Cultura digitale: diritto o privilegio?

5 febbraio 2004
Fonte: www.altoforno.net - 24 gennaio 2004

Lo sviluppo della società informatizzata ha portato con sè nuovi interrogativi in tema di diritti umani. Diritti di accesso e di espressione innanzitutto, diritto alla conoscenza, allo scambio, alla riservatezza dei dati personali, diritto all’informazione.
Molti di noi hanno cominciato in tempi non lontani (per la verità sembrano anni luce) a digitare stringhe di comando visibili su schermi monocromatici e su macchine che avevano sistemi operativi residenti su floppy disk.
Erano i tempi in cui le relazioni in rete muovevano i primi, timidi, passi e mettevano in contatto le comunità scientifiche rendendo disponibile a tutti il sapere e le conoscenze che ciascuno contribuiva a incrementare.
Oggi molto è cambiato. Il personal computer ha profondamente trasformato il nostro modo di comunicare e di relazionarci con i mondi circostanti. Internet ha abbattuto l’unità di tempo e di luogo nella relazioni umane.
Software con interfacce “amichevoli”, hanno permesso una rapida espansione di questi nuovi modi della comunicazione. La facilità d’uso, l’interfaccia grafica, ha comportato però, nel tempo, una progressiva perdita di consapevolezza nell’uso degli strumenti (applicativi) e delle macchine (hardware) che ne permettono l’eseguibilità.
Software che esplicano funzioni (la videoscrittura per esempio) sono diventati sinonimo stesso delle attività svolte (Word). Il software non si compera però come ogni altro bene. Se ne acquisiscono i diritti d’uso non trasferibili ad altri. Oggi chiunque si collega a internet, riceve un sms o fa una telefonata, rimane registrato negli archivi del gestore della connessione (telefonica o telematica) per cinque anni.
L’uso inconsapevole (e le strategie di mercato delle grandi aziende del settore) ci ha portato ad abbandonare, nel tempo, l’attenzione alla compatibilità, convincendoci che ciò che veniva visualizzato sul nostro monitor, elaborato da programmi residenti sul nostro hard disk, avrebbe potuto/dovuto “naturalmente” vedersi identico in qualsiasi altra parte del mondo, su qualsiasi altro pc.
Nuovi software sempre più esigenti in termini di risorse ci hanno costretto/indotto a pianificare la sostituzione dei nostri personal con cadenze sempre più ravvicinate.
In rete non transitano più solo idee nella forma di caratteri ASCI ma immagini, suoni, contenuti multimediali. La spettacolarizzazione dei contenuti veicolati dal web ci ha imposto/fatto desiderare connessioni sempre più veloci e performanti.
Il mondo, in sostanza, é alla portata di tutti tranne per chi possiede un modem a 28 Kbs (o peggio ancora per chi non lo possiede affatto).
Nuove diseguaglianze si riproducono tra uomini e donne, nuove discriminazioni aumentano le distanze tra i popoli, ma il divario digitale non è soltanto una delle grandi differenze tra mondo ricco e mondo povero, è anche ciò che caratterizza le nostre società tecnologicamente più evolute l'accesso alla rete è comunque riservato, grazie alle costose bollette delle connessioni, solo a fasce culturalmente ed economicamente più elevate, creando situazioni che confermamo il gap digitale tra chi ha (have) e chi non ha (have-not).
È possibile dunque riappropriarsi criticamente di una tecnologia che sembra incamminata sempre più alla esaltazione delle differenze e alla creazione di strumenti di controllo di massa?
Esiste la possibilità di un approccio etico al problema? L’open source, il free software sono risposte politiche oltreché alternative al pensiero unico che sovrasta questo mondo?
È possibile praticare comportamenti antagonisti al sistema dominante e alle logiche economiche e competitive che lo sottendono?
Di questo e altro vorremo discutere la sera del 23 GENNAIO 2004 nel nostro consueto appuntamento della memoria. L’occasione (il pretesto) è la presentazione di un prodotto editoriale particolare: il nostro nuovo sito internet realizzato con tecnologie open source. Contenuti e tecnologie che vorremo condividere con chiunque abbia intenzione e voglia di progettare il nuovo mondo possibile.

Note: http://www.altoforno.net/domini/fondazione2/sito/temat/tecnologie/dossier/dossier/
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