Il mondo del cinema: "Va cambiata una cultura"
Per Jack Valenti, il potente capo dell'associazione dei produttori americani, la causa principale della perdita di presenze registrata nei cinema europei nel 2003 (5%) è la pirateria. Da qui la necessità di attrezzarsi a combattere un fenomeno sempre più preoccupante. «La pirateria audiovisiva è un furto e come tale deve essere trattata», ha tuonato il ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani, che si è fatto promotore di un decreto legge che prevede multe fino a 1500 euro e la confisca della apparecchiature per chi scarica illegalmente film dalla rete con la possibilità di condanne penali fino a tre anni nel caso se ne ricavi un profitto. Saranno sufficienti queste sanzioni a scoraggiare l'aumento della pirateria per via informatica? «Le norme contenute nel decreto Urbani sostiene Fabrizio Ferrucci, presidente della Fapav (Federazione Antipirateria Audiovisiva) sono sacrosante, ma resta il problema della loro applicazione. In un paese come il nostro dove le forze di polizia passano davanti alle bancarelle che vendono dvd e Cd pirata senza intervenire, è pensabile che adesso si perseguiti il privato cittadino dentro casa?»
I segnali sono contrastanti perché contemporaneamente all'approvazione del decreto Urbani, sulle televisioni pubbliche e private si trasmetteva lo spot Rosso Alice, con testimonial Valentino Rossi, che, secondo le associazioni cinematografiche, oltre a fornire un'immagine falsa e denigratoria del cinema, con sale deserte e sporche, assicura che con il servizio sarà possibile scaricare gratis film fino al 30 aprile. Sul sito di Alice si leggeva: «Grazie anche all'aumento a 256 Kbps della velocità upload potrai utilizzare al meglio tutte le applicazioni peertopeer per la condivisione e lo scambio dei file». In altre parole un incitamento a infrangere le regole del decreto appena uscito. Commenta Riccardo Tozzi, produttore che ha firmato alcuni grandi successi italiani della stagione, da Caterina va in città a Non ti muovere: «La battaglia contro la pirateria va vinta anche sul piano culturale dopo che legislativo. E va chiarito che non è un segno di libertà contro il capitalismo, ma il suo contrario: sono le grandi industrie produttrici di hardware a favorire la pirateria».
Come già sta accadendo per la musica, lo sviluppo della tecnologia è destinato a fare della distribuzione di film su larga banda il successore delle videocassette, dei dvd, del payperview. Ma, proprio perché questo mezzo rappresenta il futuro, è necessario stabilire delle regole. Da qui la necessità di individuare delle windows a protezione del mercato sala e l'individuazione di forme di offerta legale di film. Non a caso in Usa le major hollywoodiane si stanno già attrezzando in questo senso. «Dando libero accesso sul web afferma Aurelio De Laurentiis, presidente l'Unione Produttori dell'Anica l'industria dei contenuti non avrebe più risorse per continuare a produrre. A questo punto l'industria dell'hardware potrebbe sopravvivere solo con un gigantesco database alimentato dalla memoria del passato, visto che in futuro non si potrà più produrre nulla di nuovo. Pensate a che scenario si aprirebbe…»
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