Politica linuxara New Global

Forse la GPL non è altro che l'espressione di una licenza globale, una summa di aspetti profondi che mettono d'accordo tutti intorno a un tavolo, il cui piatto forte è Linux.
28 ottobre 2003
Sandro Kensan
Di politica ormai non si interessa più nessuno ma un punto di vista dall'alto offre vantaggiosi risvolti. Come i New Global si interessano di un nuovo tipo di politica che passa per il caldo di quest'estate e per i black-out anche se loro parlano di argomenti come la biodiversità e le foreste vergini, io mi interesso di interessanti lati che riguardano il software Open Source in generale ma che poi si finisce sul concreto del software Libero ovvero sul software sotto GPL ma anche sotto altre licenze libere. I lati interessanti sono quelli in comune con i New Global ovvero "per una globalizzazione più giusta" o meglio col mettere insieme principi etici ed economici. In questo caso non si parla di natura ma di "gente" o forse è meglio dire di "culture". Arrivando al concreto si può parlare del Brasile, della Cina, dell'India, della Russia, dell'Iran e della Germania ma anche di molti stati europei, esiste un fronte che ha interesse a sostenere il software GPL. Ovviamente quando si parla di globalizzazione è bene avere un'etica globale che si astenga il più possibile da preconcetti occidentali o ancor peggio latini altrimenti si perde di vista l'onda Global che sta attraversando la gente del nostro pianeta. I sei stati che ho citato non sono nazioni qualsiasi ma il Brasile è la stella polare del sud america, la Cina del continente asiatico, la Germania di quello europeo (insieme all Francia ma qui cadiamo sulle sfumature europee), l'Iran di quello arabo, la Russia del continente euroasiatico e l'India di quello orientale del sud. Nazioni che fanno tendenza nei rispettivi continenti o aree culturali, come da noi la Germania è un paese a grosso peso specifico nel bene e nel male, così lo sono la Cina e il Brasile e gli altri stati citati. Brasile Il Ministro sta lavorando nella direzione di informatizzare il Brasile con software Libero, chi oserà seguire una direzione diversa? Forse l'Argentina che ha miseramente fallito il suo progetto di progresso economico per avere dato fiducia a un neoliberista? Certamente il Venezuela non si pone questo problema per il momento visto le sue grosse carenze democratiche e il livello di corruzione delle sue strutture ma in un futuro non potrà che essere influenzato dalla stella polare. Cina La Cina ha deciso che entro il 2010 l'intera pubblica amministrazione posserà sotto software OS e in parte si tratterà di una distro Linux alla cinese ma i giochi non sono ancora stati fatti. Per chi non lo sapesse i giapponesi sono in grado di leggere molti "caratteri" (Kanji, ideogrammi) cinesi anche se le due lingue sono foneticamente diverse; questo fa si che esistano dei forti punti di contatto culturali tra le due nazioni, per esempio un cinese e un giapponese scrivono "bocca" allo stesso modo (un quadrato). Questo non toglie i problemi storici tra le due potenze locali ma certo che se la Cina segue una direzione il Giappone deve farne i conti. Localmente esiste un primo accordo tra i paesi "nati sotto al cielo" per avere una infrastruttura informatica che si basi su software adatto alla cultura orientale, ovviamente sarà basato su distribuzioni linux, l'unico sistema operativo che permetta una discussione radicalmente locale e alternativa alla cultura occidentale a loro estranea. Germania Della Germania non vorrei parlarne in quanto italiano: troppa influenza e troppa vicinanza non fanno cogliere la sostanza del rapporto tra questa ingombrante nazione e il resto della vecchia Europa, è meglio lasciare ad altre culture il compito di questa analisi ma sul lato Linux è chiaro a tutti che non solo Monaco abbia deciso la svolta ma come un po' tutti i Lander siano interessati insieme al governo di Gherard. Mi risulta che anche alcune città minori si siano incamminate verso soluzioni libere. Iran Ci sarebbe poi da parlare del povero continente africano ma qui manca l'acqua e il cibo e quindi non è il caso di parlare di computer, anche se il nord Africa è una realtà importante; qui vediamo l'Iran che da segnali incoraggianti in questa direzione ed è certamente una nazione leader in questa regione, comunque non sono a sufficienza informato. Qui ci vorrebbe un articolo di Al Jazeera che colmi le mie lacune... Russia Recentemente ho letto un articolo interessante che parlava della situazione russa e della volontà di incamminarsi verso tecnologie informatiche che risultassero alternative a quelle americane, per la Russia questo è un cammino obbligato che segue il suo destino di superpotenza alternativa agli USA. India Per l'India il cammino verso tecnologie informatiche non proprietarie è di vecchia data, basti ricordare il simputer basato su Linux. Il suo patrimonio di programmatori e di contributori al software GPL è notevole, trovo che siano culturalmente adatti a soluzioni Libere. Le conclusioni sono evidenti, le nazioni ad alta responsabilità perché culturalmente dominanti si stanno incamminando in un'unica direzione, alcune hanno fatto solo pochi passi altre hanno piani già cantierati altre ancora sono in fase di realizzazione. Vorrei raccontare una piccola storiella. Ai tempi dei primi contatti olandesi in Giappone i commercianti non riuscivano a fare affari con i nipponici, esistevano differenze culturali non superabili, i giapponesi infatti rispondevano sempre si alle domande se volevano la merce ma poi non compravano, anche attualmente molte aziende in Europa ma con proprietari in Giappone mettono uomini del loro paese ai posti di comando proprio a causa del fatto di appartenere a culture molto distanti. Pare che il concetto di software Libero travalichi queste differenze e che stia alla base del concetto di umanità tanto da essere accettato dalle più diverse culture terrestri. Forse la GPL non è altro che l'espressione di una licenza globale, una summa di aspetti profondi che mettono d'accordo tutti intorno a un tavolo, il cui piatto forte è Linux.

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