Dalla UE con furore
Franco Frattini, commissario Ue alla libertà, giustizia e sicurezza, continua la sua battaglia contro il Web. Già lo scorso luglio aveva rilasciato dichiarazioni analoghe ed ora, a distanza di tre mesi, torna sui medesimi argomenti. Giusto in concomitanza della riunione dell'industria tecnologica presso lo European Security Research and Innovation Forum [1], meeting che si tiene proprio l'11 settembre, a sei anni dagli attentati di Al-Qaida contro gli Stati Uniti. Strane coincidenze.
Il ragionamento di Frattini è semplice: datosi che su Internet si trova di tutto, anche le istruzioni per costruire delle rudimentali bombe fatte in casa, occorre evitare che queste informazioni siano così facilmente accessibili con il rischio di un aumento di attentati terroristici. Perchè è cosa risaputa che i terroristi studiano su Internet come costruirsi delle bombe.
Come fare per raggiungere un simile obiettivo? altra semplice risposta del commissario: con il coinvolgimento dei privati che dovranno studiare le soluzioni tecnologiche migliori. Quindi, se di "sicurezza nazionale" si tratta, ancora una volta lo Stato sovrano delega una delle sue principali responsabilità all'industria privata. O, peggio, chiede al privato di fare il "lavoro sporco" in vece sua; in cambio di cosa non è difficile intuirlo, qualche privilegio/potere in più, qualche legge "ad hoc", qualche somma di denaro per il compenso. L'esito di queste "privatizzazioni" (del tutto o in parte) è sotto gli occhi di tutti: dal caso Peppermint [2] alla censura in Cina, dalla "guerra in appalto" in Iraq alla questione dei brevetti sui farmaci come nel caso Novartis/Governo indiano [3]. Eppure, nonostante questi disastri globali, il ritornello resta sempre lo stesso: meno Stato, più privati. Meno politica, più economia. Meno sociale, più mercato.
Se la notizia-bomba messa in risalto dai media, su Internet come sulla carta stamapata, è questo tentativo di oscuramento del web, passano però quasi sotto silenzio altri due punti di cui il commissario Frattini avrebbe fatto cenno, ovvero il monitoraggio dei voli aerei in Europa con la creazione di un database dei viaggiatori con tanto di nome e numero carta di credito (database da mantenere per almeno 15 anni), e la conferma dell'invio di un questionario dalla Commissione agli Stati membri per chiedere loro come lavorano sull'educazione religiosa.
Sulla questione dei voli aerei si registra dunque un netto dietrofront: da fiera avversaria degli USA, che imponevano alle compagnie aeree con voli diretti in America di fornire l'elenco dei passeggeri, la UE aveva già rinunciato al suo ruolo di paladina della privacy per biechi interessi commerciali (la neanche tanto velata minaccia degli USA di bloccare ogni volo diretto verso il proprio spazio aereo se non fossero stati forniti in anticipo i nominativi dei passeggeri), ora sposa pienamente la politica di sicurezza a stelle e strisce riproponendo le stesse "misure preventive".
La novità (?) è rappresentata da questa indagine conoscitiva sull'educazione religiosa nei Paesi membri: lo stesso commissario la definisce una questione "delicata", ma fondamentale per "prevenire il radicalismo" e agevolare semmai un "Islam Europeo".
Si nota una certa contraddizione tra quanto (apparentemente) richiesto dalla commissione e quanto (apertamente) dichiarato dal suo commissario: se si tratta di "educazione religiosa", si presume si parli al plurale, di religioni, quindi cristianesimo, islamismo, ebraismo, buddhismo, confucianesimo, induismo e via dicendo. Perchè allora il commissario punta il dito unicamente su una di queste, l'Islam? perchè si fa riferimento al solo radicalismo musulmano, quando in giro per il mondo di radicalismi religiosi che ne sono (purtroppo!) a iosa? e perchè si dovrebbe parlare solo di "islam europeo" e non anche di "ebraismo europeo" o "buddhismo europeo" o "qualunquereligione-ismo" europa? Ma soprattutto, perchè non la smettiamo con questa (psuedo)cultura europeocentrica?
Non è percaso che, sotto sotto, questa indagine conoscitiva ha un qualcosa di razza-ismo in sè?
L'unica a far sentire la sua voce contro le esternazioni del commissario Frattini è stata l'associazione ALCEI; si legge nel suo comunicato [4]:
"la posizione espressa dal commissario Frattini è inaccettabile, gravissima e realmente liberticida. Pretesti come sull'internet si impara come fare le bombe sono bufale che risalgono agli albori della diffusione della rete e che insieme alle "violazioni" di copyright e alla strumentalizzazione della tutela dei minori hanno costituito - come ALCEI denuncia continuamente da oltre dieci anni - la storica scusa per invocare censura e repressione. [...]
È chiaro e largamente dimostrato dai fatti che ogni genere di "filtri" o divieti è inutile e inefficace nella repressione di attività criminali, mentre si trasforma inevitabilmente in uno strumento di censura e repressione dell'informazione, del dialogo e della libertà di espressione. Non è impedendo ai cittadini onesti di parlare di argomenti preoccupanti che si impedisce ai violenti, agli assassini e ai terroristi di continuere le loro perverse attività".
Che ALCEI, Associazione per la Libertà nella Comunicazione Eletrtonica Interattiva, scriva un comunicato così duro prendendo una posizione così netta contro il commissario Frattini non sorprende; quello che invece sorprende è che altri soggetti, come associazioni, politici, gli stessi privati chiamati in causa dal commissario (l'unica a dire la sua è stata ISPA [5], l'associazione dei provider britannici) non abbiano fatto sentire la loro di voce.
una svista estiva? la scelta di un basso profilo? un non voler dar credito a voci estemporanee alimentandole con la polemica?
o una vera e propria rinuncia?
ALCEI: inaccettabili le parole di Frattini
(PI - News) All'indomani delle dichiarazioni del Commissario europeo alla Sicurezza, l'Associazione che si batte per i diritti digitali passa all'attacco. La visione di Frattini - dice - è gravissima e liberticida
Punto Informatico, 13 settembre 2007
Repressione e censura. Lo spettro incombe ancora sull’Italia e sull’Europa. Una inquietante dichiarazione del Commissario europeo Franco Frattini preannuncia l’arrivo della più devastante delle censure: quella sulle parole. La strada e’ aperta per punire chi “pensa” troppo.
Alcei, 11 settembre 2007
Sicurezza
Il commissario europeo Frattini ora vuole proibire la ricerca in rete
di parole «sospette»
Liberazione, 12 settembre 2007
Frattini, censurare le parole pericolose
(PI - News) Il commissario europeo intende studiare con i privati come impedire che vengano usati termini pericolosi nelle ricerche online. Insegnare come costruire bombe - spiega - non è informare. A breve il progetto di censura selettiva
Punto Informatico, 11 settembre 2007
Web search for bomb recipes should be blocked: EU
Reuters sept 10, 2007
Frattini: seguiamo l'esempio cinese
Nuova stretta contro il terrorismo: fuori dalla rete qualsiasi guida utile ai bombaroli, dentro nuove responsabilità per i provider sull'esempio di quanto accade in Cina. Ma anche il volo civile è preso di mira
Punto Informatico, 06 luglio 2007
NOTE
[1] http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=MEMO/07/346&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en
[2] http://www.ldenews.info/?p=102
[3] http://www.ldenews.info/?p=117
[4] http://www.alcei.it/?p=123
[5] http://www.ispa.org.uk/
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