Eolas: bloccate Microsoft Internet Explorer

L'azienda vuole impedire che il browser sia ulteriormente diffuso. L'unica alternativa per Microsoft - afferma - è acquistare le licenze che coprono le tecnologie brevettate da Eolas. E si appella ai giudici
11 ottobre 2003
Punto Informatico

Chicago (USA) - Eolas gira il coltello nella piaga tentando di ottenere il più possibile da Microsoft per i brevetti che detiene su certe funzionalità web. L'azienda ha presentato una richiesta alla Corte distrettuale di Chicago perché venga inibita l'ulteriore distribuzione del browser Internet Explorer in quanto capace di far girare applicativi plug-in e applet che rientrano nei brevetti Eolas.

La richiesta di Eolas rappresenta l'ultimo atto di una escalation nei confronti della softwarehouse di Bill Gates, che già deve all'azienda 521 milioni di dollari e che sta lavorando per modificare Internet Explorer in modo da non violare le tecnologie brevettate dall'Università della California e amministrate in via esclusiva da Eolas. L'azienda ha anche affermato che, visto il riconoscimento dei 521 milioni di dollari, è comunque disponibile a fornire una licenza d'uso a Microsoft, per un prezzo da stabilire...

"Se Microsoft si rifiuterà di acquistare le licenze di Eolas - spiegano i legali dell'azienda - allora il tribunale dovrà fermare la distribuzione di Explorer".

A questo punto, dunque, se il tribunale dovesse dar ragione ad Eolas, Microsoft si troverebbe nella scomoda situazione di dover pagare la licenza per distribuire il proprio browser. Cosa che accadrebbe anche nel caso in cui il tribunale ritenesse che le modifiche ad IE non siano sufficienti a garantire i diriti di Eolas.

Microsoft, da parte sua, non sta a guardare e punta decisamente sull'appello contro Eolas, un appello nel quale probabilmente spera anche il World Wide Web Consortium, preoccupato dell'avanzata dei brevetti Eolas. Una delle ragioni di speranza per l'appello sta nel fatto che Microsoft ha individuato il browser costruito da un giovane ingegnere dell'Università di Berkeley nel 1991, il Viola browser, che in data antecedente ai brevetti Eolas avrebbe già avuto capacità di far girare plug-in, al punto da invalidare i brevetti Eolas.

Del Viola browser parlano in questi giorni al W3C. E online è disponibile il Viola Browser Archive.

La battaglia si annuncia lunga.

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