Dal pensiero strade per innovare
A questa pagina web è allegato il file PDF con l'intera tesi "Dal pensiero strade per innovare. Software e comunicazione digitale, circolazione della conoscenza ed esigenze di tutela della proprietà intellettuale".
Qui di seguito viene riportato un brano tratto dalla seconda parte della tesi ("TUTELA DELLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE. TUTELA DEL SOFTWARE").
Il valore attribuito alla conoscenza si è tradotto nel riconoscimento di una protezione delle opere
Già nel 1787, la Costituzione Americana dichiarava di voler “promuovere il progresso della Scienza e delle arti utili assicurando agli autori e agli inventori, per un tempo limitato, il diritto esclusivo sui loro rispettivi scritti e scoperte“.
Alcuni Atti internazionali riconoscono il valore della proprietà intellettuale, in alcuni casi non in modo diretto, ma attraverso l’affermazione di diritti e libertà che ne costituiscono il substrato.
Il 1° Paragrafo dell’art. 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino riconosce il diritto dell’individuo alla “protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore”, dopo averne affermato il diritto di prendere parte alla vita culturale della comunità, godere delle arti e partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali, ora ratificata da 41 paesi aderenti al Consiglio d’Europa, tra gli altri principi fondamentali dell’individuo include le libertà di pensiero e di espressione.
Si tratta di principi centrali anche nella nostra Carta Costituzionale (art. 21 Cost.), insieme al diritto a vedere rimossi gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’eguaglianza e impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese (art. 3 Cost.) e al diritto a svolgere un’attività che concorra al progresso materiale e spirituale della società (art. 4 Cost.). L’art. 33 della Costituzione afferma anche la libertà dell’arte, della scienza e del loro insegnamento.
Quando quelle forme di espressione così importanti per un individuo prendono corpo, venendo raccolte da più persone, non può ignorarsi che conservino valore per il loro autore e facciano ancora parte della sua sfera personale, pur evitando di enfatizzare concetti di proprietà e di possesso analoghi a quelli riferiti a beni materiali.
Un difficile equilibrio
E’ lo stesso autore di opere intellettuali a godere dei diritti di partecipazione e delle libertà di pensiero, espressione e informazione; ma lo è anche qualsiasi altro consociato che voglia accedere a quei beni, nei cui confronti operano, con tutta la forza che esprimono, le dichiarazioni contenute nelle disposizioni appena ricordate.
Nessuno di questi interessi può essere sacrificato.
Ma è difficile trovare un contemperamento che non presenti rischi dal lato di ognuno di quegli interessi, ricordando che è in gioco, insieme alla tutela di posizioni, personalità e potenzialità individuali, la possibilità di preservare e incentivare opportunità di progresso per popoli e comunità nei settori più disparati.
La tutela trova ragione certamente nell’esigenza di remunerare il lavoro intellettuale di un individuo (non sono i supporti materiali ad essere oggetto di tutela, ma quanto vi viene incorporato e veicolato). Ma oltre questo aspetto, vi è l’interesse, per una collettività, a favorire le condizioni affinché ci si dedichi all’attività creativa (anche investendo, evidentemente, risorse individuali e operando rinunce) e, nel caso del riconoscimento di un “diritto di brevetto”, all’attività inventiva.
Occupazioni di questo genere hanno sempre rappresentato un progresso, innescando o alimentando un circuito di conoscenza e di crescita tecnologica. Quindi nel tempo si confrontano orientamenti volti a restringere oppure ad ampliare il campo e l’incisività della tutela, da cui dipende una minore o maggiore fruibilità delle opere da parte della collettività, e di conseguenza l’aumento o la diminuizione di alcuni rischi di uso distorto dei diritti di brevetto e di “blocchi tecnologici”.
Allegati
Tesi "Dal pensiero strade per innovare"
Lidia Giannotti451 Kb - Formato pdfMaster Scienza Tecnologia e Innovazione Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Anno 2005-6Copyright © Lidia GiannottiLicenza: CC Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0
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