Due giganti dell'elettronica, Nokia e Philips, chiedono all'Unione Europea di togliere l'anacronistica tassa sui materiali da registrazione e riproduzione. Attualmente, per compensare i titolari di copyright, soprattutto quelli musicali, i supporti vergini per la registrazione come cassette e Cd sono gravati di una tassa e lo stesso avviene per gli apparati elettronici come registratori e lettori di musica.
Lo chiamano equo compenso ma tale non è dato che parte da una presunzione di colpevolezza generalizzata: tutti coloro che acquistano queste cose possono essere dei violatori del copyright e se non lo sono, peggio per loro, pagheranno lo stesso. La cosa è divenuta particolarmente assurda per i Cd, ormai usati da aziende e singole persone per uso strettamente privato, di solito per fare delle copie (backup) dei propri file oppure per trasferirli da un computer all'altro. In Italia, con una procedura complicatissima, le aziende, ma non i singoli, possono richiedere a posteriori il rimborso alla Siae, ma solo se dimostrano l'uso legittimo dei loro Cd, allegando voluminosa documentazione. Secondo Nokia e Philips, queste norme sono ormai obsolete per un altro motivo: brani musicali, filmati e persino romanzi sono ormai venduti con un software allegato che ne impedisce o limita fortemente la duplicazione abusiva. Sono i cosiddetti Drm (Digital Rights Management) grazie ai quali, per esempio, un brano acquistato legittimamente su iTunes della Apple non può essere riversato in un altro formato e in un altro lettore che non si l'iPod. I Drm, tutti diversi tra di loro e di solito incompatibili si stanno rivelando peraltro un freno alla diffusione della musica digitalizzata, ma in ogni caso, se i contenuti sono già protetti all'origine perché dovrebbero essere tassati anche un'altra volta? Le due aziende avanzano la richiesta per poter ridurre il costo dei loro apparati e favorirne quindi la vendita.
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