Le sorprese saranno molte
GOOG 382, AAPL 67, MSFT 26. Sono le quotazioni in dollari, rispettivamente di Google, il più diffuso motore di ricerca, di Apple, sinonimo di Macintosh e soprattutto del musicale iPod e di Microsoft. La classifica vale quello che vale e le borse non sempre rispettano i valori reali di un'impresa, ma non c'è dubbio che gli investitori continuino a premiare, persino al di là del merito effettivo, le aziende di informatica che appaiono proiettate sul futuro come Google o molto trendy, come Apple. Il tutto in un panorama letteralmente in subbuglio dove ognuno tende a proiettarsi nei campi un tempo presidiati dai concorrenti. Google per esempio è stato tanto forte nelle ricerche sul web quanto debole nel mondo multimediale, fatto di musiche e filmati digitali e allora c'è un vista una possibile sinergia con la Apple così musicale, attraverso l'accoppiata iTunes-iPod.
Nello stesso tempo quello che a molti appare un gigante fermo, ovvero la Microsoft di Bill Gates, sta per proporre un oggettino chiamato Zune (un altro nome da Star Wars, com'è ormai così di moda) che avrà tutte le caratteristiche del riproduttore multimediale iPod della Apple, ma anche due prestazioni in più, che, se ben realizzare, potrebbero scuotere l'intero settore dell'intrattenimento. Zune, con software Microsoft ma fabbricazione Toshiba, potrà comunicare con altri oggetti e con la rete attraverso un collegamento senza fili e soprattutto ognuno di questi apparati dovrebbe consentire una condivisione e scambio (sharing) dei contenuti con altri sistemi, mentre quelli Apple sono tanto belli e perfetti quanto chiusi e iperprotetti da ogni «piratata». Sono le contraddizioni di un mondo dove ognuno cerca di proteggere robustamente il suo territorio, ma è pronto a fare lo spregiudicato pur di entrare in quello altrui.
Infatti ecco che Google, dal canto suo, comincia a proporsi alle aziende, e non più a i singoli navigatori del web. Specialmente alle piccole imprese offre da qualche giorno un sistema di gestione della posta, dei calendari personali e di gruppo e dei siti web che mima in qualche modo i servizi di condivisione offerti da Microsoft Exchange. E ha già pronta l'offerta di due altri software, l'uno per scriver «alla Word» e l'altro per gestire tabelle elettroniche, tipo Microsoft Excel. Si chiamano writely.com e spreadsheets.google.com e vanno nella direzione di spostare sul web, anziché sul singolo computer, i programmi da ufficio, rendendoli a tutti disponibili e gratuiti. Sono cose rustiche rispetto alle prestazioni di Microsoft Office, ma indicano una tendenza crescente: il computer (o il cellulare) serve per navigare, ma le restanti risorse di calcolo e di memoria le fornisce la rete.
Quanto alla Apple, la sua salda presa sul mercato della musica digitale non poteva non suscitare voglie di emulazione-competizione e così si moltiplicano le proposte alternative. Per esempio l'annunciato servizio SpiralFrog, voluto da Universal Music, dove i brani si ascolteranno gratis, ma con pubblicità; il formato sarà quello dei file Microsoft. Ma anche il servizio di musica in abbonamento di America Online, chiamato Music Now, al costo di 15 dollari al mese, per un catalogo di due milioni e mezzo di brani. Iniziativa dinamica anche da parte di un'altra major musicale, la Emi, che ha stretto un accordo per lo scambio legale dei file musicali con il sito Mashboxx.com. Tanta agitazione corrisponde al crescente nervosismo della aziende musicali verso la Apple: le danno atto di aver reso legale il download di musica, ma si sentono stretti nella sua politica di prezzi uguali (99 centesimi di dollaro) per ogni brano.
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