Tv di strada, lotta per la sopravvivenza

Una trentina di emittenti semiclandestine sono l'ultima frontiera della liberta' d'espressione. In Parlamento c'e' un progetto di legge per regolarizzarle, ma alcune sono gia' state oscurate
Maurizio Gatto
Fonte: Il Nuovo - 08 ottobre 2003

"Hai visto l'intervista a Marina, la cartolaia all'angolo di casa mia, su VicoloCortoTV?". "No, abito dall'altro lato del quartiere e li' non arriva il segnale". Questa e' la conversazione che potreste ascoltare se nel vostro quartiere ci fosse una "Tv di strada", una Tv che puo' essere captata anche solo nel raggio di 500 metri dal punto di trasmissione.

La prima Tv di questo genere e' stata la OrfeoTv [http://www.telestreet.it/telestreet/tv/orfeotv/home.htm] di Bologna (di "strada" in via Rialto 29/a, una perpendicolare di via Orfeo) che trasmette dal 21 giugno del 2002. Il primo problema di questa Tv fu la scelta del canale televisivo Uhf (Ultra High Frequency, gamma di frequenze tra 400 ed 860 MHz per uso televisivo terrestre) da utilizzare per la trasmissione del segnale.

Quasi tutti i canali sono gia' assegnati "legalmente" in concessione e si presentava il rischio di "disturbare" altre emittenti poiche' un segnale generato da una microscopica "Tv di strada" sarebbe stato di certo "coperto" e/o disturbato da queste.

La soluzione fu trovata sfruttando la circostanza che i segnali televisivi hanno "portata ottica" e non potendo quindi "aggirare" gli ostacoli sul loro cammino, si diffondono sul territorio a macchia di leopardo. Per questo motivo il segnale di una stessa emittente viene, in genere, irradiato su piu' canali nello stesso territorio: se l'utente si trova nella "zona d'ombra" di un canale puo' sintonizzarsi sull'altro. OrfeoTV trasmette sul canale 51 Uhf (710-718 MHz) in una piccola zona d'ombra lasciata "libera" da questo canale assegnato legalmente a Mtv.

Quattro comuni antenne televisive omnidirezionali "a pannello" accoppiate tra loro ed installate sul terrazzo, un trasmettitore (costituito da un alimentatore, un modulatore ed un amplificatore) agganciato all'antenna, un PC, un mixer, una webcam, due videoregistratori VHS e le videocamere "personali" sono bastati per iniziare a diffondere le trasmissioni nel circondario.

La durata delle trasmissioni e' di poche ore al giorno. Il primo servizio mandato in onda? L'intervista al proprietario di un bar di Bologna dove si tenevano le riunioni della redazione. Le trasmissioni, rigorosamente senza palinsesto, sono proseguite con documenti video locali ed internazionali (servizi di "giornalisti per caso" sulla vita cittadina, riprese sui fatti di Genova, cortometraggi, filmati reperiti in Internet, interviste). Il costo complessivo (antenne, trasmettitore e cavi) e' stato di 1.000 euro: esattamente l'importo alla base della "scommessa", fatta tra amici, per realizzare l'impianto.

I kit "chiavi in mano" per la creazione di una Tv di strada sono reperibili su diversi siti (per i kit [http://www.challenger.it/telestreet/kit.htm] e per spiegazioni tecniche [http://www.tlx.it/kit.htm] dettagliate su come effettuare l'installazione [http://www.telestreet.it/telestreet/tv/orfeotv/realizzazione.htm] ). Telestreet [http://www.telestreet.it], con l'obiettivo dichiarato di riunire tutte le Tv di strada, e' divenuto il principale punto di riferimento per chi desideri pubblicizzare la propria Tv o per avere un supporto tecnico-legale per aprirne una. Il sito contiene documenti, iniziative, eventi, l'elenco delle Tv di strada (e' in corso un nuovo censimento) ed alcuni forum.

Tra gli animatori del sito, una trentina di persone, Giancarlo "Ambrogio" Vitali e Bifo Berardi, uno dei fondatori nel '77 di Radio Alice a Bologna, che dichiara: "L'intento di OrfeoTv non e' quello di battere le grandi reti nazionali, il nostro obiettivo e' politico e simbolico: abbattere la dittatura esistente oggi in Italia promuovendo il media-attivismo. Tutti con il sistema da noi adottato possono infatti fare televisione, fare sentire la loro voce e contribuire cosi' alla lotta per fare crollare l'attuale dittatura televisiva.".

