HackIt 06, occupato lo spazio a Parma

Tutto pronto per la nona edizione dell'hack meeting, in un'ex sede usl. Seminari e workshop su privacy e diritti digitali, software libero, censura, copyleft. Dal 1 al 3 settembre
30 agosto 2006
Giulia Sbarigia
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Lo spazio è stato occupato solo lunedì notte e ora la nona edizione dell'HackIt (da venerdì 1 settembre a domenica 3) ha finalmente un'indirizzo: l'ex sede usl di Strada Boffalora 8, a Parma. Sarà dunque la comunità digitale che fa riferimento al sito www.hackmeeting.org (e alla sua mailing list), con tutti i partecipanti al raduno, a riqualificare uno stabile dimesso da circa dieci anni.
«Esprimiamo una visione dell'hacking come attitudine, non esclusivamente informatica. Il nostro essere hackersi mostra nella quotidianità anche quando non usiamo i computer», si legge sul manifesto del meeting, perché ci si può anche perdere nella Rete ma senza abbandonare l'iniziativa sociale sul territorio, nel quotidiano. «Abbiamo scelto di occupare a Parma per dare visibilità alla situazione di una città in cui si intrecciano pesanti speculazioni edilizie e sgomberi anche violenti di realtà ben radicate sul territorio, ricordiamo, ultimo in ordine di tempo, lo sgombero dello Spazio Sociale Mario Lupo», spiegano gli hacktivisti in sinergia con le realtà sociali attive nel parmense.
La locandina è decorata con una tela di ragno, lo slogan, «building a different net», scimmiotta i claim pubblicitari di grido e ne ribalta il senso, il programma presenta incontri e dibattiti per confrontarsi su server autogestiti, fonti energetiche pulite (ci sarà anche un pc alimentato da pannelli fotovoltaici e un modellino funzionante di motore Stirling, sempre che non diluvi), privacy e diritti digitali, software libero, censura, copyleft, fightsharing o per fare il punto sull'Internet governance (è di pochi giorni fa il nuovo accordo tra il Dipartimento del commercio Usa e l'Icann che consente all'America di mantenere il ruolo di supervisione egemonica sulla Rete mondiale fino al 2011). Ma soprattutto l'HackIt 06 si pone di mettere a fuoco gli intrecci tra tecnologia e vita sociale. «Si cercherà di capire come gli strumenti tecnici vengono usati per controllare e reprimere, quali sono le possibili forme di protesta a quest'uso e quali le forme di appoggio a utilizzi socialmente positivi», annuncia il comunicato.
L'appuntamento con l'informatica antagonista è autogestito e autofinanziato da quando nel 1998 a Firenze andò in scena la prima edizione. Tre giorni di seminari, ma anche giochi e feste (in programma c'è pure l'«ey signing party!», serata scambista di chiavi e fingerprint, senza dover esibire documenti d'identità, per un uso etico delle chiavi crittografiche), per condividere vis a vise attraverso la Rete, basta portarsi un computer, una ciabatta elettrica (non sono mai abbastanza), una periferica di rete e tutto l'hardware per «smanettare».
Ci sarà modo di conoscere il Pirat partiet italiano (www.piratpartiet.it), nato sull'onda del movimento svedese per le libertà digitali che nelle elezioni di settembre punta a un posto nel Parlamento elvetico, o scambiare opinioni, a partire dall'esperienza di Serpica Naro (il simulacro della stilista giapponese paladina dei precari), sulla sperimentazione del metabrand.
E poi workshop per imparare a costruire un trasmettitore in Fm (in questo caso non bisogna dimenticare il materiale: saldatrici, acido, stagno, basette, diodi...), o una cantenna (ossia un'antenna wireless ricavata da un barattolo di latta), basta munirsi di una lattina da 1 litro (vuota) e un seghetto per metallo perché il restante materiale viene fornito dall'Hacklab di Torino.
Infoline: 349-2984666; 320-5705381.

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