Le speranze della crittografia quantistica

17 aprile 2004
Antonio Dini
Fonte: Il Sole24Ore

Se un ladro cerca di scassinare la cassaforte, lascia delle tracce. Se lo spione informatico intercetta i messaggi, invece, non è possibile accorgersene. E magari, con un po' di tempo a disposizione, potrebbe anche riuscire a violare l'integrità anche di quelli crittati. E successo così alla Germania durante la Seconda guerra mondiale, quando gli Alleati intercettavano e decodificavano le trasmissioni dell'esercito nazista. E, a 60 anni di distanza, è ancora il cruccio di tutti gli esperti di sicurezza informatica.
Adesso, però, questo bisogno di sicurezza potrebbe trovare una soluzione definitiva, grazie anche al contributo italiano. Nell'ambito del Sesto programma quadro dell'Unione europea, infatti, è stato avviato il progetto di ricerca "Secoqc" per la protezione contro lo spionaggio informatica. Al progetto partecipano più di 40 soggetti tra centri di ricerca, università e aziende private, con stanziamenti per 11,4 milioni di euro.
L'obiettivo è quello di utilizzare la crittografia quantistica per rendere le reti di comunicazione a prova di "scasso". Com'è possibile? Lo spiega il professar Sergio Cova, a capo dell'equipe del Politecnico di Milano che gestisce lo sviluppo di un anello fondamentale della costituendo catena di sicurezza, il rivelatore finale del messaggio.
"La crittografia quantistica da un punto di vista teorico - spiega Cova - è nata circa vent'anni fa. Permette di creare una chiave crittografica unica, lunga quanto il messaggio che - se usata una volta sola - rende praticamente inviolabile il codice. Ma la trasmissione della chiave. che avviene sfruttando principi della fisica quantistica e non della fisica classica, finora è stata realizzata a velocità troppo bassa per essere utile in pratica".
In sostanza, ciascun bit della sequenza viene trasmesso utilizzando un singolo fotone polarizzato, sfruttando le sue proprietà quantistiche. E problema è nella trasmissione e soprattutto nella ricezione dei fotoni, che deve avvenire a velocità elevata per rendere il sistema utilizzabile nelle reti di telecomunicazioni. Finora non ci si è riusciti, ma l'ambizione del progetto è quella di rendere la trasmissione attraverso fibra ottica o in spazio libero (per esempio con satelliti) veloce oltre che sicura.

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