Il «buon» sapere non è mai anonimo
Ogni serio sforzo enciclopedico possiede un solo punto di forza: la credibilità scientifica. E un solo target: l'umanità intera. Lo sforzo di Wikipedia cercava di rovesciare l'ordine dei fattori, facendo dell'umanità intera sia il target che l'autore. Sullo sfondo ideologico stanno sia la «democratizzazione del sapere» che il perverso «un solo sapere per tutti». Ma qui si scontrano inevitabilmente la doxae l' episteme, ovvero l' opinione(che ognuno può avere e proporre) e la conoscenza scientifica(«conoscenza certa e incontrovertibile delle cause e degli effetti»). La differenza sta nella verità, ossia nella corrispondenza dell'enunciato verbale alla cosadi cui si parla. Verità, beninteso, come fine cui si tende e che viene sempre rimessa in discussione da altri. Un'enciclopedia scritta da chiunque e da chiunque correggibile può fornire una marea di informazione - e Wikipedia svolge il compito magistralmente - che però vive sotto la spada di Damocle dell'incertezza: chi dice che le cose stanno veramente così? Su una quantità astronomica di fatti non ci interessa neppure esser certi della «verità» (chessò: la vita sentimentale di Britney Spears), ma su altri (le buone pratiche della democrazia, per dirne uno) si pretende di trovare un parere «attendibile», quanto meno. Nessuno si cura di scrivere una voce fasulla sulla meccanica quantistica o sul teorema di indecidibilità; la scienza «dura» scoraggia i falsificatori fai-da-te. Ma già sul confine metafisico della scienza (la genesi dell'universo, per esempio), ecco che il paraletterato creazionista comincia ad allungare le mani e a «sorvegliare» quotidianamente perché quella voce sia «integra» nel rispetto della sua fede. E proprio sui lemmi più «politici» (che investono storia, filosofia, sociologia, ideologie) Wikipedia ha dovuto dichiararsi inattendibile, terreno di scorribande per la propaganda delle fedi più diverse. E' perciò un bene che lo sforzo enciclopedico sia riconducibile a nomi e facce. Ogni voce di Citizendium potrà essere criticata da chiunque, ma l'autore non sarà anonimo. E' un bene per la democrazia, intendo. Perché non sta scritto proprio da nessuna parte che «alle masse» debba andare sempre la merce peggiore. Specie se si tratta dell'informazione su temi «critici».
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