L'ultima frontiera per il File Sharing
Per capire cosa sia in realtà l'OSD, bisogna fare un piccolo passo indietro e cercare di capire quale problema la Panasas vuole risolvere con esso.
Avete mai avuto bisogno di accedere ad un file salvato su di un computer A mentre eravate seduti al computer B? A meno che voi non usiate mai un pc, vi sarà già successo.
Per risolvere il problema voi dovete andare sul computer A ed attivare la condivisione di file: una grossa perdita di tempo.
Una prima risoluzione del problema è stata offerta dai NAS (Network Attached Storage) e dai file server.
Sfortunatamente, questa soluzione non è molto flessibile: file salvati con un sistema, psesso non sono leggibili da altri sistemi, e non molto performante: il NAS fa da collo bi bottiglia.
Ma adesso c'è l'object storage, che vuole rimpiazzare le vecchie tecniche di condivisione con una nuova architettura dove la rete non è il collo di bottigla ma l'emento base di tale architettura.
Nel mondo dell'object storage i dispositivi di storage sono in grado di gestire autonomamente la distribuzione e la riallocazione dei file secondo politiche di performance, resilienza e capacità. L'architettura object storage è ancora in progettazione, ma già si stanno definendo i primi standard per l'access storage e per la memorizzazione dei file.
Adesso torniamo a Panasas: il suo sistema ActiveScale è essenzialmente un clustered storage appliance, composto da 11 blade computers: ogni storage blade è equipaggiato con due Serial ATA drive e cache memory.
In una configurazione full, ogni ActiveScale ha una capictà di 5TB.
L'architettura hardware degli ActiveScale è notevole, ma è il loro object-based file system, ActiveScale File System, l'elemento più interessante.
Inoltre, secondo Panasas, le performance sono molto superiori rispetto ai NAS, ed anche il costo è inferiore: parliamo di $25,000 per 1.6TB di capacità.
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