Un Videomanifesto delle Tv di strada, della durata di due minuti (13,4Mb in formato avi-divx), e' stato realizzato recentemente da Candida Tv di Roma ed e' disponibile presso diversi siti (ad. esempio si puo' scaricare da qui [ftp://italy.indymedia.org/new_global_vision/disc31/ngv_rm_ita_20030910_telefinale.avi] ). Attualmente si contano una trentina di Tv di strada in attivita' ma sembra che 50 siano pronte a partire nei prossimi mesi, consapevoli di tutte le difficolta' legali (il codice penale prevede da un anno e mezzo a tre anni di carcere per le trasmissioni non autorizzate).

Diverse emittenti, tra cui Telefabbrica, la televisione dei lavoratori FIAT di Termini Imprese, e Disco Volante, gestita da una cooperativa di disabili a Senigallia, sono state gia' "oscurate". A rischio di chiusura da parte della Circostel (Polizia Postale addetta al controllo dell'etere) la Peccioli Tv [http://www.pecciolitv.net], una interessante esperienza di Tv "paesana" del piccolo centro in provincia di Pisa: una televisione comunitaria ad accesso pubblico allestita dall'amministrazione locale per i propri cittadini.

Alcune tra le Tv di strada che risultano attive: Nomade Tv, SperimentiTV, IsolaTv, Mosaico Tv (Milano), Teleponziana (Trieste), OrfeoTv (Bologna), MinimalTv (Firenze), SpegnilaTv, TeleAut, Challenger Tv, ANT tv, CandidaTV (Roma), Global Street (Padova), TeleMonteOrlando (Gaeta, LT), TeleSorcio (Napoli), Tele Robbinud (Squillace, CZ), Tivitti (Palermo).

Un centinaio di parlamentari hanno presentato, il 22 gennaio 2003, un progetto di legge [http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/schedela/trovaschedacamera.asp?pdl=3567] per la regolamentazione di queste Tv ed il "riutilizzo" delle zone d'ombra dei ripetitori televisivi dal titolo "Modifiche all'articolo 3 della legge 6 agosto 1990, n. 223, in materia di tutela delle televisioni di strada". I possibili scenari dell'evoluzione di questo fenomeno, non in contrapposizione tra loro, sono interessanti.

Si pensi infatti a "network" nazionali e/o internazionali ove piccolissime emittenti, attraverso Internet (siti web, aree ftp), siano in grado di scambiare il materiale video disponibile portando quindi l'informazione remota nel territorio locale e creando un mercato alternativo per la diffusione di documenti video locali che non sono, o non vogliono, o non possono, essere distribuiti da emittenti nazionali e/o locali (vedi ad esempio il sito di New Global Vision [http://www.ngvision.org] ).

Oppure alla creazione di vere e proprie microTv "di servizio" che potrebbero rivelarsi di grande utilita', soprattutto nei piccoli centri abitati, per la diffusione di notizie di stretto interesse locale, per "trattenere" le memorie degli eventi e per informare i cittadini sul rapporto tra il proprio territorio e gli enti istituzionali.

Del resto anche le prime "radio libere", negli anni '70, iniziarono a trasmettere in regime di "illegalita'" (e a dire il vero ancora oggi c'e' almeno una Tv privata di interesse nazionale che puo' considerarsi "fuorilegge") sostenute dall'entusiasta partecipazione di molti cittadini che, finalmente, vedevano infrangersi il monopolio dell'informazione da parte dello Stato.

Oggi siamo forse siamo meno sensibili a questo problema poiche' abbiamo la percezione che le fonti di informazione televisive siano aumentate di numero. In realta' la concentrazione di queste fonti (soprattutto delle piu' importanti) in poche mani sta, di fatto, nuovamente restringendo il pluralismo, se non l'offerta, dell'informazione in questo settore. Ed allora ben vengano altre voci, anche "di strada".

(7 OTTOBRE 2003, ORE 7:00)

Note: Fonte: http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,189646,00.html

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