«Scaricare non è legale», la Fimi ribalta la sentenza
La sentenza della Cassazione che ha annullato la condanna di due studenti torinesi accusati di aver effettuato downloading illegale e il risalto attribuito dai media alla notizia ha scatenato la reazione della Fimi (Federazione industria musicale italiana) che in un comunicato precisa: la sentenza in questione si riferisce «alla normativa in vigore precedentemente alle modifiche legislative introdotte dalla legge 248/2000, dal successivo recepimento della direttiva europea sul copyright, nel 2003 e dal decreto legge Urbani nel 2004, poi convertito in legge nel 2005». Il caso dei due studenti torinesi del Politecnico, condannati in appello per aver violato gli articoli 171 bis e ter della legge sul copyright e poi prosciolti dai giudici supremi perché non c'era scopo di lucro, risale al 1999 e quindi, sottolinea la Fimi, la sentenza della Cassazione non cambia l'attuale legislazione in vigore. Secondo Giorgio Assumma, presidente della Siae, costituita parte civile nel processo: «Il disposto della Cassazione lascia molto perplessi, perché si pone in contrasto con principi di diritto ormai acclarati dalla costante giurisprudenza, alla quale correttamente si era conformata la Corte di appello di Torino». «L'uso personale - ha aggiunto - è l'unica utilizzazione consentita dalla vigente legge, senza bisogno della preventiva autorizzazione del titolare dei diritti... nel caso esaminato, è stata data la possibilità di accedere alle opere scaricate che fa venir meno l'ambito personale, trasformandolo in un ambito pubblico».
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