformi in una class-action suit si sta muovendo Microsoft. Sulla cosa dovrà decidere un giudice.
Naturalmente, il nocciolo della questione non è il solito dilemma "Microsoft o non Microsoft"; qui si tratta di un problema molto più basilare, ovvero l'impossibilità di sapere se il software "chiuso" fa ciò che noi crediamo o se, al contrario, ci arreca danni (a causa di virus, bug, spyware o altro).
Fare causa a questa o a quella società per questo o quel caso specifico, non può essere in tal senso di alcuna utilità.
Federico Razzoli
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