Sempre più HackLab in Italia: dal Reload a Synusia
24 novembre 2003
Tatiana Bazzichelli
Nel nord d'Italia, da Milano al triveneto, come risposta alle politiche di tolleranza zero e di progressiva chiusura dei confini cittadini e nazionali, sono nate nuove realtà hacktiviste che continuano a sopravvivere nonostante i numerosi tentativi di cancellarle.
- Synusia, il nuovo HackLab del triveneto e Reload, il nuovo spazio che, nonostante i numerosi sgomberi, riesce sempre a rinascere, sono l'esempio dell'energia e della propositività di chi porta avanti fermamente il concetto di hacking.
- Hacking inteso come diritto e arte di 'mettere le mani' sulla tecnologia e sui suoi prodotti. Il collettivo Synusia ha dato vita a un HackLab che pone in primo piano le tematiche relative alla sicurezza, al software libero e alla condivisione del sapere, unendo in un unico progetto tutti gli 'acari' del triveneto.
- Lo stesso sta facendo il nuovo HackLab di Bologna, che lotta per la libera circolazione dei saperi e per i diritti digitali.
- Un'altra fonte di sperimentazione e di scambio di informazioni sulla tecnologia è il collettivo Reload ö reality hacking, ora in cerca di un nuovo spazio dopo lo sgombero prima da piazzale Segrino e recentemente da Via Confalonieri a Milano.
- Wirless, internet point, radio, video e workshop sono le attività di studio, ricerca e sperimentazione di un laboratorio che si propone di amplificare le idee, l'uso della tecnologia, le tecniche di informazione e il free software, provenendo da diverse esperienze cittadine di attivismo digitale e non.
- Azioni e nuovi progetti stanno animando i quartieri e le strade della città di Milano, fra cui la recente iniziativa a favore della privacy e dell'anonimato in contrapposizione con la presenza ormai diffusa delle telecamere di sorveglianza.
- Uno 'sciopero' di 101 telecamere milanesi, oscurate per vivere per una notte nella libertà di movimento.
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