Perché era cruciale bloccare la diffusione del Media Player "agganciato" al sistema operativo Windows le decisioni di monti

La partita cruciale del controllo della musica online

29 marzo 2004
Massimo Miccoli
Fonte: Affari&Finanza di Repubblica

Con una multa da 497 milioni di euro e l'obbligo di correggere le situazioni di «abuso di posizione dominante» che gli assicurano un "monopolio virtuale" del mercato dei software a scapito di concorrenti e consumatori, si è abbattuta mercoledì scorso su Microsoft la sentenza dell'Antitrust europeo. Una decisione pesante alla quale il gruppo di Gates ha reagito annunciando un ricorso alla Corte di giustizia. Ma il commissario Monti, è tranquillo: «Sono fiducioso che la decisione resisterà a qualsiasi appello». Una decisione presa dopo quattro anni d’inchiesta e una dettagliata analisi delle strategie di mercato adottate da Microsoft in Europa. Secondo l’Antitrust, la Microsoft ha abusato della sua posizione dominante in due settori chiave: nel mercato dei server di fascia bassa, non fornendo ai propri concorrenti le specifiche per l’integrazione di software in Windows, e nell’area multimediale con il Windows Media Player, il programma per la riproduzione audiovideo che include nel sistema operativo Windows precludendo l’installazione di player prodotti da software house concorrenti.
La Microsoft ha 120 giorni di tempo per fornire informazioni tecniche ai concorrenti che operano nel mercato dei server, e 90 giorni per rilasciare una versione di Windows per il mercato europeo che non includa il Media Player. In particolare, Microsoft deve proporre in Europa due versioni del suo sistema operativo: una con Wmp, l’altra senza, evitando di rendere più appetibile per l’acquirente la versione con il player. Microsoft, inoltre, deve astenersi dal praticare sconti ai costruttori di pc che scelgono d’installare Windows insieme a Media Player. Questi i rimedi imposti da Monti: soluzioni atte a ristabilire le regole in un mercato di libera concorrenza e di cui beneficeranno gli utenti. Questo secondo Bruxelles, di parere contrario Microsoft che, al tavolo delle trattative, aveva proposto soluzioni alternative dicendosi disposta ad inserire nel sistema operativo i player dei concorrenti.
La sentenza Ue è stata accolta con favore dalla Computer Communications Industry Association, mentre ha trovato il fermo disaccordo di alcuni senatori Usa, repubblicani e democratici. Anche il Dipartimento di Giustizia americano ha criticato le decisioni prese da Monti. La Sun Microsystem, che ha più volte accusato la Microsoft di tenere segrete informazioni tecniche necessarie per lo sviluppo di programmi compatibili con Windows, ha invece apprezzato la sentenza europea. Così la RealNetworks, che produce un player concorrente. E Novell: il più grande distributore del sistema operativo Linux.
Mentre l’industria informatica accoglie favorevolmente il lavoro dell’Antitrust, si profila una battaglia politicocommerciale tra Ue ed Usa. Una guerra più politica che commerciale. La Microsoft, stando a quanto pubblicato in questi giorni dalla stampa Usa, sembra godere del sostegno dei politici, mentre l’industria informatica non si è mostrata preoccupata, non ravvisando ostacoli per lo sviluppo futuro del business e tanto meno per le questioni legate alla proprietà di brevetti e all’innovazione tecnologica: tema su cui batte il fronte politico. Nei sistemi operativi per pc la Microsoft ha una quota di mercato del 95%. Dunque le sanzioni imposte da Bruxelles interessano la Microsoft e le sue strategie di business nel 95% dei casi. Per essere più chiari: nessun altra azienda di software ha nelle mani un paspartout come Windows che gli consente di far nascere dal nulla, e in piena autonomia, uno standard tecnologico cui tutti in seguito devono adeguarsi. Ricordate il caso NetscapeExplorer. Oggi il browser Microsoft è il leader del mercato. I webmaster scrivono siti Web per Internet Explorer lasciando al caso la compatibilità con tutti gli altri browser.
Con la diffusione della larga banda i player multimediali giocano un ruolo fondamentale nel business del digitale. I computer sono ormai entrati nei salotti delle nostre case. Si sostituiscono al videoregistratore, al dvd, all’impianto stereo. Pensiamo al cosiddetto filesharing, ai network per lo scambio di file. Alla recente legge Urbani, alle pressioni e alle cause intentate dalle major americane verso la pirateria audiovisiva. La protezione dei diritti d’autore passa per i player. L’industria dell’intrattenimento e quella dell’informatica lavorano da tempo per trovare un accordo su di un sistema comune per il Digital Rights Managment. Sulla gestione dei diritti d’autore nel mondo digitale si gioca tutto il business della banda larga. Un mercato dove la Microsoft potrebbe farla da padrona con il suo Windows Media Player. Saranno, infatti, i player multimediali a decidere quante copie di un film scaricato dalla rete l’utente potrà fare. Il player si occuperà della gestione del pagamento dei diritti d’autore. Allo stesso tempo con Windows Media Player installato nel 95% dei pc, le società interessate alla distribuzione di musica e video in rete non potrebbero far altro che scegliere la piattaforma tecnologica Microsoft anche sul fronte server: l’unica ad offrire piena compatibilità con la maggior parte dei player installati nel mondo. Resta da capire se è possibile tornare indietro, visto che il Windows Media Player è già installato in tutti i personal e che i computer collegati ad Internet effettuano un aggiornamento automatico del software.

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