Polemiche su un licenziamento Microsoft

Un blogger americano sostiene di aver lavorato per l'azienda e afferma di essere stato licenziato a causa di un post sul proprio blog. Basta questo a far partire la polemica. Ma da Redmond per ora nessuna conferma
30 ottobre 2003
Punto Informatico
Roma - Dopo l'apparizione della notizia su Slashdot.org, il sito di Michael Hanson è stato travolto dalle visite rimanendo così irraggiungibile per ore: è il cosiddetto "effetto Slashdot", dovuto probabilmente all'appeal degli ultimi post pubblicati da Hanson sul proprio blog.

Stando alla sua ricostruzione, infatti, Hanson fino a poche ore fa lavorava per Microsoft e sarebbe stato licenziato da un dirigente dell'azienda il giorno dopo aver pubblicato un post sul proprio blog che riguardava proprio Microsoft.

Il post che secondo Hanson avrebbe disturbato il dirigente dell'azienda al punto da spingerlo addirittura a licenziare il suo dipendente era costituito da una fotografia (qui riprodotta in piccolo) che riprendeva l'arrivo di alcuni G5 della Apple ai cancelli del campus di Microsoft. Difficile capire cosa vi sia di strano, peraltro, vista la presenza in Microsoft persino di una Business Unit dedicata al mondo Mac. Qualcuno ha osservato, in verità, che per scattare una foto all'interno della sede Microsoft e per renderla pubblica Hanson avrebbe probabilmente dovuto chiedere un permesso.

Nella ricostruzione di Hanson, che per il momento è l'unica campana che suona su questo caso perché nessun commento è fin qui giunto dal quartier generale di Microsoft, il suo dirigente il giorno dopo la pubblicazione del posting avrebbe ribadito il diritto di Hanson di pubblicare quanto ritiene opportuno su un proprio sito ma anche il diritto dell'azienda di privarsi della sua collaborazione.

Slashdot commenta: "Questa non è questione di libertà di parola, anche se il blog non era su un server dell'azienda, perché Microsoft non è, non ancora, il Governo. Ma ci sono altri temi di interesse, come quello del difficile equilibrio tra la cattiva pubblicità che deriva da un licenziamento e le conseguenze negative di un post liberamente pubblicato da un dipendente". Rimane da vedere, però, cos'ha da dire Microsoft sull'intera vicenda.

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