Dove si è nascosto il VoIP
Era sulle pagine di tutti i giornali, anche di quelli che non si occupano con regolarità delle tecnologie. Oltre che sulle copertine dei principali settimanali finanziari. Stiamo parlando del VoIP, la trasmissione della voce su protocollo internet. Prometteva di abbattere il costo delle telefonate, addirittura renderle gratuite, e abilitare nuovi mirabolanti servizi. Dove è finita tanta dirompente innovazione? Perché continuiamo a pagare più o meno le stesse bollette telefoniche?
La bontà della tecnologia è indiscutibile, l'adozione da parte del mercato di massa meno, almeno per quanto riguarda un uso consapevole da parte degli utenti. A dimostrazione di entrambe le cose, il fatto che i primi a dotarsi di VoIP furono proprio, e con grande anticipo rispetto alle attenzioni della stampa, gli operatori telefonici tradizionali.
Nel 2005, anno d'oro del VoIP sui media, Telecom Italia trasmetteva già in questo modo le comunicazioni tra Milano e Roma. Le chiamate, che partivano dalla rete telefonica tradizionale, erano convertite e instradate su internet (protocollo IP) dove giungevano in prossimità del destinatario, e poi riconvertite e passate attraverso la rete tradizionale fino a destinazione. Come conseguenza tutti gli utenti hanno iniziato a utilizzare la tecnologia senza neppure saperlo. Ma senza risparmi in bolletta, né servizi aggiuntivi.
Gli stessi operatori telefonici tradizionali, stimolati in parte dal clamore mediatico suscitato dal VoIP, hanno iniziato due anni fa a erogare i primi servizi basati sulle nuove possibilità abilitate da questa tecnologia: moltiplicazione delle linee, instant messaging etc. Il beneficio in questo caso c'è stato, anche se tutto in termini di servizi. Ed è qui che si è concretizzata la rivoluzione di massa della voce su IP.
Ma la febbre da VoIP - quella che dava allucinazioni riguardo possibili telefonate gratis - è tutta colpa delle esagerazioni dei comunicati stampa e degli articoli dei giornalisti? In parte sì, ma è innegabile che la rivoluzione ci sia stata. Il fatto è che telefonare gratis non è più il punto della questione. Il nodo oggi sono i servizi.
D'altronde non era pensabile che fossero le telecom di tutto il mondo a fare harakiri iniziando a regalarci quello che prima ci facevano pagare e su cui basavano il proprio business. Toccava semmai ai nuovi operatori tentare di trasformare la rivoluzione tecnologica in una rivoluzione di mercato. E anche Skype, geniale software peer-to-peer che grazie a ritmi di sottoscrizione strepitosi contribuì alla fama del VoIP, rimane però un servizio disponibile solo per chi ha un pc, connessione a banda larga e gli amici e parenti altrettanto connessi. Oppure si paga, poco, ma si paga. In Italia, ahinoi, la banda larga latita e la maggioranza degli italiani non può quindi godere dei vantaggi di Skype. Non è diventato cioè un servizio per chi ha poca dimestichezza con le nuove tecnologie. E infatti non c'è stata rivoluzione di mercato. I protagonisti sono ancora quelli di due anni fa.
Recentemente l'operatore di terza generazione 3 ha addirittura sdoganato Skype in un territorio ancora più 'nemico', la telefonia mobile. Ma anche in questo caso niente panico per l'industria, non è la fine degli operatori mobili tradizionali. Non per mano di 3 quantomeno, che include Skype come bonus per le ricariche obbligatorie da acquistare ogni mese.
Anche in questo caso, come per gli operatori di telefonia fissa, l'obiettivo è continuare a ricavare una certa cifra dal cliente, anche facendolo telefonare gratis. Gli operatori fissi e mobili hanno troppo da perdere dalla tecnologia pura e semplice, e quindi non possono fare altro che concederla in cambio di altri servizi. Servizi che facciano ammontare le bollette mensili almeno alle stesse cifre di quelle precedenti.
L'ultima novità in ordine di tempo è costituita da JaJah, che, dopo aver integrato il VoIP nella Play Station 3, ha portato la voce su IP addirittura fuori dalla rete. L'utente infatti non ha bisogno di essere connesso a internet, né di avere un software particolare. Basta un telefono. Il sistema funziona così: telefonando ci si connette a una centrale che trasforma la telefonata e la fa passare attraverso la rete internet fino al destinatario - se questo è connesso a internet - o a una centrale vicina al destinatario, dove il segnale viene riconvertito e trasmesso su rete telefonica tradizionale. L'Italia è uno dei Paesi in cui il servizio, conveniente per le chiamate internazionali, è già partito. E in questo caso, come per Skype, a giocare la partita non è un operatore tradizionale. Il che potrebbe avere un effetto dirompente ed essere stimolo per le telco a inventarsi servizi ancora nuovi.
gabriele@totem.to
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