Paul Kunz, il pioniere di internet profeta del software senza "padroni"
Nel novembre del 1990 il fisico inglese Tim Berners-Lee, ideatore del World Wide Web, creò su un computer del Cern di Ginevra la prima pagina web della storia. Ma lo stesso inventore britannico provò l'emozione di vedere realizzato il suo ambizioso progetto e di collegarsi finalmente con un sito installato a diecimila chilometri di distanza grazie a un collega americano, il fisico nucleare Paul Kunz. Quest'ultimo, dopo una proficua visita al Cern, tornò a Stanford in California e il 12 dicembre 1991 realizzò su un pc dello Slac (Stanford Linear Accelerator Center) il primo "sito web" degli Usa. «Si trattava di una semplicissima pagina – racconta Kunz – con due soli link, uno era una rubrica telefonica, l'altro un database».
Un mese dopo, Tim Berners-Lee scelse il sud della Francia per presentare la rivoluzionaria invenzione durante una conferenza di fisici nucleari. Duecento scienziati, tra incredulità ed entusiasmo, videro apparire su uno schermo la rudimentale pagina realizzata da Kunz e poterono consultare la rubrica e il database su quel server antesignano collocato al di là dell'oceano. Kunz è uno strenuo sostenitore dell'Open Source (in inglese letteralmente: codice "Sorgente Aperto") termine che indica i software distribuiti con una licenza con cui si permette a qualsiasi sviluppatore di modificare il codice di programmazione (è il caso del diffusissimo sistema operativo Linux, considerato il più esteso progetto collaborativo della storia). Un lavoro collettivo che può impegnare gratuitamente gli esperti informatici di una nazione o di tutto il mondo ad elaborare un programma molto più sicuro e sofisticato di quello prodotto da un singolo gruppo.
Una "filosofia" che in Italia sta per decollare: la Finanziaria 2007 prevede un fondo di 30 milioni di euro per gli investimenti legati all'uso e allo sviluppo dei «software a codice aperto», e recentemente Luigi Nicolais, ministro per le Innovazioni e le Riforme nella pubblica amministrazione, ha istituito un'apposita Commissione e un Osservatorio sull'Open Source (www.osspa.cnipa.it).
– Lei ha affermato che l'open source rappresenta l'anima di internet. In che senso?
«Ho preso in prestito questo concetto – risponde Paul Kunz – da Tim O'Reilly, amministratore delegato della omonima casa editrice (nonché "padre" del concetto di Web 2.0, ndr). Tim fa notare che è un software Open Source anche il programma Bind (Berkeley Internet Name Domain, ndr) il quale quando noi digitiamo gli Url (i comuni indirizzi preceduti da "www", ndr) li traduce in "indirizzi numerici" per regolare il traffico su internet. E questo è solo un esempio. Anche i primi software Web, sia quelli usati dagli utenti sia quelli installati sui server, erano distribuiti come "open source" prima ancora che questa espressione fosse inventata».
– Cosa ostacola la diffusione dell'open source?
«Credo che per molti l'assenza di un "venditore" appaia come mancanza di un supporto tecnico. Questo e molti altri "miti" ancora resistono tra coloro non abituati ad avere un gruppo di lavoro pronto a risolvere i problemi autonomamente. Un altro luogo comune è "tu prendi ciò che paghi"... ma l'open source è gratis».
– Quali vantaggi hanno le imprese e la pubblica amministrazione nell'adozione dell'open source?
«Per ironia della sorte, nonostante l'assenza di "venditori", chi usa un software "libero" ha un supporto migliore e più veloce di chi ne usa uno bloccato dal copyright. Ciò grazie ai forum online e alle mailing list (notiziari gratuiti attraverso e-mail, ndr) in cui sono costantemente affrontati e risolti i problemi di un programma informatico e i suoi errori di scrittura. Se hai una difficoltà nell'uso di un software, grazie a Google trovi la soluzione sui siti di discussione».
