La scuola e Linux
Un bell'articolo [http://www.linux.it/ospiti/majin/visualbasic.php] del sito Angolinux mi ha fatto rinverdire i miei ricordi scolastici. Mi sono chiesto oggi com'è la scuola? Cosa insegna? Un paio di fatti eclatanti mi fanno sorgere forti dubbi sull'etica del mondo scolastico italiano. Il primo riguarda i libri di testo, pare infatti che neppure il tetto massimo previsto dal governo abbia retto alla crescita dell'impegno finanziario per comperare i libri "consigliati" dai docenti. Il secondo riguarda l'uso di prodotti Microsoft nelle scuole.
I due aspetti sono solo apparentemente distanti, entrambi fanno pressioni economiche ai ragazzi, entrambi insegnano come fare girare l'economia.
Lati come il diritto allo studio sono secondari come anche gli aspetti etici di rispetto del lavoro dei programmatori. Il buon consumatore viene educato a partire dai quattordici anni o anche prima. Si copia windows, si copia office, si copia l'ambiente visual basic. Si spendono molti soldi e sempre di più per acquistare i libri di testo.
Chi non ha abbastanza soldi per i libri o ha remore morali nel copiare software è bene che consideri che il sistema scolastico non lo reputa idoneo. In fin dei conti la scuola ci educa a vivere in società e l'essere un buon consumatore è più importante dell'etica o di permettere la frequenza scolastica a chi ha pochi soldi .
Questo non è un messaggio isolato di poche scuole ma è un pressing del sistema dell'istruzione sul povero ragazzo e sulla povera famiglia. I proclami istituzionali di condanna alla pirateria, suonano molto falsi e fanno intendere che la copia illegale di software è "consigliata" dalla scuola ma condannata nel caso dei CD. La musica copiata non fa girare l'economia mentre formare un utente windows anche se pirata, lo integra bene nel nostro sistema economico.
Ecco svelati i valori insegnati ai ragazzi, valori molto forti che resistono anche alle denunce. Mi è capitato di segnalare al ministero una scuola che aveva installato presunte copie pirata di windows nelle macchine del'aula informatica. Dopo una telefonata da Roma per chiedere spiegazioni al preside, non sono state disinstallate le copie. Mi è stato riferito che le licenze non sono state ancora comprate, probabilmente non ci sono i soldi.
Le mie informazioni potrebbero essere inesatte ma la ferma volontà di obbligare gli studenti a farsi perlomeno una copia pirata di office credo sia innegabile. Per chi non fosse a conoscenza del costo del pacchetto da ufficio di Microsoft, si parla generalmente di 400-500€, per molte famiglie è mezzo stipendio. Esiste pure Office con licenza studente-docente al costo di 159 euro. Per Access vanno aggiunti altri 30 euro. Il ricarico di Windows sulla macchina comperata è di circa 100€. Prezzo complessivo già più abbordabile ma comunque sempre "importante" per molte famiglie...
La mancanza di conoscenza è una scusante ritenuta da alcuni valida.
Effettivamente non è detto che in una scuola tra decine di persone laureate, si trovi quella che sappia gestire un'aula computer con sistemi diversi da windows. Forse si potrebbe supporre che l'imparare sia una dote di almeno un professore, in tal caso un buon insegnante con la superiore capacità di apprendere e un tecnico esperto di sistemi liberi come Linux, farebbero il miracolo di sgravare le famiglie dal vedersi ridurre mezzo stipendio oppure dal trasformare i ragazzi da onesti a pirati.
Non è lo stesso detto che un sistema come OpenOffice.org installato su una machina windows possa essere appreso dagli insegnati prima e dagli studenti poi. Questo è evidente appena si guardi la diffusione dell'ECDL basato su pacchetti Microsoft, esiste una forte resistenza mentale nell'adattarsi alle icone cambiate di posizione e la patente europea certifica l'inabilità. Poi anche la versione di office di SUN non credo soddisfi le esigenze, Staroffice pur avendo anche il data base e pur avendo l'avvallo ministeriale che lo distribuisce gratuitamente, manca dell'etichetta di prodotto di consumo che rende gli studenti buoni consumatori.
Quindi siamo al punto di dismettere valori importanti della vita e di acquisire il valore del consumo, piccoli cittadini che fanno girare l'economia con i libri o cono i prodotti Microsoft. C'è chi si astiene da queste logiche e ha proposto progetti di libri Liberi fatti da insegnanti. Per un buon insegnante è banale fare un libro per i ragazzi, quindi quel che manca è solo un buon numero di colleghi che non credono nei "valori moderni" che li adottino e in questa logica molti sono i professori che si adoperano per la diffusione di Linux.
Articolista ZeusNews.it e LinuxHelp.it, Mantainer RCX.it
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