Quel mondo connesso senza fili
Fino a non molto tempo fa, negli Stati Uniti, li si poteva ancora vedere. Seduti nelle automobili parcheggiate, digitavano sul loro portatile con aria guardinga. Erano i cacciatori di segnali Wi-Fi, le connessioni a Internet senza fili che s'irraggiano per decine di metri da una rete locale lasciata aperta. Oggi la caccia alle reti wireless incustodite non dà nemmeno più nell'occhio: lo si può fare con un semplice telefonino. La tecnologia Wi-Fi, dopo aver conquistato i laptop, è infatti passata ai cellulari. Negli Usa circolano già numerosi modelli capaci di sfruttare i sempre più vari punti di accesso all'internet senza fili (gli hotspot) proprio come fanno i computer portatili. Il vantaggio? Telefonare utilizzando il Voip (Voice over Ip), come ha insegnato Skype, riducendo o addirittura annullando il costo della chiamata. In questo modo non solo si possono sfruttare tutte quelle aree pubbliche che negli States sono già ben coperte dal wireless (aeroporti, stazioni, locali, parchi) ma anche la rete locale di casa, con la sua connessione Wi-Fi ad alta velocità. E magari, come ha provato a fare un reporter del New York Times, persino le reti altrui, anche se ciò solleva delle problematiche etico-legali non ancora sciolte. Molti di questi telefonini sono poi in grado di scegliere fra il consueto network cellulare o le reti Wi-Fi eventualmente disponibili: sono dotati cioé di una doppia modalità di connessione (dual mode), caratteristica che li rende un oggetto estremamente interessante per i consumatori ma anche altamente pericoloso per gli operatori telefonici.
Ma in tema di Wireless Fidelity anche l'Europa non è stata a guardare, e anzi ci ha messo del suo. Proprio dalla Spagna è nato un ambizioso progetto di condivisione planetaria delle connessioni wireless all'Internet. E' la comunità di Fon, una grande rete di banda libera e condivisa dai suoi utenti, basata ovviamente sullo standard Wi-Fi. Per capirla si può pensare all'esempio del peer-to-peer, la modalità di condivisione da utente a utente che si è diffusa soprattutto in ambito musicale. In pratica i membri della community di Fon (detti Foneros) sono disposti a condividere la propria banda, trasformandosi in hotspot, ovvero in fornitori di accesso per gli altri utenti che si trovino a passare nelle vicinanze della propria abitazione. E' il sogno dell'accesso universale, di un network mondiale e gratuito basato sullo spirito di condivisione; un sogno che si sta trasformano in realtà, visto che dalla penisola iberica il progetto, anzi, il movimento Fon si è diffuso in oltre 40 Paesi, Italia compresa.
Il Wi-Fi insomma sembra ormai essere avviato a passo di marcia verso una diffusione planetaria, spesso affiancato da quell'altra tecnologia cugina, dal respiro più ampio che è il WiMax. Quest'ultima permette di coprire con connessioni wireless ampie zone, addirittura delle città. Il suo raggio d'azione (50 km) unito alla larghezza della banda (70 megabit al secondo) la rendono inoltre ideale per raggiungere i centri più remoti, per andare dove il cavo non arriva, per colmare insomma alcune forme di divario digitale.
A spingere il WiMax sono stati fino ad oggi due colossi tecnologici quali Intel e Motorola, ma ora altre aziende stanno saltando sul suo carro. Negli Stati Uniti l'operatore telefonico Sprint ha appena annunciato di volere costruire un nuovo network internet wireless basato su questa promettente tecnologia, che si può unire a livello locale con le reti Wi-Fi.
Anche l'Europa si sta muovendo al riguardo, e in molti Paesi dell'Unione i minsteri della Difesa, detentori delle frequenze necessarie per il suo funzionamento, sono stati rapidi a liberarle, mettendole a disposizione. Inutile dire che su questo fronte l'Italia è rimasta indietro, così come Belgio, Bosnia Erzegovina, Albania, Lussemburgo, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia e Slovacchia. Un vero peccato se si calcola che, secondo le previsioni di Jupiter Research, nel 2007 il numero globale di utenti WiMax sarà di 1,7 milioni, per salire a 21,3 milioni nel 2012.
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