- In che modo la ricerca scientifica dal 1991 a oggi è stata avvantaggiata dal Web?
«Esattamente nel modo in cui speravo se non ancora di più. Attraverso la divulgazione di importante documentazione riguardante gli strumenti scientifici utilizzati dagli scienziati di tutto il pianeta». – Può farci qualche esempio? «Basta andare sul sito del Cern (www.cern.ch) e aggiornarsi sugli esperimenti realizzati utilizzando il Large Hadron Collider (LHC, un sofisticatissimo acceleratore di particelle, ndr). Si possono trovare dettagli in un modo che prima del 1991 era possibile solo su documenti cartacei. Grazie a internet l'informazione scientifica oggi è a disposizione di ogni ricercatore in qualsiasi parte del mondo, non solo per coloro che frequentano biblioteche in cui sono reperibili le riviste più costose. Si immagini quanto ciò sia vantaggioso per i paesi in via di sviluppo».
– Quali sono, a suo parere, i più importanti risultati raggiunti da internet in campo sociale?
«Internet ci ha fornito una rete utilizzabile da chiunque e per qualunque scopo. Prima della sua nascita esistevano numerose reti separate con opportunità e contenuti limitati. Internet fu perciò il naturale luogo di nascita per il Web, permettendo alla gente di rendere disponibili a tutti contenuti di ogni genere. Il Web è una magia: è meno costoso e più conveniente sia per i fornitori di servizi sia per gli utenti».
– In che modo lei crede che si evolverà la Rete in futuro?
«Internet sarà ovunque. Immagino che presto sarà fruibile gratuitamente in tutte le aree di servizio delle autostrade. Sta già per accadere negli Stati Uniti. Già è possibile collegarsi liberamente dalle stanze degli hotel di categoria media. Gli importanti alberghi per uomini d'affari fanno ancora pagare il servizio, ma presto non sarà più così. Non si spende nulla per guardare la tv in hotel, quindi perché pagare per la connessione a internet?».
– Lei ha creato la prima pagina web nel 1991. Come si diventa un pioniere?
«Trovandosi al momento giusto nel posto giusto e mantenendo la mente aperta alle nuove idee».
Paul Kunz, fisico delle particelle e sviluppatore di software, il 12 dicembre 1991 crea in California, allo Stanford Linear Accelerator Center, il primo web server e la prima pagina web degli Usa.
Nel 1994 crea GnuStep, un progetto informatico che riproduce in versione "open source" (distribuita gratuitamente) il sistema operativo OpenStep di Next Inc., poi utilizzato da Apple Commputer come base per realizzare il Mac OS X. È anche sviluppatore-capo di HippoDraw, un potente software "orientato agli oggetti" per l'analisi statistica dei dati. Si occupa dell'analisi del software per il Glast (Gamma-ray Large Area Space Telescope) missione alla quale partecipa anche l'Italia per il satellite che la Nasa lancerà all'inizio del 2008.
Articoli correlati
Intelligenza artificiale e pace - Criticità e opportunità
Appunti per attivisti pacifisti allo scopo di orientarsi nel nuovo mondo dell'intelligenza artificiale7 gennaio 2024 - Francesco Iannuzzelli- Historical memory
What can we learn from the failure of the Alinari company?
The Alinari Archives is one of the most important photographic archives in the world. Its history began in Florence in 1852. The archives contains more than 5 million photographic documents25 gennaio 2021 - Capitolo italiano di Creative Commons La tecnologia che salva la vita
"La tecnologia è buona nell'uso che ne facciamo, cattiva nell'uso che ne facciamo".30 dicembre 2013 - Antonietta Podda- Aumentano i matrimoni “virtuali”
Adesso può baciare lo schermo
Internet rivoluziona il giorno più bello per antonomasia16 dicembre 2013 - Sarah Maslin Nir
Sociale.network