Corsi gratis su internet. Nuovo scopo dell´università

13 giugno 2007
Alessandro Delfanti
Fonte: L'Unità (http://www.unita.it)

Abiti a Bangalore e vuoi seguire un corso di biologia di Harvard? Vuoi continuare a imparare, anche se non sei più studente? Ora le lezioni le trovi su internet. Le università di tutto il mondo, infatti, si stanno attrezzando per l´ open courseware, cioè per mettere a disposizione di chiunque (proprio come se fosse open software), anche chi non è iscritto a nessun corso di laurea, il materiale dei corsi. Anche l´Ocse, l´Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, pochi giorni fa ha pubblicato un report intitolato "Giving Knowledge for Free", cioè cedere conoscenza libera e gratuita. In fondo questa non è altro che la «Terza missione» dell´università, cui si sta richiedendo sempre più spesso di affiancare ai suoi due compiti storici (ricerca e insegnamento) quello della diffusione delle conoscenze verso la società.

Infatti le risorse educative open, secondo la OCSE, hanno alcune caratteristiche precise: sono liberamente disponibili per chiunque al mondo e possono essere condivise. Per questo sono spesso distribuite con licenze Creative Commons, che permettono di copiarle, adattarle alle proprie esigenze, modificarle e ridistribuirle liberamente. Capofila di questa tendenza è il Mit di Boston che dal 2002, rilascia on line i materiali dei suoi corsi, come appunti e lezioni, arrivando a coprire ormai diverse centinaia di insegnamenti. Nel corso del 2007 l´Università di Berkeley, in California, è andata più in là con il suo progetto Webcast, che grazie a un accordo con Google Video mette on line le lezioni videoregistrate di più di duecento corsi e seminari.

Ma se a farla da padrone sono Stati Uniti e Gran Bretagna, subito dietro di loro ci sono Giappone e Cina, paesi che stanno investendo molto nella diffusione della conoscenza. L´Italia, invece, sconta un ritardo notevole: la diffusione on line dei materiali didattici è lasciata troppo spesso alla buona volontà dei docenti. Oppure l´accesso è limitato da una password, e chi non è iscritto a quella università non può fruire dei contenuti didattici. L´esatto contrario delle raccomandazioni Ocse. Del resto, secondo il report, gli ostacoli principali alla diffusione di questo tipo di iniziative sono economici: carenza di personale, di tempo, di risorse.

Ma a spingere in questa direzione contribuiscono diverse forze: anzitutto le possibilità tecniche offerte dalla rete, che raggiunge ormai un miliardo di utenti in tutto il mondo. E la globalizzazione dell´educazione e della ricerca, che spinge a cercare ciò di cui abbiamo bisogno in tutto il mondo e mette in diretta concorrenza le università. I paesi in via di sviluppo sono i principali beneficiari di un sistema di accesso gratuito a corsi e materiali di qualità internazionale. Ma non gli unici soggetti ad avere bisogno di accedere alla conoscenza. L´anno scorso il presidente della Commissione Europea, José Barroso, ha dichiarato l´apprendimento continuo necessario a raggiungere gli obiettivi di Lisbona, cioè fare dell´Europa una «società della conoscenza».

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