Gentiloni: a fine mese un tavolo anti-pirateria.

Non si finisce mai …

A margine del convegno “World going digital” tenutosi alla Festa del Cinema di Roma, il Ministro per le Comunicazioni annuncia un prossimo incontro tra governo e industria dei contenuti. Cosa c’è da aspettarsi ancora?
26 ottobre 2007
Fonte: http://www.ldenews.info/?p=129 - 26 ottobre 2007

no file sharing Non s'è ancora spenta l'eco per il disegno di legge Prodi-Levi, il cosiddetto "Internet Tax", del quale - per inciso - nel frattempo non s'è saputo più nulla (staranno mica lavorando "sotto banco" i tecnici e gli esperti della Presidenza del Consiglio?), che il ministro Gentiloni (che, vale la pena ricordarlo, approva senza leggere quanto gli viene proposto, per sua stessa ammissione) annuncia la prossima convocazione entro la fine del mese di un tavolo di confronto tra governo e protagonisti, pubblici e privati, dell'entertainment nostrano: il dicastero dei Beni culturali, l'industria cinematografica, quella musicale, gli internet service provider, le aziende di Telecomunicazione e il mondo della distribuzione. Oggetto dell'incontro: una normativa «in grado di sconfiggere con una proposta mirata la pirateria audiovisiva».
Ora, esiste già in Italia una Legge del 21 maggio 2004, n. 128 "per contrastare la diffusione telematica abusiva di materiale audiovisivo, nonché a sostegno delle attività cinematografiche e dello spettacolo" [1] (ovvero, la conversione in legge del famoso "Decreto Urbani"), che lo stesso promotore, l'allora ministro Urbani appunto, promise di rivedere e correggere, e invece è rimasta tale e quale ; esiste poi la tutela del brevetto, secondo quanto disposto dal Titolo IX del Libro Quinto del Codice Civile [2], esiste la tutela del diritto d'autore secondo la legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni [3], ed esiste la tutela della prorietà industriale, secondo quanto disposto dal decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30 "Codice della proprietà industriale, a norma dell'articolo 15 della legge 12 dicembre 2002, n. 273" [4]. Cos'altro serve ancora a livello legislativo nel nostro Paese? Non sarebbe piuttosto il caso di rimettere un po' d'ordine al sistema, magari svecchiando un po' il nostro sistema normativo in materia che va avanti di modificazione in modificazione dal 1941?

Certo, il diritto d'autore va tutelato, così come andava meglio regolamentata l'editoria, ma proprio in questi giorni abbiamo visto "come" per regolamentare la seconda si corra (tuttora!) il rischio di soffocare la libera espressione attraverso il mezzo informatico; siamo così sicuri che, per combattere la pirateria non si finisca per perseguire ancor di più tutto e tutti? Di questi tempi, il dubbio appare più che lecito. Ed il recente "caso peppermint" [vedi mia opinione in merito] sta lì a dimostrarlo.
Ma, a parte la mole ormai kafkiana di leggi e leggine, altri due sono i punti da evidenziare:
primo, il persistere a chiamare "pirateria informatica" il file sharing. Ha fatto bene la deputata Luciana Castellina a chiedere durante il convegno
"... di non chiamare pirati i ragazzi che scaricano musica e film da internet gratis con i vari sistemi peer to peer. Non sono pirati, ma semplicemente vogliono decidere che cosa vedere, come e quando vogliono. E se ci fosse una politica dei prezzi potrebbero pagare"
E' un vero e proprio "lavaggio del cervello culturale"; dai e dai, dillo oggi e ripetilo domani, alla fine passerà il concetto che "condividere è peccato", o no?

secondo, gli interlocutori che saranno invitati dal ministro al tavolo di confronto. Tutti i big sul piano economico, nessuno della cosiddetta società civile. Saranno quindi, ancora e per l'ennesima volta, tutelati gli interessi delle lobbies senza tenere in alcun conto quelli dei privati cittadini? Saranno ancora tecnici e funzionari ministeriali a scrivere leggi su cose che non conoscono minimamente solo per accontentare "l'Italia che produce"? Il cittadino sarà riconosciuto come un "avente diritto", o sarà ancora considerato come un mero "cliente" che non ha alcuna voce in capitolo se non quella di metter mano al portafoglio e comprare praticamente a scatola chiusa tutto quello che loro, gli altri, hanno deciso che è buono e giusto per lui?
Su tutto, però, resta il dubbio: come mai il ministro Gentiloni promette di convocare un simile tavolo giusto due giorni dopo la levata di scudi (e la conseguente figuraccia) contro la Internet Tax? Sarà mica che, buttato fuori dalla porta il tanto discusso provvedimento legislativo per l'editoria, l'atteso "giro di vite" su Internet rientri dalla finestra sotto forma di provvedimento anti-pirateria?

No perchè, a pensar male ...

Note: NOTE

[1] http://www.parlamento.it/leggi/04128l.htm

[2] http://it.wikisource.org/wiki/CodiceCivile-LibroQuinto/Titolo_IX

[3] http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/l633_41.html

[4] http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/05030dl.htm

FONTI
Gentiloni: a fine mese un tavolo anti-pirateria
La Stampa, 23 ottobre 2007

Internet? Migliora tutti i media
Tante voci al convegno "World Going Digital" oggi a Roma
CARLA RESCHIA
La Stampa, 22 ottobre 2007

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