Più luce e meno consumi con le nanolampadine

I ricercatori del Cnr di Bologna hanno realizzato un prototipo che sfrutta sottilissimi strati molecolari, che promettono più velocità e consumi ridotti. Il futuro per gli schermi di pc e cellulari
22 ottobre 2003
Ludovica Manusardi Carlesi
Fonte: http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,190721,00.html

MILANO – La luce dalle molecole. Questa è l’ultima frontiera nel settore delle nanotecnologie cui è giunto un gruppo di ricercatori dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati della sezione di Bologna del Cnr.

Meno di un anno fa lo stesso gruppo di lavoro aveva messo a punto, in collaborazione con altri centri di ricerca italiani e un’industria leader nel settore illuminazione, gli Oled (light emitting diode) parenti prossimi dei più noti Led, ma, rispetto a questi ultimi, fatti di materiali organici invece che di strati di semiconduttori metallici. La cosa originale è che questi Oled si presentano sotto forma di sottili pellicole trasparenti, flessibili, leggere, ad alto rendimento e basso consumo, e si prestano quindi per le più svariate applicazioni dall’arredo, alle auto, ai monitor dei televisori.

L’attuale ricerca messa a punto questa volta in collaborazione con i laboratori dell’Ibm di Zurigo, ha compiuto un altro passo significativo andando a prendere sorgenti luminose ancora più piccole. Si tratta di generare la luce utilizzando sottilissimi strati molecolari, una specie di nanolampadine, che rivoluzioneranno soprattutto le apparecchiature elettroniche come gli schermi di computer o i display dei telefoni cellulari.

Il dispositivo che genera la luce si basa sulla proprietà delle molecole di allinearsi spontaneamente quando vengono poste tra due elettrodi piani capaci di iniettare i portatori di carica. Sfruttando la capacità naturale delle molecole di organizzarsi in un piano orizzontale, le cariche elettriche vengono fatte viaggiare a velocità 10.000 volte superiore a quella dei diodi organici emettitori di luce, con il risultato di avere maggiore luminosità e minor consumo.

Il costo complessivo di questa ricerca fino alla creazione del prototipo sul quale si stanno attualmente facendo verifiche operative, è di 3,5 milioni di euro suddivise tra cinque partner. Si apre a questo punto una serie di sfide molto interessanti. La prima è quella di poter integrare queste nanosorgenti luminose all’interno dei chip per i computer di nuova generazione; l’altra – traguardo ancora più ambizioso – è quello di poter realizzare un laser da una pellicola molecolare flessibile guadagnando sia in luminosità che in consumo.

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