I ragazzi di Flock, browser sociale
E' autunno caldo, sul fronte dei browser. Dopo anni di immobilità in cui Explorer di Microsoft si era trasformato in un nome comune per indicare i programmi di navigazione web, lo scenario è improvvisamente mutato. Eccoci dunque in questo ottobre quando, tallonato dal concorrente Firefox (il browser a sorgente aperta della Mozilla Foundation), Internet Explorer ha rilasciato una nuova versione, la numero 7, a cinque anni di distanza dalla precedente. Ma anche la «Volpe di Fuoco» si è rinnovata, lanciando la sua seconda versione.
Il mutamento principale riguarda tuttavia la stessa navigazione internet, che non consiste più nello sfogliare siti ma piuttosto nel realizzare attività come pubblicare sul web, tenersi in contatto con altri, conservare e condividere informazioni. A incarnare per primo questa filosofia non è stato l'attuale incumbentExplorer, che detiene ancora l'82 per cento del mercato), né il suo agguerrito rivale Firefox (che ha ormai strappato il 12 per cento, dati MarketShare) bensì un browser poco conosciuto, ancora in versione beta (ovvero di prova).
Si chiama Flock, subito definito il browser sociale, e in questo mese compie un anno di vita. Lo si potrebbe definire il cuginetto della Volpe di Fuoco, perché, oltre ad essere open source, si basa sulla medesima architettura; anzi alcuni suoi sviluppatori (una dozzina in tutto, ospitati, come da tradizione, in un garage a Palo Alto, California) hanno lavorato in precedenza con la Mozilla. Ma a differenza di tutti gli altri programmi di navigazione, il giovane Flock è orientato al web 2.0, quella seconda versione dell'internet caratterizzata dal protagonismo degli utenti: l'universo dei blog, il social networking, la condivisione, la possibilità di esprimere voti e preferenze sulle notizie lette o i video visti. I ragazzi di Flock hanno capito che tutto ciò si poteva con il browser stesso, direttamente al suo interno, senza lasciarlo mai. «Il web non è solo una biblioteca di documenti - ha ripetuto più volte il co-fondatore Bart Decrem - ma un flusso di eventi e persone, che sempre di più passano il tempo a condividere».
Ecco dunque quelle sue funzionalità peculiari che servono a fluidificare l'esperienza web. Innanzitutto, il blogging integrato, ovvero la possibilità di scrivere un post, un articolo sul proprio blog a partire da una pagina web o da una frase che si vuole segnalare: basta cliccare col tasto destro, e si apre una finestra che automaticamente crea la nuova entry, senza dover andare sulla propria piattaforma di hosting, fare il log-in eccetera. Se poi si vuole inserire anche un'immagine tratta dal proprio profilo di Flickr (il sito che raccoglie e condivide le foto online), basterà trascinarla con il mouse.
La seconda caratteristica di Flock è infatti la simbiosi con i servizi di photo-sharing (finora Flickr e Photobucket). Anche in questo caso, per caricare delle foto nel proprio account basta agganciarle e trascinarle su un'apposita barra; oppure si può controllare, attraverso una lista, i profili degli amici, ed essere avvisati quando ci siano nuove immagini. Fluidità delle attività web più comuni, dunque, e meccanismi di social networking sono i tratti distintivi del browser dall'interfaccia semplice e azzurra. Altri punti di forza sono la possibilità di leggere all'interno del browser stesso i feed Rss (gli aggiornamenti dei siti a cui siamo abbonati), e il motore di ricerca che, quando si digita una parola, setaccia anche quanto è stato salvato tra i bookmark e nella cronologia delle pagine navigate. E poi, ultima ma non meno importante, la possibilità di etichettare le pagine con dei tag e di condividere all'istante i propri preferiti sul sito di social bookmarking Del.ici. ous.
Un gioiellino insomma, che farà felice gli utenti molto attivi, dall'intensa socializzazione online. Quelli di Flock per altro non nascondono di puntare in alto: conquistare 100 milioni di utenti in cinque anni. Un'ambizione forse eccessiva, considerato che il loro browser non rientra neppure nelle classifiche sulle quote di mercato, piazzandosi piuttosto indietro, dopo il mogul Explorer, il rampante Firefox, il solido Safari, e i vari Opera, Netscape, Mozilla. Ma la strada appare ancora più in salita a partire proprio da questo ottobre, dato che Explorer 7 si è 'firefoxizzato', promettendo oltretutto una stretta sulla sicurezza. La Volpe di Fuoco continua a fare proselitismo e, per la prossima versione, la terza, è stato lanciato un brainstorming di massa, in cui i progettisti della Mozilla Foundation chiedono agli utenti di segnalare le funzioni o le modifiche desiderate.
Flock, rispetto a tutti questi movimenti, è ancora un prodotto di nicchia dalle belle speranze. Alcune delle sue caratteristiche sono ormai presenti anche nel cugino Firefox, che però le introduce attraverso il download di estensioni (programmini aggiuntivi), complicando un po' la vita agli utenti meno esperti. Difficile, al momento, scommettere su quel piano quinquennale dei 100 milioni. Ma di certo il social browsing è qui per restare.
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