Accordo sul Wi-Max, a giugno l'asta per le licenze
Internet in viaggio sulla banda larga arriverà nelle zone remote, dove l'Adsl non può, a velocità massima, 70Mbit al secondo in entrambe le direzioni, a costi meno elevati e senza fili, basterà stare con il proprio computer entro 50 km dal ripetitore del segnale radio. La firma dell'accordo tra i ministri della difesa Arturo Parisi e delle comunicazioni Paolo Gentiloni sul Wi-Max spalanca un'inedita prospettiva digitale. «Con questa intesa, a partire da giugno 2007, - si legge in un nota del ministero delle comunicazioni - verranno resi disponibili più lotti di frequenze (nella banda Wi-Max 3.4÷3.6 GHz) per iniziali complessivi 35+35 MHz, ripartibili anche su più macroaree nazionali. L'intesa costituisce la prima fase di un progetto complessivo concordato tra le due amministrazioni, che condurrà in un quinquennio a triplicare la suddetta prima assegnazione di frequenze per il Wi-Max».
L'Italia è in ritardo nella sperimentazione della connettività Wi-Max, i primi passi sono stati mossi solo nell'estate dello scorso anno in Piemonte, Valle d'Aosta, Sicilia, Sardegna, Abruzzo e in qualche area di Milano, Parma, Arezzo e Roma. Ora il paese potrebbe fare un salto in avanti superando quel divario digitale che mortifica le zone meno accessibili, e colloca l'Italia agli ultimi posti a livello internazionale.
Secondo quanto stabilito dall'accordo il ministero della difesa provvederà a riallocare i propri sistemi radar fissi e mobili oltre agli assetti di telecomunicazione e potrà quindi vendere al dicastero di Gentiloni le frequenze appena liberate. Entro febbraio il ministero delle Tlc stabilirà modalità, termini e numero delle licenze e da giungo farà partire l'asta. Il prezzo dovrebbe oscillare tra i 100 e i 150 milioni di euro a lotto, le richieste dovranno arrivare entro 30 giorni dalla pubblicazione sulla «Gazzetta ufficiale» avvenuta mercoledì. Secondo i piani lo stato dovrebbe così mettere in cassa parecchi miliardi, i primi soldi serviranno per ammodernare le strutture di diffusione del segnale. «Gli investimenti necessari deriveranno in parte da appositi capitoli del bilancio dello stato e eventualmente anche dal mercato Wi-Max», così ha dichiarato il ministro Gentiloni. E c'è già chi guarda con attenzione al bando. In testa ci sarebbe Fastweb, «Fastweb valuta positivamente l'opportunità Wi-Max, anche perché già sperimentata in Val d'Ayas con successo, si adatta molto bene alla tecnologia della rete fissa Fastweb», dicono dalla società telefonica. Anche Tiscali potrebbe partecipare alla corsa, mentre sembra più sfumata l'attenzione di Telecom Italia che vede ora minacciato il suo monopolio sull'ultimo miglio. Con il Wi-Max infatti non sarà più necessario avere una linea telefonica fissa o una rete cablata. 3 Italia, controllata dal gruppo giapponese Hutchison, non sembra invece interessata alle licenze.
Le compagnie telefoniche vedono nella tecnologia Wi-Max un'opportunità per attuare la convergenza tra la comunicazione mobile e quella errante (wireless) superando di gran lunga le prestazioni di Skype.
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